NAPOLI – JUVENTUS: GIOCO, PARTITA, INCONTRO!
Il countdown è ormai giunto al capolinea, l’attesa è agli sgoccioli. E’ dal giorno della stesura dei calendari che i tifosi, hanno segnato col cerchietto rosso questa data; il calcio non è formato da mostri d’acciaio o da mostri futuristici, i simboli semplici sono quelli che rendono l’idea: il ciuccio contro la zebra, ovvero l’instancabile lavoratore che sfida l’animale tutelato; Napoli – Juventus non è una partita qualsiasi, è la sfida che non muore mai, quella che si rinnova continuamente lasciando sempre al massimo quel sapore forte e deciso, ricco e immortale. Un napoletano può avere una fede bianconera, se così non è allora la odio; non c’è una via di mezzo: dentro o fuori, pro o contro e questo rende la sfida tra nord e sud una specie di derby; quasi tutti i media, etichettano tale sfida come quella che ne vale la stagione, Reja l’ha intravista come quella che può lanciare la propria squadra a traguardi altissimi, i tifosi vogliono vincerla e basta, poi domani si vedrà.
Napoli e Juventus si presentano alla sfida con la consapevolezza di non poter fallire, azzurri e bianconeri non godono un grande momento con gli ospiti acciaccati e i padroni di casa timidi e timorosi, Ranieri “esonerato” dai tifosi e confermato dalla società, Reja mai amato fino in fondo dal pubblico e sostenuto da fortuna e risultati, mai tanto sale avrebbe reso saporito tale antipasto di campionato. Peccato che il contorno sarà striminzito, la grande cornice di pubblico sarà macchiata dai cancelli chiusi delle curve con gli abbonati increduli al pensiero di aver speso 1/3 di quel tagliando esclusivamente per questa partita per poi vederla a casa, in un bar, in una pizzeria, ma si sa, anche questo verrà dimenticato quando la sfida avrà inizio.
Ranieri alle prese con l’infermeria piena e l’incredibile pressione sul collo di chi sa che un fallimento potrebbe ridimensionare le idee belliche, programmate con troppa superficialità e alimentata dalla scarsa obiettività di addetti ai lavori e simpatizzanti: indisponibili Jorge Andrade, Zanetti, Legrottaglie, Zebina, Trezeguet, Iaquinta, Mellberg, Camoranesi e Buffon, Sissoko è squalificato; niente da fare quindi per l’italo – argentino che insieme all’ex attaccante dell’Udinese, ha lavorato ancora a parte, confermando il suo forfait; in compenso, Ranieri, può puntare su Alessandro Del Piero, uno di quelli che quando vede azzurro si esalta, castigando sempre gli azzurri da quattordici anni a questa parte, diventando il seguace di Pietro Paolo Virdis, uno che tra Milan e Lecce fece vedere le streghe ai tifosi partenopei. 4-4-2 senza troppe modifiche, ma con qualche cerotto in più: Manninger (13) difenderà la porta juventina; difesa a quattro con Grygera (21) sulla destra, Knezevic (15) e Chiellini (3) nel mezzo con Molinaro (28) a sinistra; centrocampo con Salihamidzic (7), Marchisio (19), Poulsen (18) e Nedved (11) in vantaggio su Giovinco; attacco formato dalla “bestia anti – Napoli” Del Piero (10) e l’ex Amauri (8).Ballottaggi: Nedved 70% – Giovinco 30%; Molinaro 65% – De Ceglie 35%; Marchisio 80% – Tiago 20%
Come detto, è una Juventus rabberciata, ma comunque pericolosa e meritevole di rispetto e grande attenzione: l’attacco è il punto forte dove si Del Piero resta pericoloso per la sua vena realizzativa, ma anche Amauri potrebbe dare grande preoccupazione essendo una punta completa con forza e tecnica, senza dimenticare che resta un tipo di prima punta da grande movimento; centrocampo con i due esterni, Salihamidzic e Nedved, che faranno spesso un lavoro a sincronia: mentre il ceco sale arrivando fino alle spalle delle punte, il bosniaco potrebbe ripiegare per non sbilanciare il centrocampo, d’altro canto si potrebbe vedere una situazione dove Nedved resterebbe più bloccato sulla sinistra e il bosniaco a cercare il fondo per qualche cross; la difesa, non è certamente una palizzata in ferro e acciaio: Chiellini è l’uomo con più qualità e forza, dovrebbe prendere in consegna la prima punta azzurra, l’ex livornese Knezevic unitamente a Grygera non fa della velocità la sua grande arma e potrebbero essere dolori quando puntati da Lavezzi.
Reja non ha paura, sa che il coraggio sta proprio nell’affrontarla, ma talvolta la sua voglia di attendere gli gioca qualche brutto scherzo, stavolta non sarà così: nel suo 3-5-2 non ci saranno Bogliacino e Pià ancora ai box: Iezzo (1) torna tra i pali; difesa con Santacroce (13), Cannavaro (28) e Contini (96); centrocampo solito con Maggio (11) sulla destra, Blasi (8), Gargano (23) e Hamsik (17) nel mezzo con Vitale (3) a sinistra; attacco temibile con Lavezzi (7) e Denis (9) che sembra aver guadagnato punti su Zalayeta. Ballottaggi: Denis 55% – Zalayeta (45%; Vitale 75% – Aronica 25%
Il Napoli si dimostra superiore soprattutto per uomini e caratteristiche: in attacco Denis potrebbe anche trovare qualche difficoltà con Chiellini ma Lavezzi potrebbe avere vita non difficile contro Knezevic, inoltre i suoi movimenti ad uscire si sposano con uno dei grandi difetti dell’ex livornese: infatti Knezevic tende spesso a seguire l’uomo in molte zone del campo, l’uscita dalla zona rossa dell’argentino potrebbe aprire grandi varchi per Hamsik che comunque dovrebbe essere guardato a vista da Poulsen, accadde una situazione simile in Livorno – Napoli quando Calaiò segnò il primo gol, proprio in virtù del movimento a uscire di Sosa sul cross di Gargano; Blasi dovrebbe piazzarsi su Nedved per poi lasciarlo a Santacroce nei venti metri, così come Contini dovrebbe impegnarsi su Del Piero e Cannavaro su Amauri, interessante vedere la prestazione del capitano che arriva da un periodo di poca brillantezza, ma la sua voglia di rivalsa e, da napoletano purissimo, potrebbe esaltarsi contro tale avversario. Saranno fondamentali Maggio sulla destra e Gargano nel mezzo: il primo si troverà di fronte Molinaro, non certo insuperabile, e potrebbe così trovarsi spazi e palloni utili; il secondo, troverà un centrocampo senza un vero e proprio regista, ambiente ideale per uno che regista non è facendo del dinamismo la sua grande arma. Infine, discorso attaccante: Denis dovrebbe essere preferito a Zalayeta in modo da tenere basso il reparto difensivo essendo un uomo d’area di rigore, l’uruguayano, invece, rientrando troppo spesso potrebbe dare difficoltà nella ricerca della superiorità numerica