MA QUANDO SPARIAMO I MORTARETTI?

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La festa sta per portarsi a compimento. Si aspetta solo lo sparo dei mortaretti, i classici fuochi artificiali che, a chiusura di manifestazioni importanti, in segno di gioia salutano quel che è stato e danno appuntamento alla prossima occasione.

Noi napoletani, di fuochi artificiali negli anni difficili vissuti dalla Società Sportiva Calcio Napoli ne abbiamo potuto accendere pochi.

Quei ricordi che segnarono il destino di quella dirigenza serviranno solo alla storia, per raccontarla ai posteri. Non si ripresenteranno. Li abbiamo messi alle spalle.

Questo è quanto traspare dalla nuova linea di azione e programmazione.

Ma quanto è successo a San Giovanni Valdarno, nel secondo periodo di gioco, non ha lasciato molto soddisfatti. Una gara che, volendo, si poteva vincere senza rischiare, La vittoria di un mai domo Frosinone ha impaurito soprattutto i calciatori, in campo per destinazione. E se fosse stata questa la partita che avrebbe fatto saltare i nervi al Presidente? I richiami sarebbero stati giusti. Li avrebbero meritati tutti, forse anche più marcati: almeno contro il Martina avevano vinto. La Napoli del pallone ancora non può far rinascere la tradizione. L’appuntamento con il definitivo salto di qualità viene sempre rimandato.. I fuochi a mare che si fanno esplodere in segno d’avvenuta liberazione non li vogliono far saltare in aria.

Nonostante tutto, la Napoli Soccer non continuerà ad arricchire Macalli. Ancora oggi la società fa respirare la serie C grazie alla poca incisività che mette nelle gare importanti. La Napoli Soccer e il Genoa, che l’alimentano con la loro presenza, presto andranno via, lasciando gli altri nella completa solitudine di una volta.

Il calcio di serie A è moribondo. Al suo capezzale rimangono le solite squadre.

Sono quelle che assorbono tutto il necessario che servirebbe per le altre.

La presenza della Napoli Soccer, e di altre città metropolitane, aprirebbe i rubinetti delle loro comunità per abbeverare le altre che rischiano di rimanere assetate.

Facciamo presto, non fateci vivere ancora nell’angoscia. Avete le possibilità e le qualità per chiudere ogni discorso con quale domenica di anticipo.

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