Quante rimonte! Tutta colpa di Gattuso? Si o no
ACCUSA(PM LUIGI GIORDANO)
Il fallimento firmato Gattuso in questa stagione lo è nei risultati e soprattutto nelle rimonte subite. Un film visto e rivisto. Il Napoli nel girone d’andata è stato capace di passare in vantaggio in casa con lo Spezia, ma non è stato capace di gestire il vantaggio in campo del risultato e di superiorità numerica, subendo un’incredibile rimonta per 1 a 2. La storia si ripete sul campo dell’Hellas Verona, dove gli azzurri vanno in vantaggio dopo pochi minuti, per poi dissolversi e subire la rimonta del Verona per 3 a 1. Voliamo a Reggio Emilia, dove il Napoli al minuto 91 incredibilmente si trova in vantaggio, per poi sprecare tutto nell’ultimo minuto di recupero al minuto 93 concedendo un rigore ai neroverdi. Il Napoli passa in vantaggio contro l’Inter in casa ed incredibilmente smette di giocare, non gestisce e subisce il pari dei milanesi. Veniamo alla gara con il Cagliari, Gattuso legge ancora male la partita, sbaglia i cambi e subisce un incredibile pareggio dei sardi al minuto 91. La chicca finale è arrivata contro il Verona demotivato, dopo il vantaggio iniziale, si è preso un gol ridicolo da dilettanti da parte di scaligeri. Il nodo gordiano di queste rimonte è il Sig. Gattuso che ha trasmesso paura alla squadra nel gestire lo svantaggio, sempre baricentro basso e lettura dei cambi discutibili. Con tutto ciò ha dimostrato l’inadeguatezza per la piazza di Napoli, lo dicono i numeri
DIFESA(AVV. ANTONIO LEMBO)
La partita con il Verona è stata certamente la cartina al tornasole della stagione azzurra. Un Napoli società e gruppo squadra capace di ritrovarsi solo nel girone di ritorno appena istituito il silenzio stampa. 43 punti nella seconda fase della stagione sono da cammino di altissima classifica. La squadra e la società non hanno saputo gestire le tensioni emerse durante la fase cruciale della stagione tra Dicembre e Febbraio con l’alibi seppur vero degli infortuni degli uomini migliori. Certo è che non è nell’ultima gara con il Verona che gli azzurri hanno perso il treno Champions. La squadra è arrivata stanca alla meta. Di testa e di fisico. Gestita malissimo l’ultima settimana a livello mentale. L’atteggiamento tattico ha inciso meno del solito. Si sono sbagliati passaggi elementari e ci si è innervositi più del dovuto quasi come se fossero gli altri a giocarsi qualcosa di importante e non gli azzurri. Il baricentro basso non è il male perché se guardiamo nuovamente il gol preso contro il Verona, arriva da un lancio dall’area di rigore degli scaligeri con la difesa azzurra alta e mal piazzata nelle marcature individuali. Proprio con il Verona non è stato questo il problema, anzi. È mancata completamente la testa e questo evidenzia la fragilità di un gruppo e la scarsa propensione della società e in parte anche del suo tecnico di scrollarsi di dosso la parte emotiva e di concentrarsi su quella razionale. Anche a Milano con l’Inter o nella Supercoppa con la Juve, il Napoli ha dimostrato di avere un eccessivo timore reverenziale verso queste squadre che in quel momento non erano per nulla nel loro miglior momento. Da questo deve ripartire il Napoli per il prossimo anno. Rifondare un progetto tecnico in declino ma soprattutto puntare a creare uno spirito meno emotivo che ha portato ad un passo dal traguardo ad inciampare nei lacci delle scarpe per non averli controllati.