SE AL PARMA I CONTI NON TORNANO…

Conquistata la serie B, Napoli già sente il profumo di serie A. Una categoria che il club di Aurelio De Laurentiis proverà a conquistare sul campo già l’anno prossimo, ma che lo stesso presidente auspica che possa essere restituita "a tavolino" alla città di Napoli, così come "a tavolino" le fu strappata la serie B difesa sul rettangolo verde. "Carraro compia un gesto distensivo verso i napoletani" ha ripetuto più volte il patron, quest’anno così come l’anno scorso quando non predicava ma chiedeva semplicemente giustizia. Durante l’ultima estate ha bussato alla porta del Federcalcio per una serie cadetta che, come poi si è scoperto, spettava per diritto giuridico visto che più di un club aveva aggirato le regole con il tacito assenso del Consiglio Federale. Quest’anno la B è arrivata sul campo ed il salto in A non viene escluso dalla nuova normativa che regola i ripescaggi, studiata per favorire le città con grandi bacini d’utenza. Per il 50% conterà il risultato sportivo, per l’altro 50% parametri formulati in base alla tradizione sportiva e agli spettatori relativi alle ultime stagioni. Difficile, a questo punto della stagione, stilare un’ipotetica graduatoria di candidate al ripescaggio: lo si potrà fare soltanto con la classifica definitiva del campionato di B. Possibile, invece, cominciare a capire se in serie A c’è qualche società in pericolo. Una società in difficoltà sembra essere il Parma, che sul campo ha ottenuto una brillante salvezza nonostante i problemi societari che hanno tormentato squadra e tecnico per tutto il campionato. Sanz e Valenza hanno corteggiato il club per tanto tempo, senza però concludere la trattativa. Il bilancio chiuso al 30 giugno 2005, l’ultimo consultabile dagli addetti ai lavori, aiuta a comprendere in quale situazione versava il Parma al momento dell’interessamento dei due imprenditori. Uno stato di cose che deve aver scoraggiato sia lo spagnolo che il suo collega italiano. Il club emiliano negli ultimi tempi ha vissuto anni difficili. Il 26 aprile 2004 la società sportiva AC Parma, sotto l’ amministrazione straordinaria del commissario nominato dal Governo, Enrico Bondi, in quanto coinvolta con altre numerose società nel crack Parmalat, chiedeva, ottenendoli, i benefici della legge Marzano riguardante le aziende in crisi che le permetteva di congelare i debiti per 2 anni. La richiesta di ammissione del Parma ai benefici dell’amministrazione straordinaria era stata avviata al fine di evitarne il fallimento dopo il pignoramento dei crediti, da parte dell’Agenzia delle Entrate, che aveva in sostanza congelato l’attività operativa del sodalizio gialloblù rimasto privo di ogni disponibilità economica (al 31 gennaio 2004 i debiti della società Parma A.C. risalivano ad oltre 309 milioni di euro). Tra i mesi di aprile e maggio 2004 é stata costituita, presso il notaio Angelo Butani, il Parma Football Club, nato dalle ceneri della vecchia Parma A.C. Spa in Amministrazione Straordinaria. La nuova società si é iscritta, in luogo di quella vecchia, al campionato di serie A. Il Parma FC é stato affiliato dalla Federazione Italiana Gioco Calcio con un cavillo che ne ha permesso la sostituzione con la vecchia società senza passare per il fallimento e la conseguente cancellazione dalla serie A. Tornando ai dati di bilancio, il risultato di esercizio al 30 giugno 2005 evidenzia una perdita di 10,3 milioni di euro. Circa un anno fa, il Parma presentava una situazione debitoria pari a 48,5 milioni di euro dei quali 8,5 milioni di debiti tributari verso il fisco (di cui, ancora, 3,1 milioni di Irpef, 1,1 milioni di Irap, 4,2 milioni di Iva). I debiti con le banche erano quantificabili in 4,4 milioni di euro. Per un valore della produzione pari a 56,2 milioni di euro, i costi ammontavano a 64,1 milioni. A conti fatti, lo squilibrio era di 7,9 milioni. Notevole, in particolare, il dato relativo al monte ingaggi, pari a 23,2 milioni (una cifra che incide per il 41% sui ricavi). Sempre al 30 giugno 2005, il dato delle plusvalenze registrava un attivo di 7,4 milioni (si va dai 2,7 milioni di Matteo Ferrari passato alla Roma agli 1,3 milioni ricavati dalla cessione di Nakata alla Fiorentina). Naturalmente, in dodici mesi potrebbero essere cambiate molte cose (una nota recente informa che il club ha approvato il bilancio semestrale al 31.12.2005, chiuso con un utile di 1.454.774 euro, versando 9 milioni e 700 mila euro circa a pagamento dell’Iva), anche se il Comunicato Ufficiale della FIGC numero 183/A del 31 marzo 06, quello che regola l’ammissione ai campionati professionistici 2006-2007, non lascia spazio ad interpretazioni: entro i prossimi due mesi tutti i club dovranno avere i conti in regola, pena la non iscrizione al campionato. I benefici della legge Marzano per il Parma scadono proprio in questo periodo, e se dal 30 giugno dell’anno scorso non è cambiato nulla, difficilmente il club potrà sopravvivere senza l’intervento urgente di nuovi imprenditori. Che potranno rilevare il club a partire da 27 milioni di euro: in caso contrario servirebbe l’autorizzazione ministeriale.

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