CALLETI E MAREKIARO FANNO 6: IL NAPOLI SUPERA UN VOLENTEROSO CATANIA

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NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Mesto (7’ Uvini), Fermandez, Albiol, Armero; Dzemaili, Behrami; Insigne (90’ Mertens), Hamsik, Callejón; Higuain (78’ Duvan Zapata) (Rafael, Colombo, Cannavaro, Radosevic, Inler, Bariti, Pandev). All. Benitez.

CATANIA (4-5-1): Andujar; Alvarez (82’ Rolin), Legrottaglie, Gyomber, Capuano; Castro, Izco (71’ Petkovic), Tachtsidis, Almiron, Biraghi (46’ Keko); Maxi Lopez (Frison, Ficara, Freire, Leto). All. De Canio.

Arbitro: Irrati (Pistoia)

Guardalinee:  Ghiandai (Arezzo) – Iori (Reggio Emilia)

IV uomo: Crispo (Genova)

Arbitri addizionali: Valeri (Roma 2) – Nasca (Bari)

Marcatori: 15’ Callejon (N), 20’ Hamsik (N), 25’ Castro (C)

Recupero: 2’ 30’’ pt, 3’ st.

E’ più forte di tutto questo Napoli. Più forte dell’avversario, un Catania volenteroso, talvolta sornione, ma di certo inferiore agli azzurri, con tutto il rispetto per il presidente Pulvirenti. Più forte della sfortuna, materializzatasi nelle occasione fallite (anche per imprecisione e frenesia, si badi), nonché nel guaio occorso a Mesto cinque giri dopo il via, che in mancanza dello squalificato Maggio ha costretto Benitez a far debuttare in Serie A un Uvini un pochettino impacciato. Buon per lui che i suoi colleghi hanno tenuto salde le fila difensive, dinanzi a una compagine rossazzurra che ha trovato il lampo con Castro, supportata dai cambi di movimento di Maxi Lopez, dall’imprevedibilità di Biraghi e, nel secondo tempo, dalla rapidità di Keko. Non moltissimo per impensierire Reina.

De Canio è sceso a Fuorigrotta lasciando a casa l’infermeria piena; l’ex tecnico azzurro deve inventarsi una formazione d’emergenza, con Gyomber al centro della difesa insieme a Legrottaglie, e Alvarez e Capuano esterni bassi. Centrocampo folto: Tachtsidis agisce al centro, Biraghi, difensivo puro, e Castro alti a sinistra e a destra, Izco e Almiron interni. Maxi Lopez, lì davanti, non sarà sempre solo soletto nel corso del match. Sul fronte azzurro, Benitez rimette Mesto sul suo lato naturale e Armero dalla parte opposta, riconfermando Fernandez al fianco di Albiol. Al posto di Inler c’è Dzemaili, con Behrami a fare legna. Callejon e Insigne fiancheggiano Hamsik, Higuain è l’ariete. Non è facile l’inizio per i partenopei: il Catania pressa molto fino alla cintola e fa densità a centrocampo, impedendo ai chicos di Benitez di venire avanti. E la mala sorte si abbatte, appunto, su Mesto, il quale va a rimetterci il ginocchio in un contrasto con Biraghi: siamo appena al 5’. Cannavaro dentro? No, Uvini! Per l’ex capitano, dunque, l’ennesima bocciatura. Non molto dopo (9’) arriva il primo tiro in porta ed è del Catania: un tiraccio di Alvarez al termine di una prolungata azione, alto sulla traversa. Passa un minuto e risponde il Napoli: discesa di Armero sulla sinistra, traversone del colombiano dal fondo e Higuain ci mette il capoccione, mandando la sfera oltre il montante alto. Faticano gli azzurri, ma crescono col passare del tempo e al 15’ mettono il naso avanti. Auspice ancora una volta il Pipita, che si destreggia tra le maglie catanesi e scarica su Dzemaili, lo svizzero tocca per il solito Callejon, il quale si crea lo spazio dal limite e spara un mancino a giro che lascia di stucco Andujar. Doccia fredda per i rossazzurri? Così pare, poiché il Napoli maramaldeggia. Al 18’, al termine di un’azione partorita sull’asse Callejon-Hamsik, Higuain raccoglie il suggerimento dall’area dello slovacco e, appena dietro, tira di sinistro mettendo alla prova i riflessi di Andujar. Sul successivo corner, Albiol raccoglie una mezza svirgolata di Fernandez e gira al volo col destro: alto: Ma il raddoppio è nell’aria, preciso, al 20’. Lo propizia Insigne, che imperversa ai 18 metri e serve proprio Hamsik: dal suo mancino parte una fucilata, l’estremo difensore siculo rimane immobile. La gara appare in discesa, eppure il Catania non si scompone. Tenta la sortita al 23’ con un altro tiraccio quello di Izco che termina in tribuna. Passa un minuto e il match si riapre, complice una dormita collettiva della difesa azzurra: Maxi Lopez taglia di tacco all’interno dell’area eludendo Uvini, Biraghi crossa, Armero si perde Castro e l’argentino con un destro al volo fulmina Reina. Le solite dormite dietro costano caro agli azzurri. I quali sembrano smarrire la sicurezza, penalizzati dal fatto che i siciliani ritrovato il coraggio dei primi minuti. E quando il Ciuccio corre avanti cercando di fare danni, l’Elefante approfitta delle praterie createsi per arrecare timori e apprensioni. A sinistra le cose vanno bene per il Napoli, grazie anche alla buona spinta di Armero e Insigne; molto meno a destra, ove Uvini sembra spaesato: sbaglia i controlli più elementari e si perde spesso il mobilissimo Biraghi. Per diversi minuti non succede praticamente nulla: gli azzurri o cercano di congelare il ritmo col giro palla o tentano qualche rapida azione di rimessa dopo aver rubato il possesso; i rossazzurri provano le sorprese in contropiede, seppur raramente. E non meravigliatevi: di tiri in porta non se ne vedono. O meglio, ce ne sarebbero almeno un paio, uno per parte: quello di Higuain (41’), su assist di Callejon, trova il muro del gigante Gyomber, e quello di Capuano (43’) è da non far vedere nelle scuole calcio. La prima frazione finisce nella noia. O quasi, perché il pubblico ospite trema per Tachtsidis, fattosi male dopo un contrasto con Dzemaili. E mentre le squadre imboccano il tunnel degli spogliatoi, la sensazione da parte napoletana è: bene, bravi, ma a centrocampo si soffre sempre quando si è in inferiorità numerica. Oramai è diventata una pericolosa abitudine per gli azzurri. E al loro cospetto i siciliani non nutrono timori reverenziali, anzi.

Alla ripresa c’è una novità tra le fila del Catania: Tachtsidis resiste, è Biraghi a lasciare il posto a Keko. Più spinta in avanti, De Canio vuole giocarsela. La sua squadra continua a profondere intensità e pressare, costringendo il Napoli a un possesso per la verità sterile. Non manca qualche distrazione gratuita da parte di Hamsik e soci, tanto in fase di impostazione come nel momento di difendere. Insomma, un Napoli bruttino nelle prime fasi della seconda frazione. Ma pronto a farsi vedere in attacco. Come al 54’, quando Higuain riceve in area un bel taglio verticale di Callejon e di destro impegna Andujar. Sugli sviluppi del successivo angolo, Callejon sventaglia verso la porta e Fernandez, completamente solo, non ripete l’exploit di Monaco di due anni or sono: la sua zuccata finisce fuori. Al 58’ è Hamsik a sfiorare la rete, su assist di Insigne: il destro dello slovacco dal limite viene respinto oltre la traversa da Andujar. Battuto l’angolo, Albiol liscia, poi riprende palla e fa una telefonata al portiere siculo: debole il suo destro al volo dal limite. L’assalto del Napoli prosegue. Al 61’ Insigne scende sulla sinistra e suggerisce per Higuain, il Pipita è spalle alla porta ai 18 metri e si gira sparando il destro, ma trova il bel riflesso di Andujar. Al 63’ ancora Fernandez raccoglie una ribattuta difensiva del Catania e tira alto sulla traversa dal vertice destro dell’area avversaria. Al 66’ Insigne su punizione pesca Albiol, il colpo di testa dello spagnolo viene deviato nuovamente da Andujar col corpo. Poco prima, il Catania ha gridato al rigore per una presunta trattenuta di Behrami su Castro: Irrati si è allontanato immediatamente. Altro pericolo del Napoli al 70’: traversone di Callejon, Higuain arriva prima di tutti ma manda a lato di testa. Malgrado la sofferenza, De Canio non abbassa la cresta: fuori Izco, dentro Petkovic, omonimo del tecnico della Lazio. Una punta pura per un centrocampista puro. Tempo un minuto (72’) e ancora il Pipita, ricevuta una palla al bacio di Hamsik, scatta sul filo del fuorigioco eludendo la dura guardia di Legrottaglie e Gyomber, ma il suo sinistro rasoterra, pur spiazzando Andujar, sibila disgraziatamente il palo sinistro. Il festival degli sprechi azzurri continua al 74’: è ancora da Hamsik a partire l’assist, stavolta per Callejon, il quale con un destro dal limite sfiora di nuovo quel maledetto palo sinistro. Al 76’ Hamsik ruba palla sulla trequarti a Tachtsidis e manda il pallone alle stelle col destro. Un giro di lancette, e break del Catania: traversone di Keko dalla destra, Castro svetta di testa, ma Reina è attento e blocca. Poco dopo Benitez manda in campo Zapata al posto di Higuain: niente gol per il Pipita, applaudito comunque dal pubblico. All’80’ altra sortita siciliana in contropiede, con Keko che scambia con Castro e penetra in area, facendo partire un tiro che attraversa tutto lo specchio della porta finendo lemme lemme tra i piedi di Armero. Poco dopo De Canio attua il terzo cambio: out Alvarez, dentro Rolin. Di lì in avanti non succede moltissimo: il Catania sembra mollare la presa, il Napoli prova a congelare la partita e ogni tanto a sfondare la linea Maginot eretta dai rossazzurri. Nella migliore delle occasioni, al 92’, il nuovo entrato Mertens (Insigne gli ha lasciato il posto) scambia con Hamsik, ma sbaglia col sinistro, dal quale parte un qualcosa a metà tra tiro e assist per Zapata: fuori. E’ l’ultima chance. Tutti a casa felici e contenti in Casa Napoli, nonostante le apprensioni che ci si sarebbe potuti risparmiare con qualche spreco di meno in attacco. Onore al Catania, debole per tasso tecnico, ma non meno generoso. Altri tre punti in cascina per gli azzurri. Ora testa al Marsiglia. E alla Juventus.

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