BRITOS, ULTIMA CHIAMATA
L'ago magnetico della bussola azzurra punta deciso sulla difesa. La rivoluzione spagnola partirà proprio dalla retroguardia, a cominciare dal modulo. Saluti e baci alla linea a tre di “mazzarriana” memoria, si ricomincia da quattro. Cambierà, di conseguenza, l'interpretazione del ruolo, sia per gli esterni che per i centrali. Nasceranno nuove opportunità per chi, in questi anni, non è riuscito a ritagliarsi grossi spazi. Sorgeranno, naturalmente, problemi non di poco conto per coloro che, per caratteristiche, troveranno difficoltà nell'adattarsi al nuovo corso spagnolo. Ecco che il mercato diventa determinante, sia in entrata che in uscita. I bocciati e i rimandati potrebbero di colpo trasformarsi nei primi della classe, con buona pace di alcuni intoccabili, privati delle loro incrollabili certezze. Il ritiro di Dimaro chiarirà tutto, acquisti e cessioni passeranno dal Trentino, dal verdetto del campo d'allenamento. Per ora s'ipotizza, s'immagina magari di poter raccattare da una vecchia soffitta qualcosa, o qualcuno, che potrebbe tornare utile alla causa partenopea. Lui, perticone uruguaiano, non passa certamente inosservato. Nei fatti, però, la sua avventura napoletana ha lasciato parecchio a desiderare, tante ombre e poche luci, molti fischi e rari applausi. La parabola discendente di Miguel Angel Britos trova diverse spiegazioni: dall'infortunio al metatarso fino alla collocazione tattica che non ha certamente esaltato le qualità, anzi. Da centrale sinistro ha quasi sempre deluso le aspettative. Passo pesante, cadenzato, novanta minuti in costante affanno, a rincorrere i rapidi e sguscianti avversari per tutto il campo. Resta il vivido ricordo di un difensore impacciato, costato otto milioni di euro, mica noccioline. Ma sarebbe ingeneroso gettare nel dimenticatoio i riflessi più lontani, sbiaditi, quelli che riportano alla memoria prestazioni di buon livello. Un altro Britos, in un'altra posizione, con altre mansioni. Leader della difesa a tre, colonna portante della retroguardia, li nel mezzo, dove di solito soggiorna capitan Cannavaro. Buon sinistro, ottimo lancio, stacco sontuoso. Peculiarità emerse a tratti, aspetti positivi che faticano a trovare spazio tra gli strafalcioni che lo hanno visto spesse volte sfortunato protagonista. Ora l'occasione per voltare pagina, per dare un calcio alle critiche, per giustificare l'investimento esoso della società. Si cambia tutto, nuovo allenatore, nuovo assetto tattico, nuovi stimoli. E magari anche un nuovo Britos..