LA METAMORFOSI: INLER E QUEL CENTROCAMPO IN UN PUGNO

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Diciassette milioni di euro, non certo noccioline soprattutto di questi tempi. Tanto è costato Gokhan Inler, centrocampista di nazionalità svizzera e turco di origine. "Non spendo tanti soldi per un ventisettenne" tuonò Aurelio De Laurentiis nel gioco delle parti che il calciomercato mette in mostra ogni estate. Diciassette milioni, quanti bei soldini, fino a qualche tempo fa erano praticamente sprecati, bruciati, malspesi e oggi, invece, sembrano diventare un affare poichè pochi atleti riescono a mostrare forza fisica, intelligenza e maturità in un sol colpo.Gokhan, in Friuli, era il barbaro e all'ombra del Vesuvio si è subito trasformato in turco-napoletano, nel bel ricordo di Totò. Il leone nella mediana, proprio quello che serviva, tanto da mascherarsi nel giorno della presentazione per un po' di sano divertimento e per ricordare che, tutto sommato, il calcio è un gioco, uno show, e qualche risata non fa mai male. Un leone che tarda a riconoscere la propria savana fino a carburare nel finale di stagione offrendo prestazioni all'altezza di quei diciassette milioni.

L'inizio di questa stagione, invece, è piuttosto particolare: più che un leone, Inler sembra un gattino docile e rigonfio, un animale da salotto da non disturbare fino a quando non ha tirato fuori gli artigli graffiando l'avversario a più non posso. Dopo tre mesi di alti e bassi, Gokhan si riprende il centrocampo da autentico leader sprigionando una forza devastante in fase di copertura ed elevando ulteriormente il potenziale offensivo già ampiamente soddisfacente con Hamsik e Cavani. Ecco, Gokhan Inler, il vero uomo da diciassette milioni di euro e che oggi, addirittura, sembrerebbero pure pochi. Una metamorfosi ben riconoscibile partita proprio dalle difficoltà tattiche dovute al cambiamento tra Udinese, Napoli e Nazionale.

Udinese e Nazionale.  In bianconero, così come con la propria nazionale, Inler aveva trovato il suo elisir per prestazioni di altissimo livello. Il modulo a lui congeniale, 3-5-2, con due interni al suo fianco per due compiti completamente diversi. In Friuli, Inler era affiancato da Asamoah e Isla con il ghanese pronto a staccarsi verso l'esterno sinistro mentre il cileno stringeva per diventare punto di riferimento in zona centrale. Praticamente, Inler era sempre sorretto, assistito, aiutato con la possibilità di scaricare vicino e portarsi a protezione della difesa sfruttando la propria fisicità. Discorso analogo anche la nazionale con Behrami e Gerlson Fernandes al proprio fianco con il primo chiamato a coprire sul settore di destra, dove spesso corre Shaqiri, mentre l'altro, trovato poi proprio a Udine, tendeva a spostarsi nel mezzo proprio per aiutare Inler e fase difensiva. In questo contesti, Gokhan godeva della possibilità di giocare in modo semplice in un raggio d'azione limitato.

Napoli, i cambiamenti e l'esplosione. In maglia azzurra, invece, le cose sono molto diverse. Il centrocampo è praticamente a due visto che Hamsik spesso e volentieri appoggia la fase di costruzione offensiva lasciando Inler e Gargano nel mezzo con l'uruguayano chiamato a recuperare quanti più palloni possibili per poi lasciare la costruzione al centrocampista svizzera. Il problema, però, è nelle caratteristiche: Gargano non tende a spostarsi sull'esterno bensì predilige le vie centrali lasciando scoperto il fianco destro nel momento in cui Maggio parte a manetta. In più occasioni, infatti, Inler è stato costretto a giocare in totale inferiorità numerica poichè costretto al lancio lungo esterno per Maggio in fase offensiva e praticamente solo in mediana in fase di ripiego con Gargano che sale in pressione e Hamsik sulla trequarti avversaria. Ecco le difficoltà principali di Inler abbattute solo nel mese di Febbraio quando Mazzarri decise di allineare in mediana anche lo slovacco concedendo più supporto a Inler.La stagione appena cominciata prevedeva una buona idea nella soluzione sbagliata: via Gargano ed ecco Behrami, compagno di Inler in nazionale e corridore spietato, ma anche qui qualche meccanismo salta: Maggio spinge, Behrami tende a coprirlo, Hamsik sale sulla trequarti e Inler è ancora solo in mediana costretto a fare da incontrista, regista e diga. Un esagerazione anche per un calciatore da 30 milioni di euro! La soluzione? Trovata! Quasi inspiegabilmente e con estrema facilità: Hamsik definitivamente sulla trequarti, Behrami nel mezzo molto più vicino al connazionale e Maggio bloccato sul settore di destra puntando il gioco sulla potenza e sul fraseggio senza scaricare gli esterni. Un piccolo cambio, ma essenziale perchè Inler comincia a diventare devastante in mediana sorretto da un incontrista come Behrami e spesso appoggiato da Hamsik che rientra per cercare palloni giocabili. Vale solo come condimento, e che condimento, la finalizzazione con i goal contro Milan e Pescara.

E meno male che su di lui si erano scatenate le solite critiche estemporanee addirittura dalla fantasia più assurda: tempo fa, infatti, qualcuno dipinse Gokhan come filo nazista perchè portava sulla schiena il numero 88, numero delle SS naziste, e la testa rasata da autentico skinhead. Certo, basta poco per sparare cavolate a raffica, magari Del Neri è Hitler perchè ha i baffi, Colantuono è Mussolini perchè pelato e Ciro Ferrara è Josef Mengele perchè porta gli occhiali! Tra assurdo e fantasia c'è tanta incompetenza. Tale precisazione arriva proprio dopo l'intervista di qualche giorno fa dove spiega proprio il motivo di quella maglia con il numero 88 a dimostrazione di un ragazzo con le idee chiare e la personalità giusta anche fuori dal campo. Qualità che non tutti possono vantare, del resto, altrimenti perchè Inler sarebbe accostato ad uno storico generale francese piuttosto che ad un dittatore tedesco?!

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