MA CHE COLPA ABBIAMO NOI

Napoli-Bayern Monaco amichevole

Giri l’angolo e leggi tricolore, parli con un amico e ti racconta dello Scudetto, prima tabù e poi sdoganato, con dilettantistica leggerezza. Luglio, squadra in ritiro e Presidente su di giri: “lotteremo per vincerlo, senza se e senza ma”. Uno scatto d’orgoglio, il colpo di teatro per cancellare le ombre di un mercato vuoto. Ah, quante volte avrà maledetto quell’infausta sera d’estate, fatta di promesse integralmente disattese. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: popolarità a picco, stadio mezzo vuoto, allenatore ad un passo dall’addio perché forse non più convinto del progetto e diversi giocatori con la valigia in mano. Ha inciso notevolmente la precoce eliminazione dalla Champions che, stando alle parole del patron, non avrebbe influito sugli investimenti programmati per rafforzare la squadra, ma questa è un’altra storia. Di fatto il Napoli, con largo anticipo, è stato costretto a dire addio ai sogni con largo anticipo, tradendo aspettative montate sul nulla. Era francamente impensabile infastidire le prime due, di livello nettamente superiore. E allora perché partecipare ad una corsa con proclami da bar sport? Il “chiarimento” è arrivato poche ore fa: “Si vince quando c’è un fronte unico composto da squadra, società e tifoseria. Lo scudetto ci sarà quando l’ambiente sarà maturo”. E così le responsabilità sarebbero da addossare alla piazza, volubile e soggetta a moti emozionali. Era lecito aspettarsi un passo indietro, un’ammissione di colpa serena e invece De Laurentiis ha tirato in ballo fattori che c’entrano poco o nulla. E la risposta più bella è arrivata proprio oggi: trentamila per un allenamento, entusiasmo alle stelle per la supercoppa italiana conquistata a Doha, biglietti a ruba per la gara di domenica undici con la Juventus, nonostante tariffe non proprio economiche. E De Laurentiis ringrazia così, con parole vuote che fanno troppo male.

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