Tatticamente – Quando i singoli nascondono i limiti di gioco

Dopo il Benevento il Napoli vince un’altra partita interna che dice ancora troppo poco sulle ambizioni future di questa squadra. Ormai lo stiamo ripetendo da tempo: di questo gruppo è bene non fidarsi troppo, pertanto è giusto pensare già al prossimo trittico di partite, quelle che diranno realmente di che pasta è fatto, in questo momento, il Napoli di Gattuso. Certo, il Bologna ha già rappresentato un avversario indubbiamente più probante rispetto all’arrendevole Benevento; i ragazzi di Mihajlovic hanno dimostrato maggiore qualità dei sanniti e questo ha reso il compito degli azzurri leggermente più complicato del precedente impegno interno. Le statistiche, infatti, raccontano di un numero di palle gol create, da parte di Napoli e Bologna, pressoché identico – 13 per i padroni di casa, 12 per gli ospiti -, segno che la partita allo stadio ‘Maradona’ è stata innanzitutto gradevole sul piano dello spettacolo. A tratti è sembrata una gara da calcio inglese, da ‘box to box’ per intenderci, in cui alla fine ha prevalso il più elevato tasso tecnico degli azzurri, capace praticamente con un solo giocatore di vincere il duello con l’avversario. Questo giocatore si chiama Lorenzo Insigne, l’uomo al quale il Napoli ha deciso di aggrapparsi in questo finale di stagione per cercare di centrare l’unico obiettivo rimasto: il capitano è alla sua seconda miglior annata dal punto di vista realizzativo, dunque non solo il suo contributo è come al solito fondamentale per elevare la qualità di gioco del Napoli, ma anche per vincere le partite con alcune sue prodezze individuali, quelle che servono in una grande squadra. Insigne, checché se ne dica, è un giocatore spesso decisivo, che segna i gol più difficili, quelli che in pratica sbloccano le partite e poi addirittura le chiudono, ammazzando l’avversario due volte, all’inizio e alla fine dell’incontro: prima infila l’1-0, poi mette in cassaforte il risultato sul 3-1 finale, tra l’altro nel miglior momento del Bologna, che potenzialmente sembrava avere la forza di poter addirittura pareggiare i conti dopo aver accorciato le distanze. In un momento in cui conta soltanto vincere le partite, aspettarsi, a tre mesi dalla fine del campionato, che il Napoli di Gattuso possa improvvisamente esprimere un gioco interessante appare qualcosa di utopistico. Oramai è abbastanza evidente la strada tracciata da Gattuso: quando c’è Insigne, palla al miglior giocatore del Napoli sperando che accada qualcosa; quando c’è Osimhen, invece, palla lunga ad innescare la sua velocità mentre il resto della squadra ‘pedala’ alle sue spalle.

Non ha giocato moltissimo, in parte dobbiamo ancora scoprirlo ed è talmente giovane che ha ancora tutto il tempo per maturare, ma un primo bilancio quantomeno sulle caratteristiche del giocatore possiamo farlo: Osimhen è devastante quando ha campo da attaccare, se l’avversario si fa trovare sbilanciato ma soprattutto se la squadra riesce a liberarlo negli spazi da attaccare dietro l’ultima linea. Resta sospeso, però, il giudizio complessivo su Osimhen: non sappiamo ancora, infatti, se la sua unica qualità sia questa – e sarebbe un grosso limite per un centravanti di una grande squadra -, oppure se ha bisogno ancora di crescere per affinare altri aspetti di gioco. In pratica, che Osimhen sia abile nell’uno contro uno in velocità lo possiamo dire con estrema sicurezza; che sia un bomber, però, che faccia reparto da sè anche quando gli spazi non ci sono qualche dubbio l’abbiamo.

 

Ha segnato un gol, il terzo dopo un girone intero, ne avrebbe potuto fare anche un altro, ma in generale col suo ingresso ha cambiato la partita, spaccando in due il Bologna: Osimhen ha inciso fortemente sul risultato, non soltanto per la rete del momentaneo 2-0, ma anche per quella che ha poi chiuso i conti (3-1). Sua la spizzata che ha favorito l’inserimento di Insigne dopo un rimpallo fortunoso con De Silvestri. Dunque Osimhen attacca la profondità, ma non solo: anche i compagni lo fanno ‘grazie’ a lui, come Insigne in questo caso. Forse con Osimhen in campo il Napoli non riuscirà mai a giocar bene; se per giocar bene intendiamo un calcio molto fraseggiato, fatto di scambi rapidi nello stretto tra la prima punta e i tre trequartisti. Con Osimhen il Napoli gioca un calcio diverso, assolutamente funzionale ad un certo tipo di partite. Non è un caso che Osimhen sia andato in gol contro il Bologna sia nella gara di andata che in quella di ritorno: Mihajlovic gioca un calcio ideale per le sue caratteristiche, non lo costringe infatti a doversi procurare – in qualche modo – degli spazi giocabili; quelli ci sono già, avendo il Bologna tanti giocatori offensivi in attacco come Olsen, Soriano, Sansone e lo stesso Palacio, che evidentemente danno poco manforte alla fase di non possesso.

 

Veniamo alle note dolenti: Napoli in difficoltà in impostazione dal basso. Verrebbe da dire: qual è novità? Ebbene, ogni volta siamo qui a memorizzare le criticità del Napoli in un fondamentale di gioco che, a detta di Gattuso, risulterebbe essere una delle peculiarità della sua squadra. Il fotogramma evidenzia la palla persa da Demme sull’appoggio di Ospina dal basso: il centrocampista perde il pallone e il Bologna prende in controtempo la difesa del Napoli trovando in due passaggi la via della porta. Solte cose: chi sbaglia? Sbagliano gli interpreti dal punto di vista del gesto tecnico impreciso – il controllo di Demme è evidentemente sbagliato -, ma più in generale si tratta sempre di un errato di posizionamento anche dei compagni, che prima non offrono lo sbocco a Ospina e poi lo scarico allo stesso italo-tedesco. Dopo così tante partite disputate, dubitiamo fortemente che tale difetto strutturale sia semplice da poter correggere solamente lavorando di più in allenamento. Tuttavia, ora Gattuso avrà finalmente la settimana tipo che tanto si augurava: vediamo se gli impegni troppo ravvicinati, che impedivano l’esercitazione quotidiana di determinate situazioni di gioco, rappresentavano effettivamente un ostacolo alla capacità del gruppo di metabolizzare certi automatismi.

 

Alessio Pizzo

Studente in Comunicazione Digitale, appassionato di calcio, tecnologia e buone letture. Vanta già esperienza giornalistica con 100 *100 Napoli

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