Ancora tutti in attesa di “Pirlolandia”

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Il consueto dito contro questa settimana non può non puntare all’indirizzo della Vecchia Signora.

La Juventus sembra non riuscire a scendere dalle montagne russe del parco, dai pochi divertimenti, chiamato “Pirlolandia”. Ai bianconeri è toccato l’infausto destino di soccombere – non tanto in fatto di goal quanto di prestazione tout court – all’Inter nel Derby d’Italia. La stessa Inter guidata dall’ex bandiera bianconera Conte, il quale non ha potuto far a meno di ridere e essere felice per il successo contro la “sua” Juve.

Anche se della Juventus targata Conte, eredità poi raccolta da Max Allegri, la squadra di questa stagione non è che parente lontana. A poco valgono le giocate dei singoli e le virate in contropiede, quando di fronte si ha una squadra – e un allenatore – che ti conosce e sa come incatenarti fino a renderti spettatore del gioco altrui.
Sì, perché nel derby d’Italia la tanto bistrattata Inter ha dimostrato anche di saper giocare un buon calcio tanto da cementare dubbi su quale sia il vero volto dell’Internazionale Milano.
Sì, la Juventus invece non si riesce ancora a comprendere come giochi e in che modo Pirlo e i suoi riusciranno a uscire da un’impasse che pare più umano che di campo.

Perché – inutile nascondersi dietro a un dito – se non ha funzionato l’esperimento Sarri  è difficile che la Juventus riuscirà mai realmente a divertire oltre che a vincere. Sembra più che altro che la scelta del buon Andrea celi più cervellotici intenti di rifondazione di gioco e interpreti rispetto al passato. Tuttavia, nonostante le beghe che possano esserci in quel di Vinovo, non può che generare amarezza vedere la corazzata bianconera senza identità e anima. Asettica, al pari dell’ espressione facciale celeberrima di Andrea Pirlo.

Mercoledì si giocherà la finale di Super Coppa contro il Napoli di Gennaro Gattuso, un’altra squadra che dalle montagne russe pare non saper – o non voler – scendere. Una sfida che avrà molto peso per il proseguo della stagione di entrambe e che potrebbe riaccendere vecchi fuochi e sogni di gloria.
Il condizionale è d’obbligo, visto che non è solo la classifica a parlare ma anche le scelte societarie e di campo e la sfida scudetto sembra sempre più questione che avrà poco a che fare con Torino o Napoli.
Milano ad oggi si configura come l’epicentro del calcio nostrano, coi suoi pregi e i suoi difetti, e alla Vecchia Signora non pare bastare un restyling in corsa per dare la zampata necessaria a tornare competitiva.

Gabriella Rossi

Laurea Triennale in Lettere Moderne conseguita presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, laureanda magistrale Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Mi diverte molto la fotografia, scrivere, andare ai concerti , viaggiare e ovviamente tifare Napoli.

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