PRESIDENTE, NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO IL REGALO CE LO FACCIA LEI
Altri novanta minuti e sarà finita. Finalmente. Non ne possiamo più di vedere questi personaggi infangare il nome, la maglia e la storia del nostro Napoli. Nel giro di cinque mesi ci hanno fatto passare dalla favola, alla barzelletta del campionato. I motivi? Solo loro ce li potrebbero spiegare ma, ahinoi, non possono perché vige imperterrito un silenzio stampa che col passare delle domeniche diventa sempre più irritante e grottesco. Da quello che è trapelato, però, questo gruppo non ne esce proprio con la coscienza pulita. Beghe interne e continue richieste di aumento degli ingaggi, sono sintomi evidenti di scarso attaccamento alla causa azzurra. In pratica i calciatori sembrano non sentirsi parte di un progetto. Non si vede in campo quell’unità di intenti che ti spinge a superare i momenti di difficoltà. Ora più che mai quel cerchio propiziatorio per caricarsi prima del fischio d’inizio, sembra quasi uno squallido obbligo da ottemperare per salvare l’immagine della squadra.Quello che tanto si temeva, alla fine è capitato: questi ragazzini si sono montati la testa. Non c’è nessuno, né in campo né in società, che abbia quella personalità e quel carisma indispensabili per far crescere il gruppo. Questa lacuna, ormai fin troppo palese, là può colmare solo il presidente.
Don Aurelio, lei probabilmente ha da imparare ancora tanto nel mondo del calcio, ma come si gestisce un’azienda lo dovrebbe sapere bene, considerato il suo successo imprenditoriale. Al Napoli, è evidente, ci vuole personalità fuori e dentro al campo. La sua azienda non può reggersi sulle spalle di una sola persona che tra poco, visto l’andazzo, si sostituirà persino al medico sociale. Una società di calcio moderna che vuole essere tale, ha bisogno di un organigramma all’altezza e di investimenti importanti nel settore giovanile. Allo stesso modo, presidente, si affidi a calciatori che siano prima uomini e poi campioni. C’è bisogno di gente d’esperienza in tutti i settori del campo, che possa caricarsi sulle spalle la squadra nei momenti critici della stagione. Anche se questo dovesse significare allargare un poco in più i cordoni della borsa. In caso contrario, ci faccia capire una volta e per sempre lei dove vuole arrivare con il nostro Napoli. La gente ha avuto in lei una fiducia incondizionata sin da subito. Merita di capire che futuro attende la loro squadra. Certo, la scelta di affidare la panchina a Donadoni è stato un segnale importante della sua volontà di crescita. Adesso però l’aspettiamo alla prova del nove, quella del mercato.