AVANTI CHI FA GOL!

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Napoli punto e a capo. La straordinaria vittoria contro l’Inter è subito messa al muro dallo stop interno con la Roma, risultato che rimette tutto in discussione tra scudetto, salvezza e Europa. Napoli costretto a rivedere, per l’ennesima volta, i suoi problemi che sembrano proprio irrisolvibili; squadra troppo schiacciata, schemi inesistenti e quella mancanza di gol che diventa il primo sintomo della poca continuità nei risultati.

In classifica gli azzurri trovano il numero 37 alla voce “reti realizzate” e non sarebbe poi così un dramma se si pensa che, Atalanta esclusa, la squadra azzurra presenta il miglior attacco in termini di realizzazione dalla sesta posizione in giù, certamente verrebbe da chiedersi perché il Genoa vanta 31 gol realizzati di cui 16 sono marcato Borriello, attualmente cannoniere di categoria; senza dimenticare la Lazio che con 31 gol realizzati 19 sono realizzati dalla coppia d’attacco (Pandev 10, Rocchi 9), il Napoli, invece, presenta Zalayeta come miglior marcatore a quota 8 seguito da Hamsik a quota 6 e con Lavezzi fermo a 5 in compagnia di Domizzi che 4 di questi, sono marcati dagli undici metri: Che cosa vuol dire tutto questo? E’ qualcosa di positivo o negativo? Cerchiamo di analizzare un po’ tutti i punti di vista prima di tirare delle conclusioni.Naturalmente tutte queste statistiche portano in primo piano un dato fondamentale: il Napoli non dipende esclusivamente dalle proprie bocche di fuoco; infatti, questi numeri esaltano le caratteristiche di Marek Hamsik capace di affondare partendo da dietro fino ad arrivare al tiro mostrando anche un notevole senso del gol, verrebbe da rammaricarsi nel pensare che lo slovacco sia costretto a giocare in modo da non poter sfruttare queste qualità fino in fondo, essendo costretto a rinculare fino alla propria area di rigore; importantissimo vedere Domizzi a quota 5 con 4 rigori realizzati: in questo campionato, il Napoli ha fallito 3 tiri dal dischetto con Calaiò, Domizzi e Zalayeta, ma senza contare che sul dischetto non è mai andato al tiro Hamsik, rigorista nel Brescia la scorsa stagione, ciò sta a significare che la squadra partenopea presenta varie soluzioni dal dischetto a dispetto di molte altre squadre che puntano su uno o al massimo due rigoristi designati per esigenza e non per volontà.

In tutto questo, però, ci sono anche delle crepe fin troppo visibili eppure nascoste da parole farfugliate nel tentativo strenuo di difendere un’idea obsoleta e superata: spesso si nota la punta centrale, Zalayeta più di tutti, giocare quasi sulla linea di centrocampo mentre Lavezzi svaria in orizzontale alle spalle di questa per poi poter puntare più la linea esterna che la porta; perché? Caratteristicamente, Lavezzi è portato a partire da lontano, già nel San Lorenzo dimostrò tutte le sue qualità giocando alle spalle delle due punte per poi inserirsi centralmente, in questo modo le qualità di dribbling e velocità diventano devastanti, ma ciò nonostante ha bisogno di almeno un punto di riferimento (nel San Lorenzo era Vaca) in area di rigore; Zalayeta, invece, sfrutta più qualità fisiche essendo bravo nel mantenere palla anche spalle alla porta, ma la lontananza dalla porta, rende il tutto sterile essendo costretto ad aspettare che i compagni salgano negli spazi, invece di servire palloni per una conclusione diretta, facile capire il perché sia costretto a muoversi nella 3-4 campo: il Napoli presenta enormi difficoltà nel giocare senza palla, essendo una squadra costretta secondo ordini, a giocare più schiacciata nella propria metà campo, questo fa si che la punta resti isolata in avanti nella speranza di poter sfruttare un lancio di trenta metri che difficilmente può diventare produttivo senza un errore avversario, a tal motivo la punta è costretta a rientrare sulla linea di centrocampo nel tentativo di giocare qualche pallone, ma naturalmente rendendo lenta una manovra organizzata, inoltre l’assenza di esterni alti costringe la punta a tenere palla più del dovuto per poi scaricarla sempre e solo a compagni di centrocampo che, recuperati dal ripiegamento difensivo avversario, sono costretti a far ripartire l’azione da dietro. Insomma, il Napoli soffre e non poco questa situazione, fortunatamente la squadra è in massima serie e in questa categoria, difficilmente senza un’idea tattica si può arrivare alla conclusione com’è accaduto in serie B; bisogna anche notare un punto fondamentale che anche contro la Roma è emerso: l’ingresso di Calaiò ha dato una certa profondità alla squadra partenopea essendo un uomo pronto sempre a cercare la porta, cosa accaduta anche a Livorno e che non accade in sua assenza e questo sarebbe un punto di cui tener conto perché in questo sport, se non c’è chi fa gol, il resto diventa niente…

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