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Gattuso: quanto si può aspettare il cuore?

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Ringhio si…Ringhio no

Gennaro Ivan Gattuso nasce a Corigliano Calabro sotto il segno del capricorno, fatto che con il suo essere calabrese lo porta a essere: un testardo, uomo tutto di un pezzo, una persona vera.

Gattuso del suo lavoro prima come calciatore e poi come allenatore ne fa un rito maniacale. Arriva ai vertici del calcio mondiale, prima con il suo Milan e poi con la Nazionale, laureandosi campione del mondo nel 2006 a Berlino.

La carriera di Ringhio come giocatore è sotto gli occhi di tutti,quella di allenatore è decisamente in divenire.

Il ragazzo di Calabria tocca il cielo con un dito quando il suo Milan gli consegna le chiavi della prima squadra.

Purtroppo il periodo era di piena confusione societaria e Rino uomo vero non resta a dispetto dei santi. Il suo sofferto addio ai rossoneri arriva nel maggio 2019: “Decidere di lasciare la panchina del Milan non è semplice. Ma è una decisione che dovevo prendere. La mia è una scelta sofferta, ma ponderata. Rinuncio a due anni di contratto? Sì, perché la mia storia col Milan non potrà mai essere una questione di soldi“.

A campionato in corso viene chiamato dal Napoli per sostituire il suo maestro Ancelotti, e Rino riesce a dare una scossa all’ambiente e in un anno da considerare infernale porta a casa la coppa Italia.

Ben voluto dai tifosi e dalla squadra, Rino a dispetto dal suo ruolo di mediano, viene coinvolto da un’idea di gioco prettamente offensiva.

Aurelio innamorato di Ringhio gli propone il rinnovo del contratto fino al 2023.

Rino innamorato di Napoli e del Napoli fa intendere che mai lascerebbe questa panchina ma da uomo testardo, ritarda la firma non per soldi in più ma perché non vuole la clausola rescissoria ormai diventata di moda in casa Napoli: è una persona libera e tale vuole rimanere, la rinuncia ai due anni di contratto con il Milan è tutto dire.

Dice di se:

“Mia moglie dice che sono un pazzo da rinchiudere. Ho sempre vissuto alla giornata, nella vita sono arrivato sempre passo dopo passo”.

Nell’ambiente ci si domanda se sia giusto rinnovare con Gattuso.

Sarebbe il caso di orientarsi su un allenatore di prestigio?

Negli ultimi anni vogliamo ricordare gli ultimi quattro allenatori del Napoli: Mazzarri, Benitez, Sarri e Ancelotti.

Il maestro, l’allenatore manager Rafa Benitez, ha avuto il merito di costruire una squadra che è stata l’asse portante anche negli anni a seguire.

Carletto da Reggiolo – che rientrava tra gli allenatori di prestigio – è stato poco più di una meteora e nel secondo anno di gestione ha fatto in modo che la squadra gli si rivoltasse contro.

Invece con gli illustri sconosciuti Mazzarri e Sarri la squadra ha espresso il meglio sia come gioco che per risultati, il popolo azzurro si è innamorato dei due toscanacci, che hanno saputo aizzare le fantasie di una intera città portandola a un passo dal sogno.

Rino non è toscano ma ha carattere, ha sangue del sud e più degli addetti ai lavori è la città a dimostrargli di continuare a credere nel suo progetto. Del resto ha carisma e la squadra lo segue. Se potrà essere l’uomo giusto per portare la squadra ai successi che agogna da molto, solo il tempo ce lo dirà.

Per un momento, soprattutto in un contesto così difficile, sarebbe il caso di chiudere le penne e stare ad aspettare.

“Il paradiso può attendere” lo abbiamo scritto qualche settimana fa parlando di Gattuso e del suo futuro, ma di certo anche per affilare i forconi e condannare prima del tempo si può aspettare.

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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