CATANIA – NAPOLI: IL TABU’ DELL’AMICO SICILIANO. BLERIM ANCORA TITOLARISSIMO
Certo, in termini scaramantici quell'apertura del presidente De Laurentiis costerebbe qualche irritazione in determinate parti del corpo, ma razionalmente parlando quella frase buttata lì potrebbe essere interpretata in mille modi diversi: consapevolezza di non essere favoriti ma attrezzati per poterci, quanto meno, provare; input mediatico per far capire all'unico vero favorito di non essere soli, magari mettendo un pizzico di pressione in più; scaramanzia con la scaramanzia, anche quando si parla razionalmente, perchè chi vive all'ombra del Vesuvio sa bene che mescolare sacro e profano è praticamente il pane quotidiano da affiancare al pallone.
Non è un dilemma scespiriano, non si tratta di essere o non essere, il punto è che si è ma certe volte è come non si vorrebbe essere. Spesso, infatti, sembra quasi che il Napoli di metà anni '90 e inizio nuovo millennio sia più gradito, conveniente e particolarmente appropriato giusto per non intaccare quei santissimi anni '80. Una sorta di "restiamo piccoli perchè non vogliamo macchiare e dimenticare le imprese di Maradona". De Laurentiis esce allo scoperto e spezza questo piccolo pregiudizio inconscio. Adesso ci siamo anche noi, il passato resta nelle bacheche, nelle fotografie e nei cuori, ma oggi la realtà consiglia di alzarsi da quell'angolino e pensare a dove poter arrivare, magari solo per oggi e domani chissà.
Forse, in futuro, anche il campionato italiano sarà molto più simile al torneo spagnolo grazie a quelle innovazioni già avanzate dal patron azzurro, ma il vero problema in ottica nazionale è un altro: non è creare la squadra B, non è creare un campionato nazionale apposta per loro, visibile e qualitativamente accettabile, semmai il problema resta sempre nell'ideologia scartando un ragazzo italiano di vent'anni per prenderne un altro di 30 più pagato, magari anche più scarso, appagato e rotto, semplicemente perchè c'è quel nome finanziato e gonfiato dai media così come il paese d'appartenenza. Riconoscere che Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, Spagna, Portogallo e Germania offrono una cantera all'avanguardia è culturalmente appropriato, ma riconoscere anche che queste cantere funzionano perchè sfruttate rispetto a quelle italiane perennemente smembrate lo è altrettanto. Insomma, chi ci garantisce che Insigne, nome a caso, a 26 anni non sarà all'altezza, magari anche più elevato, di Robinho (nome non a caso)? Non lo sapremo mai senza avere il coraggio di dare fiducia e aspettare, giusto un po', prima di uscire allo scoperto e dichiarare con il sorriso beffardo: "Si! Ci siamo anche noi…"
Catania. Rolando Maran non ha iniziato la sua avventura catanese facendo sfracelli. Il suo 4-4-2 è stato accantonato fin da subito per adeguarsi a quel 4-3-2-1 diretto da Montella e che tanto bene ha fatto in passato. Oltretutto, qualche elemento di spicco come Spolli, Lodi e Almiron cominciano a battere cassa dopo i rinnovi di Gomez e, soprattutto, Barrientos. Metodo da contropiede per il tecnico siciliano che cozza con la propulsione di base fornita dalla velocità dei suoi interpreti. Occhio ai calci piazzati con Lodi in battuta diretta e la buona contraerea difensiva spesso letale nel gioco aereo; difesa lenta e macchinosa, ma fisicamente strutturata mentre il reparto avanzato vive sulle geometrie asimmetriche di Gomez che parte dall'esterno per tagliare tutta la trequarti avversaria
Formazione (4-3-3) Andujar (21); Alvarez (22), Spolli (3), Legrottaglie (6), Marchese (12); Almiron (4), Lodi (10), Biagianti (27); Gomez (17), Barrientos (28), Bergessio (9) All. Rolando Maran
Ballottaggi. Biagianti 70% – Sciacca 30%
Napoli. L'esternazione di De Laurentiis dettata anche dall'entusiasmo dopo l'ottimo inizio di stagione non verrà preso particolarmente bene da Mazzarri sempre pronto a far da pompiere quando è necessario. A Catania, torna il Napoli titolarissimo per mantenere quel 3-5-1-1-1 da gioco veloce, ampio, contropiedistico e dalla difesa alta. Dzemaili partirà da titolare in mediana così come Aronica per sostituire l'infortunato Britos; Zuniga e Maggio agiranno sugli esterni, ma dovrebbero trovare molto traffico visto che solo su palle inattive Marchese lascerà la propria posizione di difesa. Fondamentale potrebbe diventare Pandev galleggiando sulla trequarti avversaria costringendo Lodi più ad interdire che a impostare
Indisponibili. Britos
Formazione (3-5-1-1) De Sanctis (1); Campagnaro (14), Cannavaro (28), Aronica (6); Maggio (11), Dzemaili (20), Inler (88), Hamsik (17), Zuniga (18); Pandev (19); Cavani (7) All. Walter Mazzarri
Ballottaggi. Inler 90% – Behrami 10%