NAPOLI CHIAMA, MILANO RISPONDE?
Un respiro bello profondo per dilatare al massimo i polmoni ed assaporare al meglio la salubre aria della vetta. Un momento da gustare dopo anni trascorsi tra le esalazioni tossiche di campionati anonimi, da dannato tra i dannati. Un incubo così recente che pare ancora dietro l'angolo se non ci fosse questo meraviglioso panorama a ricordarci quanto siano diverse le cose ora. Un orizzonte che più azzurro non potrebbe essere, un cielo finalmente terso e libero da nuvoloni neri, carichi di continui e sempre più gravi problemi. Il dolce sapore della vetta con quella brezza pungente che ti solca il viso, facendoti un poco girare la testa che da tanto tempo non eravamo abituati a queste altitudini. Quasi vent'anni, un'eternità. Se ti volti indietro puoi ancora scorgere le fresche orme della scalata, dalla prima all'ultima, snodate su un lungo e tortuosissimo sentiero. Quattro anni per percorrerlo e piazzare con orgoglio la propria bandierina lassù. Davanti a tutti, proprio come succedeva negli anni d'oro di un Napoli che pareva irripetibile, un mito destinato a prendersi la scena nei secoli dei secoli. Forse non sarà così, forse sta nascendo un degno erede in grado di ripercorrerne i passi e rievocarne le gesta.
Magari rispolverando, come un vecchio leitmotiv, l'antica sfida con le grandi del nord. Proprio come venti anni fa. Quando la carovana Napoli percorreva lo Stivale in lungo e in largo, guidata dai guizzi magici di un giocatore irripetibile. La seconda metà degli anni ottanta contraddistinta dal dualsimo Milano- Napoli che descriveva e riassumeva al meglio una contrapposizione non solo calcistica ma soprattutto socio-culturale. Un motivo di rivalsa di fronte alle continue mortificazioni di tutti i giorni. Ora, come allora, sudditanza e complessi di inferiorità finiscono sottochiave per lasciare spazio a sogni inimmaginabili, grazie alle serpentine folgoranti di un altro scugnizzo argentino che porta Diego disegnato sulla pelle e tatuato nel proprio cuore. Un nuovo messia per rinverdire i fasti di sfide epocali finite ad ammuffire nell'angolino dei ricordi a causa delle annate scellerate che conosciamo a memoria. Sfide finite che sono tornate ad essere infinite. Ancora Milano e Napoli, poli opposti che si attraggono in questa nuova era calcistica. Due mondi e due modi di fare calcio distanti anni luce, accomunati da una classifica che sembra un tuffo nel passato con gli azzurri issati in cima e i diavoli rossoneri leggermente attardati ma pronti allo sgambetto risolutivo, forti di una sicurezza maturata nel corso di anni ricchi di vittorie prestigiose e importanti trofei. Anni in cui il nord chiamava e il sud non rispondeva più, troppo impegnato a districarsi tra nodi stretti e robusti che ha contribuito in prima persona a creare. Ora è il Napoli a chiamare e ad attendere la risposta dei campioni del mondo uscenti. Proprio così. La Napoli soffocata da mille problemi torna a chiamare la moderna e civile Milano e lo fa pure da una posizione privilegiata, guardandola dall'alto in basso poichè la geografia, almeno nel pallone, si è capovolta trovando in Napoli un nuovo polo calcistico di riferimento. Un riscatto sportivo atteso ed esploso con estrema naturalezza poichè preparato e determinato da un nesso di causalità e non di casualità.
I sogni più reconditi trasformati nuovamente in realtà permettono ad una città intera di sognare ad occhi aperti, avendo finalmente sotto il proprio naso ciò che si desiderava da tempo. Tornare a suscitare l'antipatia sportiva dei più quotati avversari, spazzando via quell'alone di simpatia e quelle parole di circostanza con cui si trattano i deboli. E' il Napoli dallo sguardo furbo del Pocho Lavezzi e dai capelli appuntiti di Marekiaro Hamsik, giocolieri concreti capaci di trasformare in gol e punti tutti i palloni che toccano, uova d'oro di una gallina che è tornata generosa di talenti. Futuri protagonisti di una storia pronta a nuovi e ad appassionanti capitoli. A partire da domenica quando si tornerà a San Siro, al cospetto di avversari pluridecorati, medagliati, titolati e chi più ne ha più ne metta. Fieri di una posizione strameritata e con la voglia di mantenerla il più a lungo possibile perchè è troppo bello stare lassù, e non per guardare tutti dall'alto in basso, ma per farsi guardare e pure un po' invidiare. Come succede alle grandi squadre. Come accadeva a quel Napoli che pareva irripetibile ed invece sta tornando a farci sognare. Un Napoli altrettanto bello ma in modo diverso. Con gli occhi bene aperti, persi nell'orizzonte azzurro, respirando nuovamente la fresca aria della vetta.