NATALE AL SAN PAOLO

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È un sogno. Non si può definire altrimenti. Se c’è una sola persona che scommetteva su un Napoli, questo Napoli, al secondo posto in classifica a fine 2010 a tre punti dal Milan, si faccia vivo che gli offro un caffè. Una classifica imprevista ed imprevedibile, e se vogliamo non è neanche la notizia più bella di tutte. Perché davvero, di cose belle da sviscerare ce ne sono tante.Innanzitutto il Napoli della ormai celeberrima “zona Mazzarri” in questo momento rappresenta l’essenza stessa del calcio, quell’urlo liberatorio che ti fa dimenticare per un attimo di qualsiasi problema grazie alle emozioni travolgenti che solo un gol ti sa dare. Povero chi non l’ha mai provato. Quando poi si segna oltre il 90’, come ormai è consuetudine per gli azzurri, quell’urlo diventa esaltazione allo stato puro, delirio incontrollabile che ti fa sentire il centro del mondo, un privilegiato in un’èlite di fortunati. Da un punto di vista meramente tecnico, invece, le buone notizie vengono da un gruppo che si alimenta dell’entusiasmo che esso stesso genera, una sorta di auto-propellente che sembra non finire mai. Il talento di Hamsik e Lavezzi; la spinta inesauribile di Maggio e Dossena; la grinta e la sostanza di qualsiasi mediano schieri Mazzarri, che sia Gargano, Pazienza o la sorpresa Yebda; lo spirito di sacrificio di chi aspetta zitto il suo momento in panchina ed è pronto a dare il sangue quando poi è chiamato in causa; ma soprattutto la potenza esplosiva di Edinson Cavani, il vero crack del mercato italiano. Sedici milioni per un ragazzo di 23 anni che sa segnare in qualsiasi maniera e da qualsiasi posizione (il gol di oggi è qualcosa di sensazionale) e che ha margini di miglioramento inimmaginabili: si tratta di un affarone, uno di quei treni che passano raramente nella vita. Bravo e fortunato Bigon ad averlo preso al volo. 

Insomma, tutto gira alla perfezione, e in quest’orchestra magnifica non si sentono neanche le note stonate, che pure ci sono. C’è Sosa che è sempre più indecifrabile, un oggetto misterioso che potrebbe giocare a badminton o a ping pong, ma di sicuro non ha la cattiveria necessaria per giocare a calcio; c’è Zuniga che è troppo altalenante e troppo poco incisivo per valere i 9 milioni spesi per lui da Marino; sostanzialmente manca un’alternativa a Lavezzi, oltre ad un grande difensore centrale, ma queste non sono certo cose che scopriamo oggi. Il fatto è che oggi non ci interessa neanche tanto, non è un motivo valido per rovinarsi un Natale che per i colori azzurri non era così luminoso da vent’anni.Che l’ennesima grande festa del San Paolo serva da trampolino di lancio per un 2011 in cui si può seriamente spiccare il volo. Evidentemente quest’anno siamo stati buoni, perché Babbo Natale ci ha lasciato un albero carico carico di meraviglie. Un bel regalo è già arrivato ma potremo scartarlo soltanto a giugno. Sappiamo cosa c’è nel pacco, dicono che Federico Fernandez sia uno dei più forti difensori argentini emergenti. Speriamo che adesso anche il mercato di gennaio sia all’altezza della situazione, per sistemare anche le ultime pecche di un organico che, sebbene obiettivamente meno attrezzato di tanti altri, sta facendo sognare un pubblico che da tantissimo tempo non aspettava altro.

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