BOLOGNA, RIMINI E GENOA: CHE FORZA
Il (doveroso) rinvio di Juventus-Cesena non aiuta a capire gli equilibri di un campionato che non finisce mai di stupire. Le grandi continuano a volare, mentre in coda si va avanti con tanti pareggi e qualche acuto che tiene accese flebili fiammelle di speranze utopiche.
In testa non sembra fermarsi più il Bologna, arrivato alla quarta vittoria di fila. Ulivieri ha un potenziale da urlo: Della Rocca, Bellucci e Meghni asfaltano una Triestina che sta pagando l'ottimo inizio di torneo e che non entra in partita neanche col gol di Graffiedi, visto che i felsinei sbagliano anche un calcio di rigore con il capocannoniere del torneo. Il confronto diretto con la Juve arriva nel momento migliore dei rossoblu, inseguiti da un'altra squadra romagnola in grande spolvero. Con l'autorete di Nef ed il gol di Moscardelli, il Rimini si prende il secondo posto e respinge il Piacenza, un'altra squadra che patisce una non condivisibile indigestione di complimenti. Quella di Acori è la squadra che gioca meglio, coniugando un calcio spettacolare e "difficile" ad una classifica più che redditizia. Non che il Genoa giochi male, tutt'altro, ma la spregiudicatezza di Gasperini talvolta lascia perplessi: i liguri impiegano un tempo per piegare un buon Frosinone, andando a segno con Tavares, Criscito (sicuro erede di Cannavaro) e Greco, ma il gol del solito Lodi tiene vive le speranze dei ciociari che nella ripresa segnano ancora con Margiotta e approfittando delle prodezze del loro portiere provano a pareggiare una partita persa a causa di troppi errori difensivi. Va da sé che in Liguria sono strafelici di come il Grifo interpreti il calcio, così come a Napoli non fanno i salti di gioia per lo spettacolo offerto dalla squadra di Reja, che sul neutro di Perugia conquista uno scialbo pari (il terzo di fila) contro un Mantova tignoso ma ultimamente poco abituato ai tre punti.
Si rifà avanti il Bari, che allunga la sua serie positiva e apre ufficialmente la crisi del Lecce. Zeman crolla in casa sotto i colpi di Carrus, Ganci e Santoruvo, un tris che rende inutile il rigore trasformato da Diamoutene. Se Maran rivede la zona play-off, Sdengo comincia deve fare i conti con una classifica che vede avvicinarsi pericolosamente la zona calda. Quartieri che l'Albinoleffe non è più abituata a frequentare: Mondonico fa quindici risultati utili consecutivi, ma stavolta al solito pareggio preferisce una sonante vittoria ai danni di un Treviso in caduta libera. I gol di Cellini, Cristiano e Bonazzi annullano il parziale pari di Acquafresca confermando tutti i limiti dei veneti, che pur avendo in organico ottimi giovani non danno ancora l'impressione di essere squadra. Un'identità sembra averla il Brescia, che pure non riesce ad uscire da una brutta serie di risultati. Contro lo Spezia non basta il gol-lampo di Possanzini, perché sul finir di gara Guidetti ristabilisce il risultato di parità lasciando alle rondinelle il solito rammarico per le tante occasioni create ma non finalizzate.
Godicchiano per il pari Modena e Vicenza, per le quali la crisi sembra essere alle spalle. A Fissore risponde Gilioli, marcature che consentono ai veneti di continuare un'insperata rimonta e agli emiliani di mantenersi in una zona relativamente tranquilla. Chi invece pare nei guai fino al collo è il Verona. Ficcadenti avrà anche bisogno di qualità, ma la sconfitta interna contro l'Arezzo è pesantissima. All'ultimo respiro Floro Flores valorizza il grande lavoro svolto in Toscana da Maurizio Sarri, bravo a lavorare fra tante avversità e a crederci nonostante tutto. Difficile che lo stesso si possa dire del Pescara, che a Crotone ha disputato un’onesta partita trovandosi due volte in vantaggio (Olivieri e De Falco) prima di farsi raggiungere in altrettante occasioni (Nanni e Cariello). La sensazione è che in Abruzzo si stia già pensando a programmare (ah, programmare…) la prossima stagione in una categoria diversa, mentre in Calabria si va avanti con il passo del gambero in piena sintonia con ciò che passa il convento.