VINCONO I NAPOLETANI
Napoli(3-5-2): Navarro, Santacroce, Rinaudo (dall'83 Montervino), Cannavaro, Grava, Pazienza, Blasi, Hamsik (dal 54' Datolo), Mannini, Lavezzi, Zalayeta (dal 78' Denis). A disp. Bucci, Montervino, Amodio, Bogliacino, Datolo, Pià, Denis. All. Donadoni
Atalanta(4-4-1-1): Consigli, Garics, Talamonti, T. Manfredini, Bellini, Valdes (dal 65' Defendi), Guarente, Cigarini, Padoin, Plasmati (dal 65' Doni), Floccari. A disp. Colombi, Pellegrino, Capelli, Parravicini, Defendi, Doni, Zaza. All. Del Neri
Arbitro: Tommasi di Bassano del Grappa
Assistenti: Conca e Forconi; IV uomo, Celi
Ammoniti: Grava , Doni.
Recupero: 1' pt, 4' st
Napoli – Difficile raccontare una partita che non c'è stata. Lo zero delle occasioni fa il paio con l'assenza totale di una qualsiasi occasione. Il più brutto Napoli della breve era Donadoni riesce nella poco lusinghiera impresa di non chiamare in causa nemmeno una volta il portiere bergamasco Consigli nell'arco dei novantaquattro minuti. Un Napoli capace di far riemergere antichi vizi che si pensavano accantonati definitivamente dopo il cambio dell'allenatore ed invece riaffiorati tutti in un colpo solo nella giornata che avrebbe dovuto riconsegnare gli azzurri alla vittoria e che invece ha segnato l'ennesimo passo falso. Vittoria che manca ormai da tre mesi esatti (l'11 gennaio contro il Catania) e continuerà a latitare per un'altra settimana, almeno. Alla fine, però, è l'Atalanta a recriminare maggiormente per l'equa divisione della posta perchè, se solo gli uomini di Del Neri vi avessero creduto maggiormente, avrebbero potuto affondare il colpo del knock out e tornare a casa con tutti e tre i punti sul piatto. Atalanta perfetta in fase difensiva ed un pochino spuntata nella finalizzazione di una manovra comunque sempre abbastanza fluida grazie alle buone geomtrie di Cigarini e Guarente ed alla continua superiorità numerica sulle fasce.
I primi quarantacinque minuti, ai punti, li vincerebbe sicuramente la formazione orobica, più costante e presente nella ricerca del gol del possibile vantaggio. L'unica vera occasione è il colpo di testa di Plasmati (22') sul bel cross di Bellini dalla sinistra, terminato alto sopra la traversa. Nulla di particolarmente eclatante ma questo è ciò che passa il convento. Il ritmo è compassato poichè all'Atalanta sta benissimo il punto in trasferta ed il Napoli, che invece avrebbe bisogno di tornare ai tre punti, non fa praticamente nulla per provare a vincere la partita. Non lo fanno i giocatori, apparsi lenti e prevedibili, ma non lo fa nemmeno Donadoni, ancorato a quel 3-5-2 di rejana memoria che contro le squadre di Del Neri non ha mai fornito risposte convincenti. L'inferiorità numerica sulle fasce e la modesta attitudine alla distribuzione del gioco da parte della coppia Pazienza- Blasi ha ingolfato il motore della squadra, incapace di offrire una sola palla decente agli attaccanti. Un cambio tattico più del cambio Hamsik- Datolo avrebbe potuto incanalare i restanti quarantacinque minuti su binari differenti ma non è arrivato e la partita è scemata come un lungo e noioso sbadiglio, privo di alcun contenuto degno da annotare.
Napoli e Atalanta pareggiano ma la città di Napoli vince affollando lo stadio per aiutare, con l'incasso odierno, le popolazioni abruzzesi vittime del terribile terremoto dei giorni scorsi. Nonostante la partita non fosse di cartello la gente ha infatti riempito le gradinate, manifestando il proprio totale appoggio verso questa nobile causa. Una vittoria morale, non sportiva, che va allo stesso modo sottolineata ed applaudita.