HIGUAIN E CALLEJON STENDONO LA DEA: NAPOLI RE PER UNA NOTTE

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NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Mesto, Raul Albiol, Cannavaro, Armero; Dzemaili (85’ Radosevic), Inler; Insigne, Pandev (65’ Hamsik), Mertens (58’ Callejon); Higuain (Rafael, Colombo, Fernandez, Britos, Zuniga, Maggio, Behrami, D.Zapata). All. Benitez

ATALANTA (3-5-1-1): Consigli; Stendardo (78’ Livaja), Yepes, Lucchini; Raimondi, Baselli, Cigarini, Carmona, Del Grosso (65’ Brivio); Bonaventura (58’ Moralez; Denis (Sportiello, Livaja, Migliaccio, Canini, Brienza, Gagliardini, Marilungo, Koné, De Luca, Nica). All. Colantuono.

Arbitro: Rocchi (Firenze)

Guardalinee: Di Fiore (Aosta) – Passeri (Gubbio)

IV uomo: Longo (Paola)

Arbitri addizionali: Bergonzi (Genova) – Nasca (Bari)

Marcatori: 70’ Higuain, 81’ Callejon

Ammoniti: Cigarini (A), Callejon (N)

Espulsi: Cigarini (A)

Recupero: 1’ pt, 3’st.

Primo tempo rognoso e bloccato, vuoi per gambe imballate e mancanze di idee, vuoi per i meriti di un avversario ben messo in campo da un valido artigiano come Colantuono. Poi nella ripresa ci si sveglia, si insiste, si velocizza, entrano i pezzi da novanta e le cose tornano a posto. Così il Napoli ha battuto l’Atalanta: soffrendo, ma meritatamente. Così il Ciuccio è Re per una notte, aspettando le reazioni di Fiorentina e romane. Ma, appunto, che sudata per abbattere la linea Maginot bergamasca! Che fatica per avere ragione di una squadra che, ancora una volta, ha confermato la sua tradizione di guastafeste dei partenopei. Da tre stagioni a questa parte, mai una sfida tranquilla al San Paolo con la Dea. Comunque sia, un allenamento tosto per Benitez, in vista dell’impegno proibitivo, ma non impossibile, col Borussia nel debutto di Champions. Don Rafael mette a riposo Britos, Zuniga, Maggio, Callejon, Behrami e Hamsik; al loro posto spazio al ritrovato Capitan Cannavaro e a Mesto, Armero, Dzemaili, Pandev e il debuttante Insigne. Sull’altro fronte, il tecnico orobico si abbottona: largo a un 3-5-1-1, con Baselli dal primo minuto in linea mediana, insieme a Carmona e all’ex Cigarini, Lucchini a spalleggiare Yepes e Stendardo (altro ex) nel terzetto di difesa, Raimondi e Del Grosso sulle corsie laterali, Bonaventura sulla trequarti alle spalle del terzo ex della serata Denis. Nei primissimi minuti gli azzurri (o dovremmo dire i “mimetici’, visto che indossano l’attesa divisa camouflage …) provano a imporre il loro gioco e già al 4’ creano la prima occasione da rete: punizione di Mertens, Consigli esce a farfalle ma Dzemaili, staccando di testa fallisce il bersaglio. L’elvetico ci prova un giro di lancette dopo, col mancino, su una ribattuta conseguente a una conclusione di Pandev: a lato. Ma è proprio il piede dell’ex granata, al 10’, a innescare in maniera maldestra una prolungata azione bergamasca, al termine della quale Cigarini tenta la botta di sinistro, costringendo Reina alla parata in due tempi. Un minuto dopo è ancora un ex, Denis, a giungere in corsa su traversone teso di Del Grosso: tiro fiacco, l’ex Liverpool blocca. Sul capovolgimento di fronte sono ancora i partenopei a rendersi pericolosi, dacché Insigne, ben pescato da Dzemaili, scarica all’indietro per Pandev, il quale prova la soluzione di fino col destro, trovando la pronta opposizione di Consigli. Le occasioni prodotte, tuttavia, non nascondono le difficoltà con cui il Napoli deve fare fronte. Difficoltà dipese dall’avversario, chiuso sulle fasce laterali e in linea mediana, dove i bergamaschi fanno mucchio e chiudono ogni varco, pronti a scendere con le folate esterne di Raimondi e Del Grosso e le incursioni di Carmona e Cigarini. Difficoltà, però, causate anche da qualche errore in fase di impostazione commesso dai partenopei, che spesso si lanciano andare a clamorose leggerezze, forse dettate da una pizzico di frenesia dovuta al non riuscire a scardinare il muro nerazzurro. E l’Atalanta qualche apprensione la provoca, come al  25’, allorquando su punizione Cigarini impegna Reina dai 25 metri: l’iberico comunque blocca. Il tempo di rimettere la testa dall’altra parte e Pandev, imbeccato da Dzemaili, pecca di egoismo concludendo l’azione da solo anziché servire Higuain alla sua destra: palla fuori. Al 28’ persino Mesto di destro prova la sorpresa da fuori area, costringendo Consigli a distendersi e deviare in corner. Dalla zona dei tre punti tenta un fin lì evanescente Inler, al 31’, pure lui di destro, ma è una telefonata per l’estremo difensore lombardo. Intanto, dall’altra parte della barricata, gli ex di turno si fanno notare soprattutto per i falli: Denis manca il bersaglio di testa su cross di Del Grosso, ma lo fa aggrappandosi alle reni di Cannavaro (31’), mentre Cigarini ferma una fuga di Insigne con tackle proditorio, beccandosi l’ammonizione (35’). Nondimeno lo stesso regista atalantino fa un ennesimo tentativo dal limite dell’area al 38’, anche in questo caso Reina risponde presente. Vabbè che il ritmo del gioco di Benitez non è propriamente a 100 all’ora, ma tante, troppe volte i suoi chicos rallentano le manovre e i fraseggi. Altrettanto lente le idee, di chi deve dare il la all’attacco (Inler e Dzemaili), ma anche di chi deve scorrazzare sulle fasce o deve imperversare nel pieno della retroguardia avversaria. Per dirla breve, si sente la mancanza di Hamsik, eccome! E nelle ultimissime fasi della prima frazione, capita talvolta che l’Atalanta fa quel che vuole in proiezione offensiva, sebbene i rischi corsi da Reina e company non siano eccessivi. Servono le iniziative personali, ad esempio quella di Insigne che, in scadere di tempo, si decentra dalla sinistra, penetra in area ma spara centrale: facile per Consigli. Per quanto buono e pacioso, Don Rafael non si esimerebbe da una meritata d’orecchie agli azzurri negli spogliatoi: lentezza, imprecisione, frenesia, fors’anche sufficienza. Tutte cose che al castigliano non possono affatto piacere.

Come non può piacere al pubblico, che infatti fischia impietoso (e ne ha ben donde), il velleitario tentativo di Bonaventura da centrocampo, sul calcio d’inizio, a soli 4 secondi (!) dalla ripresa del gioco. Molto più credibili Insigne e Denis invece. Il frattese, quando l’orologio segna oramai 46, si libera di Yepes ma conclude ancora centrale, facendosi bloccare da Consigli. Il Tanque, sulla successiva ripartenza, impegna severamente Reina con un bel destro a giro dal vertice sinistro del limite dell’area. E i goal se li mangia anche Higuain: Mertens prende la mira e pesca Lorenzo, che di prima tocca per il Pipita, il quale da buona posizione manda alto di sinistro (49’). Un minuto dopo è nuovamente Insigne a imitarlo, con l’altro piede, su traversone lungo di Mesto. Neanche il piedone di Inler sortisce gli effetti sperati per gli azzurri al 53’: Consigli para in due tempi. Si spengono inutilmente le sortite di Mesto, le ritrovate apparizioni di Dzemaili, gli scatti di Insigne. Finanche la fortuna sembra voltare le spalle agli azzurri quando, su shoot di Pandev in piena area, la deviazione di Yepes spiazza il suo collega portiere, ma la sfera termine lemme in angolo. E l’Atalanta che fa? Si difende con ordine, pur soffrendo, e ogni tanto caccia il naso fuori dal sacco, con chi meno t’aspetti, ovverosia l’Under 21 Baselli, che ci prova da punizione al 60’: a lato. Frattanto Benitez mette mano alla prima mossa: out un generoso Mertens, in Callejon. E lo spagnolo, a due minuti dal suo ingresso in campo, imperversa in area e trova la leggera spinta proprio di Baselli. Rigore o no? Rocchi lascia correre. E fa cenno di alzarsi anche a Insigne, quando quattro minuti dopo il Magnifico si fa mettere giù da Lucchini: anche qui rimane il mistero … La Dea si chiude a riccio, e per bucare il suo muro il mister ha tentato la seconda mossa: fuori Pandev dentro Hamsik. E lo slovacco diventa l’uomo della provvidenza quando al 70’ riceve in area un suggerimento verticale di Insigne, elude la timida guardia di Yepes e scarica per Higuain che di prima, con un destro preciso a giro, fulmina finalmente Consigli, mandando la palla alla sua sinistra. Era ora, sant’Iddio! L’Atalanta pare accusare il colpo, specie dal punto di vista dei nervi; ne fa le spese Cigarini, che si fa ammonire per la seconda volta a causa di un intervento da dietro su Callejon, e va farsi la doccia anzitempo. Prima di uscire tra bordate di fischi, però, discute un po’ troppo animatamente con l’ex madridista: Rocchi lo segna sul taccuino. Poco dopo è ancora Higuain a fare tutto da solo, entrando in area e trovando il colpo di reni di Consigli sul suo sinistro piazzato. Colantuono, che per tutto il match non s’è ridotto soltanto a limitare i danni, non ci sta a perdere e tenta il suicidio: via Stendardo, dentro Livaja. Ma il Napoli ha il colpo del ko bello pronto da infornare: Insigne semina il panico a sinistra e piazza al centro, Dzemaili fa velo in piena area e Callejon, solo dinanzi al portiere, lo trafigge con un secco mancino rasoterra. Oramai i partenopei hanno le ali ai piedi, e all’83’ Armero, scattato in contropiede, potrebbe fare tris se Carmona non intercettasse la sua conclusione da posizione defilata; poteva anche centrarla per Higuain, ma fa niente. E la terza rete la sfiora anche lo stesso Pipita, che dopo un dai e vai con Hamsik trova il pertugio per concludere col mancino, mandando la boccia fuori non di molto. Alla “sagra del 3-0 mancato” partecipa anche Callejon: bello il suo pallonetto dal limite al 91’, peccato che Consigli non ci caschi. Quando alla fine mancano trenta secondi, c’è anche spazio per l’ultimo brivido; lo regala Reina, uscendo a kamikaze su slancio estremo di Denis innescato da Livaja: palla in out, nessuno si fa male. Come non si fa male il Napoli, dopo la sofferenza e le noie dei primi 45’. Sofferenze e noie che, a prescindere dall’avversario, non dovremmo né potremmo rivedere con frequenza. Anche perché da mercoledì si fa sul serio: c’è la Champions, c’è il Borussia. Da lavorare ce ne’è ancora, ma per ora può anche andar bene così.

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