PUSCEDDU:"QUESTO NAPOLI MERITA LA CHAMPIONS, LA STELLA E’ LAVEZZI. IL CAGLIARI STA CONFERMANDO IL TREND POSITIVO DEGL’ULTIMI ANNI"
Vittorio Pusceddu, sardo d.o.c. nato a Buggerru ( piccolo comune della recente provincia di Carbonia e Iglesias ) il 12 febbraio 1964, è stato uno dei terzini più quotati ed in voga degli anni '90, e, anche se ha solo sfiorato la maglia della Nazionale, il suo palmàres parla da se : Cagliari, Torino, Ascoli, Udinese, Verona, Napoli, ancora Cagliari, Fiorentina e dulcis in fundo di nuovo con la maglia del Toro, a chiudere nel 1998 una soddisfacente carriera iniziata nel 1984. Ha avuto come tecnici uomini del calibro di Trapattoni, Ranieri, Reja, Radice, Bagnoli etc. etc. Lo abbiamo ascoltato in qualità di doppio ex di Napoli e Cagliari ( ma il suo cuore, e non potrebbe essere altrimenti, batte per la squadra dei " 4 mori " ).
" Ho avuto la fortuna di iniziare con la squadra della mia terra, che allora disputava la serie B nel 1984 -'85. Allenatore era il compianto Veneranda che mi lanciò in prima squadra appena ventenne. Il campionato non andò nel migliore dei modi, arrivò Renzo Ulivieri al posto di Veneranda, ma la mia stagione fu più che positiva, tanto che fui acquistato dal Torino di Gigi Radice, sergente di ferro che amava si ridere e scherzare, ma sul lavoro era terribilmente serio. La squadra andò bene, anche se io giocai poco. Mi tolsi però la soddisfazione di fare un gol a Walter Zenga ( Inter – Torino 3 -3 ) in quella che era un po' la mia specialità : il tiro da fuori area. Il Toro alla fine arrivò 4°, qualificandosi per la coppa Uefa dell' anno successivo. Avevo compagni come Junior, Zaccarelli, Dossena. Io sbaraccai nuovamente per approdare prima all' Ascoli di Castagner, e poi all' Udinese di " Picchio " De Sisti ".
Il nome di Pusceddu comincia a circolare quando arriva al Verona di Bagnoli…
" Giunsi a Verona in un momento terribilmente difficile; La società era in piena crisi economica , e per evitare l' onta del fallimento, fu costretta a cambiare addirittura l' intera rosa, tanto che al ritiro pre-campionato, eravamo 18 giocatori nuovi ! Per fortuna era rimasto Osvaldo Bagnoli, il tecnico dello scudetto, che aveva la straordinaria capacità di farsi ascoltare senza alzare mai la voce. Lo scarso amalgama fra di noi lo pagammo nel girone d' andata, dove fornimmo delle prestazioni mediocre. Quando iniziammo a conoscerci meglio, in campo cominciò a vedersi la differenza. Disputammo un magnifico girone di ritorno, sfiorando la clamorosa impresa di salvarci. Battemmo pure il Milan di Sacchi regalando in pratica il titolo al Napoli di Maradona. Alla fine purtroppo sarà serie B ma l' anno dopo, con Fascetti allenatore, conquistammo immediatamente la promozione in A. Io giocai titolare fisso in entrambi i campionati, segnando complessivamente 7 gol."
Finalmente arriva la chiamata di una grande : il Napoli
" Arrivai assieme a Claudio Ranieri, nel primo difficile capitolo del post – Maradona ( siamo nel 1991 -'92 ). Con me sbarcò pure Laurent Blanc, al suo primo anno in Italia. C' erano elementi del calibro di Crippa, De Napoli e gli stranieri Careca e Alemao che, oltre ad essere dei grandi campioni, portavano con se l' allegria tipica dei sudamericani. Il Napoli disputò un grande campionato, e fino alla sconfitta con il Milan a gennaio, eravamo pure in lotta per il titolo. Corrado Ferlaino era un grande presidente, molto presente come tutta la società nella vita della squadra. A malincuore a fine campionato dovetti andarmene, a causa di alcune incomprensioni con i tifosi. E' passato del tempo, ritengo inutile tornare su certi argomenti. Quello che mi rimane è il grande affetto che ancora oggi mi lega a tutto l' ambiente napoletano, Città compresa. Centrammo il traguardo della qualificazione in Uefa con il 4° posto, anche se in 21 gare non andai mai a segno, ad eccezione di una gara di coppa Italia con la Roma, con un gran tiro da fuori. Mi resta il rammarico per essermene andato troppo presto."
Torna però al suo primo amore : il Cagliari
" Tornai a casa nell' ambito dell' operazione che portò Daniel Fonseca a Napoli. Trovai Carletto Mazzone come tecnico, ed iniziai il percorso più bello della mia carriera, con un ' insperata qualificazione in coppa Uefa, a scapito di formazioni come Sampdoria, Torino, Roma e lo stesso Napoli grazie al 6° posto finale. Era dai tempi gloriosi di Gigi Riva che il Cagliari non raggiungeva un simile traguardo. Ma l' impresa più bella la raggiungemmo l' anno seguente, quando con Bruno Giorgi alla guida, in Uefa scavalcammo un ostacolo dopo l' altro fino ad arrivare a giocarci la semifinale con l' Inter, che poi vinse la coppa. A Cagliari vincemmo 3 -2, ma nel ritorno a S. Siro praticamente non scendemmo neppure in campo. Certo l' inter giocò una grande partita vincendo per 3 -0, con un Berti che in dubbio per infortunio sino alla vigilia, disputò una gara eccezionale, correndo a 2000 all' ora…Ma noi fummo l' ombra di noi stessi. Peccato, per il Cagliari una grande occasione storica sfumata."
Con il Cagliari gioca dal 1992 al 1996, con uno " score " di 10 reti in 125. Poi arriva la Fiorentina
" Ritrovai Claudio Ranieri alla guida dei viola. Che squadra era quella, con Batistuta, Rui Costa, Oliveira. Vincemmo la Supercoppa italiana con il Milan per 2 -1, ed in coppa delle coppe ( come già mi successe con il Cagliari ) la strada si interruppe in semifinale con il Barcellona del primo Ronaldo. Ho ancora oggi il rimpianto per quella coppa sfumata, sono convinto che in finale quel trofeo l' avremmo vinto noi. Ancor oggi è il maggior rimpianto che mi porto dentro. "
L' addio al Torino
" Gioco ancora una stagione in B con i granata, e una volta di più giungo a sfiorare un traguardo, con la promozione sfumata ai rigori contro il Perugia. Appendo le scarpe al chiodo, e prendo il patentino da allenatore. Faccio il secondo di Eddy Reja a Cagliari nel 2003 -2004, quando con Zola capitano i rossoblu conquistarono la serie A. Poi ho allenato il Teverola in serie D, una società dilettantistica sarda. Siamo arrivati al 2° ed al 3° posto, ma i paly -off ci sono sempre stati fatali. Oggi vivo a Verona dove mi sono sposato, in attesa di ridiscendere in pista. Ma il cuore resta sempre sardo a tutti gli effetti !"
Un giudizio sul Napoli e il Cagliari di oggi
" Il Cagliari sta ripetendo le buone stagioni trascorse con Allegri, grazie al lavoro svolto prima da Bisoli e adesso da Donadoni. Il Napoli mostra un gioco spumeggiante, con un Cavani super, e con Lavezzi che ritengo uno dei migliori talenti che oggi si esprimono in Italia. Walter Mazzarri magari non sarà un mostro di simpatia, ma in campo da tutto il meglio di se, ed i risultati si vedono. Inoltre gli azzurri, sono una delle poche squadre che riescono ad attuare la difesa a tre nel migliore dei modi. Continiando così, la qualificazione in Champions non potrà sfuggire ad Hamsik e compagni ".
STATISTICHE
Da quando è tornato in A il Napoli ancora non è riuscito a battere il Cagliari, cogliendo l' ultimo successo in B la sera del 27 marzo 2004 per 1-0, grazie ad un gol di Davide Dionigi. Il Cagliari ha rovinato l' esordio in A del Napoli di Reja il 26 agosto 2007, con un secco 2 -0 firmato da Matri e Foggia. L' anno scorso ( 25a apirle 2010 ) è finita con uno 0 -0 privo di squilli di tromba da entrambi i lati. Complessivamente il Cagliari ha vinto in 4 occasioni, i pareggi sino stati 9, le vittorie del Napoli 16. Bando alla scaramanzia : Domenica ci auguriamo che esca finalmente il numero 17. Ed in più si gioca di sera, come quella ormai lontana volta di ben sette anni fa…