SORPRESA: C’E’ PANDEV PER I NOSTRI DENTI!
Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. È proprio per questo che, all’indomani dello sciagurato sorteggio Champions, Aurelio De Laurentiis ha aperto i cordoni della borsa per mettere a segno il colpo aspettato fin da inizio luglio. Serviva un vice-Lavezzi e un vice-Cavani, Bigon ha risolto entrambi i problemi in un colpo solo: dall’Inter arriva Goran Pandev, uno che lì davanti può fare ogni ruolo. Per prenderlo il Napoli ha scomodato una formula mai esplorata prima: prestito secco a 2 milioni di euro, con parte dell’ingaggio (oltre 3 milioni, fuori budget per il Napoli) pagato dai nerazzurri. Un espediente ingegnoso per prendere un cosiddetto top player senza sforare il tetto ingaggi, e quindi senza scontentare nessuno dei big partenopei.
Una carriera importante quella di Goran Pandev, che fin da ragazzino ha sempre avuto il nerazzurro dell’Inter nel suo destino. Nato a Strumica, in Macedonia, il 27 luglio del 1983 e cresciuto nel Belasica, la squadra della sua città, esordisce a 16 anni diventando subito titolare fisso. L’Inter lo nota praticamente subito e decide di prenderlo quando è appena diventato maggiorenne, inserendolo nei ranghi della formazione Primavera. Nonostante denoti grandi qualità anche nei campionati successivi in cui va in prestito prima allo Spezia (in C1) e poi all’Ancona (in A), i nerazzurri non credono in lui e nel 2004 ne svendono la comproprietà alla Lazio, nell’ambito dell’affare Stankovic.
L’altra metà sarà acquistata dai biancocelesti due anni dopo, quando a 23 anni ha appena raggiunta la doppia cifra in campionato (11 reti più una in Coppa Italia). La stagione 2006/07 segna la definitiva consacrazione di Goran, che con altri 11 gol in campionato (e 3 in Coppa Italia) trascina il club allenato da Delio Rossi ad una sorprendente qualificazione in Champions. L’anno dopo si sprecano le offerte per lui, con una valutazione superiore ai 30 milioni, ma Lotito resiste ed ha ragione perché il 2007/08 è l’annata d’oro del suo pupillo: ben 14 gol in campionato e 5 in Champions, con la perla di una doppietta al Real Madrid nella fase a gironi. Poi scende la sua media in campionato (“solo” 9 segnature) ma diventa decisivo nella Coppa Italia vinta nel 2009 dai biancocelesti: capocannoniere della competizione con 6 reti in 6 partite. Il resto è storia nota e recente: le beghe contrattuali con Lotito, la vertenza legale per mobbing con conseguente svincolo a parametro zero e nel gennaio 2010 l’agognata firma con l’Inter, dove può tornare a testa alta, da campione affermato.Dopo un inizio monstre (gioca lontano dalla porta, 3 reti ma tante ottime prestazioni che contribuiscono fattivamente al trionfale triplete) la scorsa stagione è stata un po’ interlocutoria. Pandev ha messo insieme 27 presenze condite da sole 2 reti e tantissima panchina, frutto di performances spesso molto deludenti che l’hanno estromesso dalla rosa dei titolari. Inevitabile la cessione, con Moratti che ancora una volta ha smesso di credere in lui.
Ma questo non è certo un motivo valido per scoraggiarsi. In fondo Pandev ha soltanto 28 anni e tutto sommato ha sbagliato una sola stagione in una brillantissima carriera. Mazzarri sta facendo salti di gioia ma nel contempo pensa a come inserire al meglio il macedone nel tessuto tattico azzurro. Goran può essere sicuramente anche più di una semplice alternativa a Lavezzi ma all’occorrenza può sostituire anche Cavani. Sarà fondamentale la sua esperienza in Champions League e sicuramente si riveleranno vitali il suo spirito di sacrificio e la sua ecletticità, che l’hanno portato negli anni a ricoprire ogni posizione in prima linea. Sì, Goran Pandev è proprio il tassello che mancava per completare il reparto avanzato, una ciliegina macedone su una ricchissima macedonia.