Lo Zibaldone azzurro: Roma-Napoli dalla A alla Z
Riviviamo la partita di ieri pomeriggio con il classico gioco dell’alfabeto
Approccio devastante: il Napoli affonda il colpo alla prima vera occasione. Primi minuti di gara che danno fiducia, bisogna aggredire gli avversari fin dal primo istante.
Bordata di fischi per i capitolini: una squadra senza capo né coda, ridotta letteralmente in macerie. Demolirli calcisticamente fa sempre piacere. Sana rivalità.
Callejon- Leader silenzioso che effettua un lavoro straordinario in entrambe le fasi. Prestazione superlativa coronata dall’assist per il momentaneo 1-2. Insostituibile.
‘Derby del Sole’, che di derby però ha ben poco. Una sola squadra in campo che passeggia su una miriade di frammenti. Trasferta di salute.
Eroico in alcuni frangenti del match, con le solite chiusure provvidenziali in occasione dei rari tentativi pericolosi da parte dei giallorossi. Koulibaly giganteggia e annulla gli attaccanti avversari, Dzeko su tutti.
Folgoranti le progressioni di Fabiàn, che riesce sempre a tagliare a fette la mediana avversaria con una qualità impressionante. Calciatore d’altri tempi, fenomenale!
Gestione del primo vantaggio quantomeno discutibile: con una rivale in queste condizioni non bisogna esitare a sferrare il colpo mortifero immediatamente.
Hysaj- L’incubo Perotti non lo mette in difficoltà come negli scorsi precedenti, anche se qualche pericolo in ogni caso viene creato. Tutto sommato si limita all’ordinaria amministrazione.
Insicuro su qualche intervento, sia in uscita che in una respinta sul tiro di Cristante. Non la miglior prova per Meret, ma il tempo è tutto dalla sua parte.
Leziosi gli azzurri dal terzo al quarantacinquesimo minuto del primo tempo. Bisogna limare tutti i dettagli per sperare di eliminare l’Arsenal e raggiungere l’unico obiettivo stagionale.
Meravigliosa la giocata di Arek Milik che controlla la palla con un tacco volante per poi fulminare il povero Olsen. Tutto in un fazzoletto, tutto in un secondo. Se continua così il polacco può davvero rappresentare un fattore di importanza cruciale.
Nove assist e dieci reti per il folletto belga Dries Mertens. Non vedrà la porta come due anni fa ma costituisce sempre un elemento chiave in tutti i sistemi di gioco. Non sarà facile cambiare il tandem d’attacco, Ancelotti ed Insigne ne sono consapevoli…
Opportunista Amin Younes che pochi minuti dopo il suo ingresso in campo approfitta di un rimpallo in area e timbra per la seconda volta il cartellino, con un minutaggio complessivo di poco più di ottanta minuti. Cinico.
Pressing o meno, la Roma non riesce ad effettuare due passaggi di seguito. A dir poco impresentabili.
Quattro reti in trasferta: sicuramente un segnale importante, ma il divario poteva essere anche più ampio. La Roma è stata graziata (non si esagera).
Rarissime le trame di gioco proposte dagli uomini di Ranieri, tuttavia bisogna dare merito anche all’impeccabile organizzazione tattica del Napoli, mai sbilanciato.
Scene tragicomiche in casa capitolina. Dopo l’ennesima sciocchezza di Olsen, Manolas scuote la testa in segno di impotenza e rassegnazione. Parte della tifoseria giallorossa intanto pensa ad intonare i soliti cori. Contenti loro…
Terza stagione consecutiva con due vittorie su due nelle trasferte romane. Record nella storia della società: è sempre un piacere.
Utilissimi per mandare in tilt i già “disorientati” esterni della Roma. Ounas e Younes peggiorano la situazione catastrofica.
Verdi- Era lecito aspettarsi un sussulto di orgoglio da parte sua e di fatto risponde presente. Prestazione di ottimo livello per l’ex Bologna con gol e assist delizioso. Unica pecca la rete fallita a tu per tu con Olsen.
Zaniolo- Il calciatore più in forma tra le fila della Roma ha dei problemi nel pre-gara ed è costretto a dare forfait. Senza di lui non c’è un minimo di movimento. Mancano le basi.