MUSICA, BALLI E CANTI…ITALIA E SPAGNA TRAVOLTE DA UN’UNICA PASSIONE
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Ormai è diffuso in tutto l'ambiente calcistico il rituale pre partita della musica. Baldi giovani calciatori che scendono dal pullman ricoperti da enormi cuffie per isolarsi e concentrarsi al meglio sulla partita da affrontare. Nel Napoli probabilmente Zuniga è il massimo cultore di questo rito, ma sicuramente anche i neo acquisti spagnoli non disdegnano ascoltare un po' di musica per rilassarsi e raccogliere i pensieri, dopotutto sono tante le passioni che accomunano l'Italia e la Spagna e una delle più radicate e travolgenti è sicuramente l'amore per la musica e in particolar modo la danza. Già nel 1600 la cultura spagnola ha avuto un forte ascendente in Italia, soprattutto grazie all'utilizzo della chitarra, che pian piano ha iniziato a far parte della nostra cultura come strumento fondamentale per le prime composizioni, si chiamava chitarriglia e ha preso il sopravvento in poco tempo.
Altro aspetto importante, come detto, è la danza che è entrata in Italia con gli stili. Probabilmente il ballo più caratteristico e stranamente poco conosciuto in Italia, è la Sardana, un tipo di ballo circolare della regione della Catalogna. La leggenda narra che il ballo venne inventato quando la Catalogna occupò la Sardegna (da qui Sardana) e viene eseguito ogni domenica davanti alla Cattedrale di Santa Eulalia.
Discorso a parte per il flamenco che ha reso famosa la Spagna in tutto il mondo. Introdotto nel 1800 nei caffè di lusso è diventato un vero e proprio corteggiamento caliente, e una decina di anni fa venne rilanciato in Italia grazie ad un famoso film di Leonardo Pieraccioni, dove l'attore toscano si innamorava di una ballerina di flamenco in tourneè. Ma probabilmente la danza che più avvicina Napoli alla Spagna è la Jota, un ballo folcloristico che si canta e si balla con l'accompagnamento delle castañuelas (nacchere). Gli interpreti indossano costumi regionali e per certi versi può ricordare la nostra tammurriata che con il passare del tempo ha visto l'introduzione delle nacchere accanto al triccheballacche e al putipù, strumenti fondamentali e tipici della tradizione partenopea. I fatti parlano chiaro già 400 anni fa l'amore tra Napoli e Spagna era presente, vivo e passionale.