NEL VUOTO DEL S. PAOLO IL NAPOLI RITROVA IL PRIMATO

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In un S. Paolo deserto, in cui per la prima volta si sente il fischio d’inizio dell’arbitro, ed in cui il direttore di gara, a sua volta,  riesce ad espellere un giocatore della panchina perché addirittura ne distingue la voce e l’inflessione dialettale, il Napoli trova un successo preziosissimo che non solo gli consente di agganciare la Juventus in vetta alla classifica, ma soprattutto di aumentare il gap con le inseguitrici. E’ successo tutto nell’irreale cornice dello stadio “S’Paolo”, unico impianto che fino a sabato non aveva risentito minimamente del generale calo degli spettatori sugli spalti ma che, dopo l’ennesimo lutto generato dalla follia omicida che ormai da anni ha invaso il calcio, ha dovuto subire lo scempio di essere un teatro privo di spettatori, una struttura creata per essere luogo di spettacolo ma che non può assolvere alla sua funzione: il S. Paolo, per la prima volta ed in condivisione ad altri stadi d’Italia, ha contribuito a rappresentare il grande e vergognoso monumento alla stupidità umana.

Non che se ci fossero stati spettatori sugli spalti questi avrebbero goduto di un grande spettacolo calcistico, ma almeno avrebbero potuto gioire assieme ai giocatori per l’importante risultato.

Il Napoli continua a seguire la sceneggiatura scritta dal tecnico Reja. Squadra raccolta, guardinga, in cui è vietato offendere se non si trovano prima gli equilibri difensivi. Ed il Napoli sta mandando a memoria le lezioni del suo condottiero.

Col Piacenza poche le sbavature in difesa ma enorme fatica nel costruire veloci, imprevedibili e pungenti azioni d’attacco. Non si gioca sugli esterni e i due centrali di centrocampo con maggior vocazione offensiva giocano troppo dietro. Ne consegue l’inoffensività in attacco, l’incapacità di cogliere impreparata la robusta difesa a 4 del Piacenza, che sabato è stata graziata anche per non aver trovato il miglior De Zerbi ad impensierirla. L’attaccante bresciano è stato, forse, quello che più di tutti ha subito la mancanza dell’apporto dei tifosi. Lo si è visto poco concentrato e non in grande forma fisica, non riuscendo mai ad impensierire gli avversari ne a prendere per mano la squadra.

Dal suo canto la squadra di Iachini non ha fatto molto per impaurire il Napoli, salvo metterla in apprensione in alcune ripartente con Riccio e Nocerino, i migliori della squadra emiliana e giocatori che farebbero al caso del Napoli per le loro doti tecniche e la loro capacità nelle ripartenze. In attacco il solo Rantier, con i suoi guizzi, ha messo un po’ in ansia Cannavaro, per il resto il Napoli, pur non convincendo ancora sul piano del gioco, ha avuto la supremazia territoriale ed un buon possesso palla.

Il gol è venuto dall’uomo simbolo di questo Napoli, El Pampa Sosa, giocatore non di qualità ma di peso e di sostanza, sempre pronto e reattivo quando viene chiamato in causa a partita in corso. Ancora più sorprendente il suo gol se si pensa che l’argentino nemmeno sarebbe dovuto entrare in campo ed il suo impiego è stato dovuto ad un banale errore nella compilazione delle liste ufficiali di gara. Il centravanti ha messo a segno un gol non difficile nell’esecuzione ma che per costruzione e per la grande abilità dell’ariete argentino di trovare la giusta posizione, rimane di notevole fattura.

Ancora una volta in luce Grava nel Napoli, giocatore che sta meravigliando per la sua continuità e la concretezza. Non dispiace nemmeno Gatti in regia a patto che gli altri due mediani Bogliacino e Dalla Bona si propongano con maggior frequenza e convinzione in avanti.

Contro l’Arezzo di Sarri e dell’ex Floro Flores il Napoli perderà Calaiò ma potrà contare su Bucchi e De Zerbi, in uno stadio che resterà vuoto ma che speriamo torni ad essere la sede di ottime prestazioni da parte degli azzurri oltre che di vittorie importanti. Reja deve fare una scelta di fondo: o tenere bloccati gli esterni (Grava e Savini) e far salire maggiormente la squadra con Bogliacino e Dalla Bona o sfruttare gli esterni con giocatori con maggior vocazione offensiva come Rullo e Trotta, disponendo di Domizzi come alternativa a Gatti. La posizione occupata nel secondo tempo non è ignota al calciatore romano, considerati i trascorsi da centrocampista nelle giovanili della Lazio; in quella posizione può far bene e garantire gli equilibri difensivi a cui Reja tiene in modo particolare. Contro l’Arezzo certi esperimento si possono fare, sperando che il tifosi, quando ritorneranno a sedere sugli spalti al S. Paolo, trovino non solo un Napoli primo in classifica ma una squadra che dia il gusto di pagare il prezzo del biglietto, mostrando per le vie di fatto, l’enorme potenziale di cui gode, fin’ora, in gran parte, inespresso.

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