L’ARCIERE E’ TORNATO
Si sarà letto ed ascoltato mille volte durante il lungo periodo di astinenza dal gol di Emanuele Calaiò dell’aspetto psicologico legato al dilemma calcistico dell’attaccante.
Si ripeteva continuamente che una volta sbloccatosi non si sarebbe più fermato ed avrebbe trascinato il Napoli a suon di gol. Ebbene, mai tanto chiacchiericcio è stato più profetico. Calaiò, inconcludente e nervoso fino alla gara contro la Pistoiese dello scorso 5 Febbraio, in quell’occasione l’arciere azzurro è tornato a ritrovare il feeling perduto con la porta realizzando addirittura una doppietta e scagliando, come solo lui sa fare, una freccia verso i tifosi in occasione della seconda segnatura per festeggiare alla sua maniera. E poi ha concesso il tris nella sfortunata gara di Castellammare di Stabia, ed infine domenica scorsa contro il Gela ha timbrato il cartellino con una rete da rapinatore di area di rigore ribadendo nella porta avversaria la sua prima conclusione che aveva colpito un suo compagno di squadra. Quattro reti in tre partite, capocannoniere del torneo (in coabitazione con Evacuo) con dodici sigilli, ma non soltanto questo.
Parliamo di Calaiò ritrovato perché l’attaccante siciliano ha impressionato anche per giocate di prima, lampi di classe cristallina e movimenti senza palla. Vivace come non mai e concreto come deve essere l’attaccante di razza; in una parola: completo.
Questa è d’altronde la prima volta che vediamo Calaiò esibire tutte le sue credenziali dal suo arrivo sotto il Vesuvio. L’anno scorso, infatti, non aveva certo conquistato un posto nel cuore dei tifosi, tanto è vero che era arrivato addirittura a perdere il posto da titolare nell’occasione della finale play-off contro l’Avellino. Quest’anno nonostante gli otto gol iniziali che avevano messo in luce le doti soltanto realizzative del bomber non che si potesse parlare di metamorfosi.
Il tempo dirà se stiamo vedendo giusto o meno, ma nel frattempo un plauso va fatto all’allenatore Reja che lo ha "inventato" seconda punta e lo ha costantemente pungolato usando il bastone e la carota. Vedremo se l’arciere azzurro riconoscerà al suo allenatore il merito di averlo gestito al meglio anche dal punto di vista psicologico, o magari sarà manifesto se a fine campionato sulla tabella dei marcatori il nome "Calaiò" sarà abbinato ad una cifra che comincia con il numero 2.