CIUCCIO-GRIFONE, SFIDA TRA DUE DIFFERENTI STRATEGIE DI MERCATO

Un gemellaggio tra tifoserie che affossa le proprie radici nel lontano 1982. Un’amicizia resa ancor più salda in virtù della parallela risalita dagli inferi della serie C. Genoa-Napoli: un binomio pressoché inscindibile nel contesto dell’Italia del Pallone. Archiviata in modo più che soddisfacente la stagione del ritorno in A(ottavo posto per i campani, decimo per i liguri), il Ciuccio ed il Grifone hanno operato strategie di mercato diametralmente opposte. Pierpaolo Marino ha optato per la politica dei piccoli passi: pochi innesti mirati ad innalzare il tasso tecnico nonché a consolidare l’oramai proverbiale 3-5-2 di Edy Reja. Rino Foschi(peraltro dimessosi dal suo incarico) è stato –ebbene- artefice di una sontuosa campagna di rafforzamento che ha condotto sulla Riviera di Levante atleti del calibro di Diego Milito, Palladino e Gasbarroni. 

ABBONDANZA “ZENESE”   A dispetto delle cessioni di Borriello, Konko, Di Vaio e Bovo, Gian Piero Gasperini ha ben donde di cui rallegrarsi. Merito degli acquisti di notevolissimo spessore approdati alla sua corte. I sopraccitati Milito, Palladino e Gasbarroni, così come l’esperto centrale difensivo Ferrari, alimentano le velleità di grandezza dell’intero ambiente. Non solo: gli esterni Mesto e Modesto rappresentano il non plus ultra per l’impianto di gioco caro al tecnico di Grugliasco; stesso discorso vale per i jolly offensivi Olivera e Jankovic. A completare la farcitura della torta i difensori Biava, Bocchetti e Papastathopoulos.

OCULATEZZA AZZURRA   No revolution. Questo il leitmotiv della continuazione del work in progress firmato De Laurentiis-Marino. L’unico colpo deluxe è Cristian Maggio, nove reti lo scorso anno nella Sampdoria targata Mazzarri. Il tanto agognato centravanti di peso corrisponde al nome di German Denis, reduce da due stagioni di altissimo profilo all’Independiente(37 reti in 70 gare): sarà in grado di ripetere tali gesta in serie A? Aronica e Rinaudo rinfoltiscono un reparto orfano del fuggiasco Domizzi; il talentino Russotto approda al San Paolo con una valigia piena di sogni e la voglia matta di realizzarli. 

MILITO VS DENIS   “El Principe” contro “El Tanque”. Chi vincerà il duello tra “delanteros”? Avrà maggior peso specifico la leggiadria chirurgica dell’ex Saragozza o la dirompenza fisica del biondo di Lomas de Zamora? In netto vantaggio attualmente l’ “Al Pacino di Bernal”, autore di quattro centri in campionato contro l’unico sigillo dell’ex “Diablo de Avellaneda”. Impossibile ad ogni modo indicare colui che segnerà più reti, verosimile affermare che entrambi costituiscono l’optimum per le esigenze dei rispettivi allenatori. Sostituto ideale di Marco Borriello, a Milito spetterà il compito di finalizzare l’ingente mole di gioco costruita dal collettivo rossoblu. Non solo gol ma anche assist e sacrificio in nome della ragion di squadra: Denis – a dispetto della concorrenza di Zalayeta(nuovamente titolare a Lisbona) per una maglia da titolare – ha già dimostrato di poter interpretare alla perfezione il ruolo di partner del genio anarchico Lavezzi. 

CIUCCIO AVANTI, GRIFONE DA SCOPRIRE   Allo stato attuale delle cose gli azzurri appaiono tutt’altro che inferiori rispetto ai rossoblu. Tesi suffragata dagli ottimi risultati conseguiti in questo incipit di stagione: gli agevoli successi europei contro Panionios, Vllaznia e nell’andata della doppia sfida al Benfica, come pure la seconda posizione in campionato, conferiscono grosse credenziali al team di Reja. Da non sottovalutare inoltre l’inarrestabile crescita degli enfants prodige, su tutti il “new-Nedved” Marek Hamsik, il fresco campione olimpico Lavezzi e il “trottolino di Montevideo” Gargano. Resta tuttavia da verificare l’impatto con il triplice impegno(serie A, Uefa, Coppa Italia). Tutto da svelare orbene il “Vecchio Balordo”. Molteplici cambiamenti, per quanto di assoluto livello, non sempre fungono da garanzia di successo. Emblematico l’esempio del Torino nello scorso campionato: nonostante una corposa campagna acquisti, agguantò una mera salvezza sul calar di torneo. A Milito e soci l’onere di scogliere le riserve, in particolar modo per quanto attiene al rendimento esterno: tre sconfitte su tre disputate lontano da Genova (Catania, Palermo e Firenze) contro due rilevanti successi casalinghi su Milan(2-0) e Roma(3-1). 

 

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