SCENEGGIATE CAGLIARITANE: TUTTO TACE
La sceneggiata è napoletana fin dai suoi albori. Un genere popolare nato e sviluppatosi proprio alle pendici del Vesuvio, che ha contribuito a rendere famosa Napoli nel mondo al pari delle tante canzoni e delle prelibatezze gastronomiche. La piena legittimazione era arrivata anche da Feltri, mica uno qualunque, che aveva ben spiegato, soltanto qualche giorno fa, come la sceneggiata con sottofondo di mandolino fosse uno strumento ad uso e consumo del solo presidente napoletano De Laurentiis. Una certezza assoluta trasformatasi in amletico dubbio dopo aver assistito alla gara del Sant'Elia di sabato: grossolana e patetica scopiazzatura, in realtà, dell'autentica Sceneggiata con Cellino nei panni di o'malamente e Allegri in quelli di o'comico; il lato cattivo e quello tristemente farsesco strettamente legati nella rappresentazione andata in scena. Succede da tre anni a questa parte ma ogni volta riescono a stupirci con nuovi ed inattesi effetti speciali: dalla luce del laser negli occhi del portiere, non propriamente peculiare di questo genere, ai più tradizioniali nennilli – i bambini – che, guidati dalle rispettive madri, hanno distribuito saluti insalivati e gesti fin troppo calorosi nei confronti dei giornalisti in tribuna stampa e dei tifosi napoletani, residenti comunque in Sardegna, presenti in tribuna centrale. Un autentico schifo che non ha però generato alcuna onta mediatica e nemmeno suscitato l'indignazione dei soliti paladini della moralità, quelli sempre pronti a crocifiggere il Napoli anche quando la colpevolezza non è dimostrata (Roma docet). Gli stessi che si accalorano nelle tv per Balotelli, fino a farsi venire il faccione rosso con tanto di venone, perchè non si incazzano ora? Semplicemente perchè vuoi mettere la pallonata di Lavezzi ad Allegri….Già. Un gesto sbagliato quello del Pocho, che da forestiero non ha capito di trovarsi all'interno di una sceneggiata, per quanto mal rappresentata. Il tecnico del Cagliari non ha infatti allontanato intenzionalmente quel pallone, come il copione avrebbe tra l'altro imposto, ha semplicemente sbagliato lo stop. Gli succedeva spesso da calciatore e continua ad accadergli ora che è un allenatore ma questo Lavezzi, dalla lontana Argentina, non poteva proprio saperlo.