TUTTI AL MARE (?)

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LA ROSA

 1 Marco Silvestri · Portiere (’91)

 3 Alessandro Bastrini · Difensore centrale/Terzino sinistro (’87)

 4 Andrea Tabanelli · Centrocampista centrale (’90)

 5 Daniele Conti · Centrocampista centrale (’79) 

 7 Andrea Cossu · Trequartista (’80) 

 8 Danilo Avelar (Brasile) · Terzino sinistro (’89)

 9 Marco Sau · Attaccante (’87)

10 Agim Ibraimi (Macedonia) · Trequartista/Attaccante (’88)

13 Davide Astori · Difensore centrale (’87)

14 Francesco Pisano · Terzino destro/sinistro (’86)

15 Luca Rossettini · Terzino destro/difensore centrale (’85)

16 Sebastian Eriksson (Svezia) · Centrocampista centrale (’89)

18 Anderson Da Silva Nenè (Brasile) · Punta (’83)

19 Marios Oikonomou (Grecia) · Difensore centrale (’92)

20 Albin Ekdal (Svezia) · Centrocampista centrale (’89)

21 Daniele Dessena · Centrocampista centrale (’87)

22 Matias Cabrera (Uruguay) · Trequartista (’86)

23 Victor Ibarbo (Colombia) · Attaccante esterno/Punta (’90)

24 Gabriele Perico · Terzino destro/Difensore centrale (’84)

25 Vlada Avramov (Serbia) · Portiere (’79)

27 Matias Vecino (Uruguay) · Centrocampista centrale/Trequartista (’91)

29 Nicola Murru · Terzino sinistro (’94)

32 Adryan (Brasile) · Centrocampista centrale/Trequartista (’94)

34 Dario Del Fabro · Difensore centrale (’95)

51 Mauricio Pinilla (Cile) · Punta (’84) 

 

L’ALLENATORE

Ivo Pulga

Nato a Modena il 20 Giugno 1964

IN SERIE A: 35 partite

– 14 vinte

– 10 pareggiate

– 11 perse

CONTRO IL NAPOLI: 2 partite (0 V 0 N 2 P)

CONTRO BENITEZ: Pulga e Benitez non si sono mai affrontati

MODULO TATTICO: 4-3-1-2

FORMAZIONE TIPO: Avramov; Pisano, Rossettini, Astori, Avelar; Dessena, Conti, Ekdal; Ibraimi (Cossu), Sau (Pinilla), Ibarbo (Nenè).

GIOCATORE PIU’ IN FORMA: Nel buon collettivo rossoblu non c’è un calciatore in particolare che stia spiccando sugli altri. Scegliamo Marco Sau, tornato a buoni ritmi e sicuramente il calciatore più talentuoso della squadra. Un gol al Genoa e un paio di ottime prestazioni bastano per renderlo lo spauracchio della serata. Con lui anche Vlada Avramov, che a 35 anni suonati si è preso con la forza il posto da titolare grazie ad ottime prestazioni, che hanno convinto la società a non prendere un erede di Agazzi e puntare su di lui. Bella soddisfazione, ma chissà per quanto ancora. 

PUNTO FORTE: Ogni anno è la stessa storia: guardi la rosa, guardi il mercato poverissimo e pensi che stavolta non ce la fanno, che sono spacciati in partenza, che ci sono almeno 19 squadre più forti di loro. A gennaio poi sembrava tutto un disastro: via Nainggolan, via Agazzi, nessuno a sostituirli. Essere risucchiati verso il basso sembrava inevitabile, poi ecco l’ennesima svolta di Cellino. Da Pulga e Lopez al solo Lopez, poi il solo Pulga. Sembra incredibile ma ancora una volta gli ha detto bene. La squadra si è ripresa e con un moto d’orgoglio non solo si è salvata con largo anticipo, ma continua pure a togliersi qualche sfizio: da quando ha preso possesso da solo della panchina media di Pulga è di 2.33 punti a partita, dietro solo a Garcia e Conte. I misteri della vita. 

PUNTO DEBOLE: Sarà anche in serie positiva, ma il Cagliari resta pur sempre una squadra che ha già chiuso il campionato, con una rosa per giunta tutt’altro che eccelsa, come dimostra il quindicesimo posto attuale. Possibile un rilassamento dovuto anche al fatto di giocare di martedì, possibile che i sardi vengano al San Paolo scarichi e pronti a fare da vittima sacrificale, anche se alcuni eventi passati portano a non fidarsi troppo di certe dinamiche. Anche se comunque Rafa Benìtez ha dimostrato di non soffrire molto i tabù storici del Napoli, Cagliari compreso. Staremo a vedere.

COSI’ ALL’ANDATA: CAGLIARI-NAPOLI 1-1

CAGLIARI (4-3-1-2): Avramov; Pisano, Del Fabro, Astori, Avelar (1′ st Ekdal); Nainggolan, Conti, Dessena; Cossu (39′ st Ibraimi); Sau; Nene’ (14′ pt Pinilla). In panchina: Adan Garrido, Perico, Murru, Oikonomou, Eriksson, Cabrera. Allenatore: Lopez.

1): Reina (45′+2′ pt Rafael); Maggio, Fernandez, Albiol, Reveillere; Dzemaili, Behrami, Callejon, Pandev (36′ st Zapata), Insigne (25′ st Mertens); Higuain. In panchina: Armero, Colombo, Uvini, Britos, Radosevic, Inler, Bariti. Allenatore: Benitez.

ARBITRO: Valeri di Roma.

RETI: 8′ pt Nene’, 18′ pt Higuain su rig.

NOTE: serata fresca, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 5mila. Ammoniti: Nene’, Callejon, Behrami, Pisano.

MARCATORE MIGLIORE: Pinilla (7 reti)

SQUALIFICATI: Nessuno

INDISPONIBILI: Adryan, Vecino, Ekdal, Nenè, Cabrera, Pinilla

TUTTI AL MARE

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Non c’è cosa più fastidiosa a fine campionato di quell’atmosfera da ultimo giorno di scuola che si respira nelle ultime uscite stagionali. D’accordo, l’annata sta per finire e ormai non si vede l’ora di andare in vacanza, ma l’imminenza del rompete le righe non indica che si possa già sentirsi distesi su qualche spiaggia tropicale a sorseggiare una bibita. Rimane ancora qualcosa da fare, a maggior ragione quando l’obiettivo non può ancora dirsi raggiunto. 

Questo particolare tutt’altro che insignificante sembra essere sfuggito agli azzurri scesi in campo oggi contro il Lecce. Ritmi da scapoli contro ammogliati, volontà di onorare l’impegno zero e anche qualche immotivato nervosismo in campo. Calciatori che dovrebbero essere tranquilli e giocare finalmente per divertirsi, anziché per vincere, che invece si fanno assalire da una tensione che – se fosse tutto ok – non avrebbe senso di esistere. Non ci voleva chissà che impresa per strappare a questo Lecce l’ultimo punto utile per non rovinarsi la stagione. Invece al “Via del Mare” i Maggio, gli Hamsik e i Cavani che hanno portato il Napoli ad un passo dal traguardo si sono inspiegabilmente inchiodati, come se avessero dimenticato che adesso il punticino che serve dovranno ottenerlo contro Inter e Juventus, non contro Albinoleffe e Portogruaro. Siamo d’accordo, la squadra ha disputato un campionato sensazionale e sembra assurdo vedere come un incubo quel quarto posto che fino a nove mesi fa rappresentava invece il più bel sogno possibile. Ma ormai siamo in ballo, non si può non ballare. Quella posizione in più o in meno fa una differenza abissale, perché significa iniziare la stagione con utilissimo e forse addirittura salvifico ritardo: basti vedere la fine che hanno fatto le ultime “sorprese” della stagione precedente, Chievo e Sampdoria, per il solo fatto di aver disputato i preliminari di Champions League. Perdendoli, per giunta. 

Ora non vorremmo fare i malpensanti, ma neppure i ciechi. È innegabile che le voci che stanno circolando sulla squadra e sulla guida tecnica abbiano fatto più di un danno nelle motivazioni di un gruppo che è rimasto unito fino all’ultimo grazie a quel condottiero che faceva da collante perfetto. Se è legittima la scelta di andar via, sono stati invece completamente sballati i tempi della comunicazione. Se il Napoli finisce veramente terzo, quando Mazzarri lascerà Napoli non ci sarà una sola persona che non si sentirà in dovere di ringraziarlo per il lavoro svolto. Sarebbe delittuoso sprecare tutto al fotofinish per un banale errore di valutazione e macchiarsi del reato di abbandono del tetto coniugale solo perché lui (e forse anche qualche suo scudiero) non vede l’ora di andar via.

TUTTI AL MARE

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A Catania per la penultima di campionato, trenta gradi, a pochi passi dai giardini di Naxos, ecco, il Napoli con il corpo era al Massimino, con la testa era sdraiato al sole nella stupenda conca siciliana, l’ennesima delusione, l’ennesima fregatura, meno male che siamo al capolinea.Il pubblico accorso sulle tribune dello stadio catanese, veniva rinfrescato dagli idranti dei pompieri presenti all’impianto, l’ultima trasferta senza i tifosi azzurri, almeno questa è una buona notizia, è la fine di una cervellotica decisione partorita in una calda giornata d’agosto.

Le squadre risentono del caldo, i primi ventisette minuti scivolano via senza colpo ferire, poi il classico colpo dal cilindro, il yolli, Mariano Bogliacino sferra un micidiale sinistro da trenta metri e toglie le ragnatele dal sette alla destra del portiere catanese, fino a quel momento veniva premiata la squadra che meglio era stata in campo, il Napoli, ma tutto svaniva nel giro di pochi minuti, ad un minuto dall’intervallo, dormita generale della difesa napoletana, Aronica, Contini e Navarro, permettevano a Morimoto, l’unica punta del Catania con gli occhi a mandorla, insaccava alle spalle dell’estremo difensore napoletano, tutti a rinfrescarsi.

Chissà cosa avrà detto Zenga alla sua squadra tra le quattro mura degli spogliatoi, sicuramente non paroline dolci e gentili, sono entrati con una determinazione spaventosa sul terreno di gioco, un Catania trasformato, di conseguenza anche un altro Napoli, fanno il loro ingresso sul terreno di gioco, prima Lavezzi e poi Gargano, ma nulla di concreto nella costruzione e finalizzazione del gioco, negli ultimi dieci minuti, dopo che gli azzurri avevano rischiato di vincere la partita con un lampo del Pocho, il Napoli sparisce, non ne ha più, ed il Catania infila per ben due volte Navarro, un eurogol ed un rigore inventato su Martinez e trasformato da Mascara.

Tra il “cazzeggio” dei giornalisti, secondo De Laurentiis e il Napoli visto a Catania, non passa assolutamente nessuna differenza, sono due “boutade” pazzesche, senza senso tutte e due cose, i giornalisti almeno fanno il proprio lavoro, lo fanno anche bene visto che i calciatori sono in silenzio stampa da una vita e si è costretti ad arrampicarsi sugli specchi, non sembra altrettanto sul tappeto verde e visto che ormai l’intera compagine è con la tasta sotto l’ombrellone, mi viene spontaneo consigliare allo stupendo pubblico di Napoli, domenica prossima, TUTTI AL MARE, lasciamoli soli, non ci meritano, diamo un segnale forte, lasciamoli giocare nel catino del San Paolo con i loro pensieri, da soli, forse riusciranno ad avere rimorsi se hanno una coscienza, chi ha sofferto e patito e lottato per loro, andrà al mare, visto che loro ci sono già da tempo.

Finalino dedicato alla società, da qualche parte è partita l’accusa verso l’intertoto, quale colpevole di questa “debacle”, Cari Signori, senza la preparazione per l’intertoto, a quest’ora, saremmo qui a parlare di serie B, errori commessi nella campagna acquisti a Giugno scorso e non corretti nel mercato di riparazione a Gennaio, è troppo facile addossare le proprie colpe sugli altri, uscire allo scoperto e dire in qualità di esseri umani, abbiamo commesso degli errori, rimedieremo subito, sarebbe la cosa più onesta da fare, non accampare scuse o fare a scarica barile, Voi domenica prossima con i vostri pensieri, Noi tutti al mare…

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