Quanto manca in difesa il vicerè spagnolo Raul Albiol?

Il 12 febbraio 2019 Raul Albiol si è operato al tendine rotuleo del ginocchio sinistro per affrontare una tendinopatia che lo affliggeva da tempo.

Da quel momento ne è passata di acqua sotto i ponti in casa Napoli: la doppia sfida con lo Zurigo, i match di campionato con Fiorentina, Torino, Parma, Juventus, Sassuolo e Udinese. Lo spagnolo non è stato presente neanche per il doppio confronto contro il Salisburgo e nella partita di ritorno il Napoli ha dimostrato tutti i limiti di una difesa priva del suo “comandante”.

La squadra di Carlo Ancelotti è ai quarti di Europa League e alla porta c’è l’Arsenal: un avversario tosto, veloce e da non prendere sottogamba né in casa né tantomeno in trasferta, considerando che la coppa è l’unico obiettivo stagionale ancora possibile da raggiungere.

Molte volte nel mondo del calcio si dice che chi fa goal fa la differenza, ma l’esempio tutto nostrano targato Juventus dimostra quanto una difesa solida – con delle guide di campo e di spogliatoio – possano cambiare il volto di un’annata.

La storia non si fa con i “se” ma non possiamo fare a meno di pensare che se ci fosse stato Albiol a correggere la superficialità di Malcuit contro la Juventus, forse quella partita sarebbe finita diversamente. O se ci fosse stato Albiol su uno dei calci d’angolo nell’area piccola della Viola più di un punto dall’amara Firenze i nostri lo avrebbero portato a casa.

La storia non si fa con i “se” e nemmeno i campionati di calcio, ma sono troppe le cadute di stile e di tecnica di un intero reparto da quando l’ex Real Madrid non è al centro della difesa, per non pensare che senza di lui ci sia più di un problema.

Raul Albiol dal momento in cui è arrivato a Napoli – chiamato a gran voce da Rafa Benitez – ha garantito un granitico appoggio attorno a cui costruire un reparto, e una squadra, dal gusto finalmente europeo.

È grazie a lui se negli ultimi anni c’è stata la crescita esponenziale di Kalidou Koulibaly, gigante buono ma come ricorderemo tutti spaventato dalla sfida che rappresentava vestire la maglia azzurra. Mentre invece oggi il senegalese è un leader fatto – ma non finito – ancora troppo ingenuo, irruento molte volte e anche se la storia e i campionati non si fanno con i “se” è chiaro che con Raul Albiol al suo fianco il giovane non avrebbe ecceduto – come gli è capitato – per il richiamo del sangue e dell’orgoglio.

Raul Albiol classe 1985, centrale difensivo che all’occorrenza può ricoprire il ruolo di terzino o di centrocampista di difesa è uno la cui assenza in questo mese e mezzo ha cambiato il volto alla stagione del Napoli.

Perché in difesa, e lo diciamo chiaro e tondo il Napoli non è coperto.

Ci sono : Kalidou Koulibaly muro d’ebano monumentale, c’è Chiriches che è stato molto sfortunato, falcidiato dagli infortuni che lo hanno tenuto lontano dal campo è caduto ancora una volta in una delle ultime uscite, Luperto che dimostra quel piglio giusto ma ha poca esperienza europea, Maksimovic che disputa buone partite ma con delle dormite clamorose che sono costate care in più occasioni a tutta la squadra.

Poi ci sarebbe da affrontare il discorso sui terzini e su quanto in quel ruolo la società debba lavorare, ma in questa sede vogliamo rilevare esclusivamente l’importanza di un leader fatto e finito al centro della difesa che possa dettare i tempi di gioco e di rientro.

Albiol sarebbe dovuto tornare contro l’Udinese ma così non è stato, e ha preso la decisione, con il Napoli, di operarsi a Londra per la pulizia del tendine rotuleo del ginocchio sinistro. Sembrano farsi sempre più concrete le voci di un rientro in campo previsto il 18 aprile ma tutto dipenderà dalle capacità di recupero del giocatore.

Quanto è mancato Raul Albiol? 

La risposta è semplice : tantissimo.

In una stagione in cui lo storico capitano ha salutato la città e in cui si fatica a trovare un vero leader – se non nella persona e nel calciatore Callejon – uno con il fisico e la capacità di spintonare tecnicamente e emotivamente compagni e avversari, ci sentiamo di affermare che è mancato più dei goal di Mertens. Il Napoli ha bisogno di un leader fatto e finito, di una guida su cui possa fare affidamento un portiere brillante ma ancora acerbo come Alex Meret, di qualcuno che faccia sentire il peso dei muscoli agli avversari e quello del cuore ai compagni di battaglia.

Non è un caso che come unico punto d’appiglio si sia rintracciato Callejon: spagnolo, classe 1987, arrivato con Rafa Benitez fa parte con Albiol di quel progetto “europeo” voluto ma incompiuto ormai molti anni fa. 

Forse, e questo è soltanto un consiglio, prima di pensare all’attacco, bisognerebbe guardare in casa nostra chi è rimasto – negli anni dei successi sfiorati e dei dolorosi addii –  per ripartire con nuove idee e rinnovato spirito. 

E magari in una città dove gli spagnoli storicamente hanno avuto fortuna, fare di Callejon e Albiol i due “vicerè” in campo potrebbe essere una buona scelta per ripartire. Non si può imputare sempre e tutto solo alla sfortuna : vincere e crescere insieme è una questione di volontà e uno come Raul Albiol deve soltanto rimettersi in piedi per continuare a dimostrarlo, a chi resta e a chi arriverà.

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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