Dimenticata Palermo. Si può fare!
Il meritato successo del Napoli sul Sassuolo è la prova che la brutta serata siciliana è alle spalle. E che il duello con la Roma per il 2° posto è aperto
Due erano i compiti che spettavano al Napoli nella non facile sfida contro il Sassuolo. Primo, accorciare ulteriormente le distanze dalla Roma e tenere a bada Lazio e Fiorentina. Secondo, mandare in soffitta la serataccia di Palermo e confermare i progressi visti durante la tranquilla gita di Trebisonda. Ebbene, pur non brillando totalmente di luce propria (soprattutto nel primo round), i ragazzi di Benitez hanno conseguito entrambi gli obiettivi. Hanno sì lasciato giochicchiare, fors’anche troppo, i grintosi e validi atleti di Di Francesco, per poi colpirli in maniera letale nel giro di nove minuti. Nove semplici giri di lancette, tanto è bastato affinché Zapata non facesse rimpiangere l’assente Higuain. Prima segnando con cocciuta caparbietà la rete che ha sbloccato il match: un duello solitario contro i difensori emiliani, un tiro a pallate contro il muro di Acerbi e Bianco costretto però a crollare e lasciare Consigli senza scampo. Poi confezionando da centravanti old school un assist invitante per Hamsik, e lì il titubante Marek non poteva assolutamente fallire. Vittoria ottenuta, dunque. Sudando, faticando più del dovuto nei confronti della buona organizzazione avversaria, ma meritando ampiamente la posta in palio. Oltre i tre punti, ovviamente, vi sono i due obiettivi conseguiti di cui sopra.
Intanto, quello di dimenticare Palermo. Traguardo centrato, sebbene nei primi 45′ si sia rivisto qualche temibile spettro del ‘Barbera’. Un po’ perché il Sassuolo non ha rinunciato ad aggredire (molto bene, peraltro) gli azzurri sino alla cintola, cercando di creare lo scompiglio con i continui movimenti delle punte e l’appoggio costante di Missiroli al reparto offensivo. Un po’ perché lì davanti Gabbiadini e company, a differenza dei loro colleghi neroverdi, si son mostrati lenti a smarcarsi senza palla. Oddio, forse l’ex doriano è stato l’unico a tentare di combinare qualcosa di buono, a differenza degli imprecisi e svogliati Callejon e Hamsik. Ed è tutto dire che a scendere sulle fasce siano stati i soli Ghoulam e Maggio, mentre in mediana Lopez e Gargano hanno svolto egregiamente i loro ruoli naturali. Cert’è che comunque la voglia di vincere non è mai mancata, altro che l’abulia mostrata in Sicilia. E nel secondo tempo è sfociata tutta insieme, in un botto: più grinta a centrocampo, maggior spinta a sinistra, meno balbettii da parte di Marek e Calleti. E soprattutto più concretezza, quella emersa nitida ed evidente nelle occasioni che hanno propiziato le due reti. Il tutto unito a un’inattesa sicurezza difensiva: sarà perché Andujar magari è leggermente (ma appena appena, eh …) più bravo di Rafael? Una sola parata, sì, ma è stato un meraviglioso volo d’angelo su bel tiro di Mangnanelli. Tanto basta a pensare a un cambio della guardia quasi definitivo.
E dunque, ecco la Roma. Lì, a tre punti, a una distanza incolmabile prima di Doha e ora invece perfettamente cancellabile. Un obiettivo possibile e decisamente alla portata, quello del secondo posto. La squadra di Garcia è in declino tecnicamente, fisicamente e a livello psicologico, senza più quella baldanza tale da pensare di lottare contro la Juventus, senza nemmeno la sicurezza di poter tenere botta agli assalti del Ciuccio. Un obiettivo raggiungibile alla luce di come il Napoli è invece in questo momento. Un collettivo recuperato, capace di compiere un passo falso ma di rialzarsi prontamente, sereno nell’animo e in una condizione fisica già buona ma ancor più migliorabile. Un gruppo in cui Mertens potrà anche farsi espellere scioccamente e Callejon divorarsi il 3-0 a pochi minuti dal gong: no problem, ci ha già pensato Zapata a mettere le cose a posto. Ci si viene incontro, ci si aiuta in questa squadra. Uno spirito positivo, una forza interiore plasmata da Benitez e trasmessa ai suoi ragazzi per una seconda parte di stagione che può regalare ancora tanto.