Ora basta: si salvi almeno la dignità!

Dentro o fuori: non ci sono mezze misure. Discorso che vale sia per Gattuso che per il Napoli, che aveva il dovere di onorare al meglio questa competizione anche per spirito di devozione nei confronti di Diego Armando Maradona, il più grande di tutti i tempi che ha consentito ai partenopei di alzare al cielo anche la Coppa Uefa. Nella decisiva gara, valevole per il ritorno dei sedicesimi di finale, Gattuso opta per un 3-4-1-2 con Zielinski alle spalle di Politano e Insigne. Uno dei primi tempi più imbarazzanti della gestione Gattuso: i partenopei durano soltanto tre minuti, salvo poi riversarsi come di consueto nella propria metà campo e facendosi mettere sotto dal palleggio degli ospiti. Le premesse sembravano ottimali, poiché perfino il buon Bakayoko era riuscito a recuperare palla a centrocampo, per poi lanciare Piotr Zielinski che con le sue infinite doti balistiche è riuscito ad avanzare nella metà campo avversaria, a portarsi la palla sul mancino e a battere Rui Silva sul primo palo. Potrebbe essere la scossa per dar via alla svolta, ma le pile si esauriscono dopo soli centottanta minuti. Il modesto Granada inizia a palleggiare con ordine e fluidità, fa girare bene la sfera da una parte all’altra del campo senza perdere tempo con inutili tocchetti. Inspiegabilmente il Napoli abbassa il proprio baricentro, facendosi colpire ancora una volta dentro la propria area di rigore. Alla prima vera occasione gli spagnoli colpiscono: Kenedy e Foulquier combinano bene sulla destra e il terzino crossa al centro per Montoro, che ha tutto il tempo di inserirsi tra Maksimovic e Rrahmani, per poi colpire indisturbato di testa e battere Meret. Era lecito aspettarsi un Napoli più arrembante, magari con qualche idea più chiara rispetto alle ultime uscite. Invece neanche stavolta le aspettative vengono rispettate e il solo lampo di genio di Zielinski è troppo poco per quelle che dovrebbero essere le ambizioni di questa società. La partita si incattivisce, complice anche l’atteggiamento di alcuni calciatori del Granada che cercano di guadagnare in tutti i modi qualche minuto prezioso in vista del traguardo, e il direttore di gara non può fare altro che estrarre sei cartellini gialli nell’arco di pochi secondi. La confusione totale di Rino Gattuso è testimoniato dell’ulteriore cambio di modulo effettuato nella ripresa, inserendo Ghoulam in luogo di Maksimovic e passando nuovamente alla difesa a quattro. Il Napoli va avanti per inerzia e trova il secondo gol al quattordicesimo con un’azione che parte sempre dai piedi di Zielinski, che apre per Insigne, il quale sfrutta il cattivo posizionamento della difesa ospite e manda Fabian Ruiz davanti alla porta, che non sbaglia a tu per tu con Rui Silva, seppur con un tiro non irresistibile. Con Ghoulam in campo è tutt’altra musica: il terzino algerino mette subito in mostra le proprie qualità, andando ad effettuare sempre cross insidiosi verso l’area avversaria. Il problema è che questi non vengono raccolti a dovere dai propri compagni. Gli ultimi tentativi, chiaramente senza alcuna logica, da parte del Napoli non vanno minimamente a buon fine. Un plauso a Faouzi Ghoulam, che è stato tra i pochi a crederci realmente fino al settimo minuto di recupero. Il Napoli ha fallito, Gatruso ancora di più. Game over, ora basta per davvero!

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