IN TESTA LA JUVE FA SUL SERIO, SORRIDE PER IL DOPPIO PRIMATO LA CITTA’ DI GENOVA, MILAN E ROMA ALL’ INFERNO

Quattro squadre a punteggio pieno, quattro a secco ed altrettante imbattute. Soprattutto, un’indicazione di massima dopo i primi 180 minuti: non ci annoieremo, stavolta no. Emozioni, equilibrio, intensità, gol: la serie A offre questo ed altro. Delle protagoniste annunciate, soltanto la Juventus ha fatto l’en-plein. Ha sbancato Roma (1-3) ed ha scavato un solco importante con la Lupa di Spalletti: sei punti di differenza, che all’Olimpico si sono visti tutti. Se non altro, la Vecchia Signora ha Diego (nomen omen…), quel giocatore che ti può accendere la partita in qualsiasi istante. Le sue magie hanno illuminato l’Olimpico nonostante l’ennesimo black-out romanista. Troppo facile sfogarsi contro squadrette europee improbabili, ma il campionato è un’altra cosa: se ne è accorta, Rosella Sensi, che i gol incassati sono già sei? Nel frattempo faccia i complimenti a Ciro Ferrara: 4 panchine in serie A, 4 vittorie. Senza gavetta, ma di questi tempi non sembra essere peccato.

Se Atene piange, Sparta stavolta ride. Perché la Lazio di Ballardini pare essere un rullo compressore. Ha vinto (1-2) anche a Verona, ed anche in questo caso c’è un attore protagonista che si chiama Julio Cruz. Dura poco il Chievo: Di Carlo sa bene che per salvarsi serve un altro miracolo, e che i miracoli non riescono tutti i giorni. Lotito si goda una squadra che può regalargli tante soddisfazioni senza per questo pesare oltremodo sui bilanci societari, e che ha già distanziato adeguatamente i cugini giallorossi.

In vetta c’è una città con dodici punti. Genova esulta con il Genoa e con la Samp, che hanno già mandato un segnale ai propri tifosi: quest’anno il duello sarà equilibrato. Si parlava di fuoriclasse, ed i blucerchiati si tengono stretto Fantantonio, misteriosamente ignorato da Lippi nonostante i suoi lampi di genio. Si inchina anche l’Udinese (3-1), il cui portiere ha limitato i danni anche su Cassano che dal dischetto ha graziato i bianconeri. Sull’altra sponda, c’è poco da dire. Gasperini aveva tutti gli attaccanti fuori ed una squadra fisicamente spremuta dagli ultimi impegni. Si è inventato una formazione che ha espugnato Bergamo (0-1), lasciando sul fondo l’Atalanta. Un consiglio al giovane presidente Ruggeri: (ri)valuti bene la scelta degli uomini, in serie A non possono lavorare tutti…

Insegue (ed è una notizia) l’Inter, che però nell’anticipo ha riscattato alla grande il deludente debutto “sbancando” San Siro (0-4) e danzando sulle rovine di un Milan in crisi. Partita emblematica nei suoi risvolti pratici: l’Inter l’ha vinta grazie agli innesti di un mercato intelligente (Milito e Motta, senza dimenticare Eto’o), che ha innalzato il tasso qualitativo di una squadra finalmente bella a vedersi; il Milan l’ha persa anche a causa di una gestione dilettantistica della panchina. Paradigmatico il tardivo cambio di Gattuso, rimasto in campo nonostante l’infortunio: “Ringhio” ha prima causato un calcio di rigore, poi si è fatto ingenuamente espellere. Applausi al Settore tecnico della Figc, che regala patentini come caramelle.

Vincono in casa Fiorentina e Parma. I viola confermano il loro buon momento e, dopo aver centrato la qualificazione europea, rimandano (1-0) il Palermo formato trasferta. Zenga non chiuderà occhio, sapendo che questa sconfitta gli complica il cammino-scudetto, o forse farebbe meglio a concentrarsi sui limiti di una squadra che, finora, ha raccolto più di quanto meritasse? Problemi seri, mai quanto quelli del collega Atzori, il cui esordio nella massima serie sembra essere un incubo. Sono sulla sua stessa barca i tifosi del Catania, che a Parma (2-1) rimedia un’altra sconfitta. Non è ancora chiaro dove cominciano i limiti degli etnei e dove iniziano i meriti degli emiliani, che si godranno per un altro anno il promettente Paloschi. 

Pronto riscatto del Siena, che sbanca Cagliari (1-3) grazie ad un super-Calaiò che aiuta il suo mentore Giampaolo a firmare la vendetta su Massimo Cellino. La speranza è che il massimo dirigente rossoblu non scarichi la sua rabbia su Allegri, bravo quanto il suo collega bianconero ma che sull’isola è stato trattato decisamente meglio. Se al Sant’Elia si sono divertiti, al San Nicola hanno prevalso gli sbadigli. Ce l’avessero detto prima, non avremmo visto neanche gli highlights: passi il campo impossibile, ma Bari e Bologna hanno offerto uno spettacolo indegno delle prime giornate di serie A (0-0) ed un pessimo spot per il magnate americano Barton. Poco male: dovesse rilevare il club dai Matarrese, si sarà già abituato ad avversari che vanno in trasferta con una sola punta.

Tornando ai presidenti fumantini, chissà cosa starà pensando Spinelli. Il Napoli ha fatto meglio del Livorno ed ha vinto (3-1) con merito, e sulla panchina dei locali c’era quel Donadoni costretto alle dimissioni quando gli amaranto veleggiavano in zona-Europa. Sull’altra sponda siede un tale Vittorio Russo, “prestanome” di Gennarino Ruotolo, uno che il patentino ancora non ce l’ha (ebbene sì, c’è ancora qualcuno che ne è sprovvisto). In attesa di conquistarselo fra i banchi di Coverciano, si goda le magie di Quagliarella: sono cose che neanche i docenti più preparati riusciranno mai a spiegare… 

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