PAOLO DI CANIO: "AL NAPOLI ERO UNA STELLA, A TAVOLA MI ARRABBIAI PER LA MANCATA QUALIFICAZIONE AI MONDIALI DEL 1994, MIO PADRE MI DIEDE UNO SCHIAFFO"
Idealmente Paolo Di Canio vorrebbe essere una combinazione di Fabio Capello, suo allenatore al Milan, ed Harry Redknapp, che lo ha guidato al West Ham. "Harry non e' un vero allenatore ma e' molto intelligente, e' furbo come una volpe – continua – Alle volte mi lasciava fuori dagli allenamenti perche' sapeva che avrei dato di matto se avessi parlato con lui, ma conosceva il mio impegno e diceva che sarei stato il primo giocatore che avrebbe inserito in una squadra ideale. Magari non ero il migliore tecnicamente ma per passione vorrei pure io un centinaio di Di Canio allo Swindon". L'ex attaccante parla anche del rapporto con la sua famiglia e di come sia cresciuto in fretta. "Alla Lazio, a inizio carriera, ero un idolo ma ho vissuto a casa per 18 mesi per dare ai miei genitori tutto quello che guadagnavo al punto che non avevo nemmeno i soldi per comprarmi un'auto. E mio padre mi ha dato la miglior lezione della mia vita".- "Avevo 25 anni, ero una stella al Napoli, ero un marito e un padre. Ero arrabbiato per non essere stato convocato per i Mondiali del '94 e a tavola ho risposto male a mia madre. Davanti a tutti, comprese mia moglie e mia figlia, mio padre si e' alzato e mi ha dato uno schiaffo. Me l'ero meritato, ero stato arrogante e stupido". Da allora di acqua sotto i ponti ne e' passata, "a 32 anni non pensavo che sarei diventato un allenatore ma il calcio e' come una droga, una missione per me".
Antonino Fiorino (fonte: Resport.it)