VARRELLA: “IL NAPOLI HA BISOGNO DI UN GRANDE PLAYMAKER. BENITEZ GRANDE ALLENATORE, HA STUDIATO LA FILOSOFIA CALCISTICA DI SACCHI"
Impossibile non iniziare parlando dell'amichevole giocata ieri dall'Italia e pareggiata 2 a 2 con Haiti. Un'altra prestazione negativa dopo Praga, quali potrebbero essere i problemi di questa Nazionale? Stanchezza o scelta azzardata di alcuni uomini?
“Credo che a livello di strutturazione del gruppo in previsione di quello che sarà il rush finale per la conquista del Mondiale, e quindi la preparazione di un gruppo importante, il mister ha la necessità a 12 mesi di distanza di verificare tutte le opportunità da un punto di vista psico-fisico e motivazionale. Sta nel gioco delle parti la partita con Haiti, preso un po' sotto gamba, come un allenamento.”
Non crede che forse in qualche modo l'Europeo U21 ha tra virgolette ridotto le possibilità di scelta di Prandelli?
“Sicuramente, ma la Confederations non è una priorità rispetto agli Europei che mancano alla Federazione da un bel po' di tempo. L'Under 21 ha avuto la tendenza a cercare il risultato attraverso i migliori uomini. I ragazzi che fanno parte dell'Under 21 fanno già parte del gioco delle convocazioni con la Nazionale Maggiore. Sarà fondamentale vincere gli Europei anche per garantire agli stessi uomini che sono monitorati da Prandelli la giusta esperienza per affrontare in futuro un Mondiale.”
Parliamo di Napoli e partiamo da Lorenzo Insigne. Cosa pensa del talento di Frattamaggiore? Ritiene che nel suo primo anno in serie A sia stato impiegato nella maniera giusta?
“Lorenzo Insigne ha dimostrato di avere acquisito fra l'attività svolta nel settore giovanile e poi alle dipendenze di un grande allenatore come Zeman i fondamentali tattici nel gioco individuale che collettivo. Oggi parlare di Insigne come giocatore che viene impiegato al meglio delle sue potenzialità è riduttivo. Lui ha le qualità per giocare in qualsiasi ruolo e le capacità tattiche per saper interpretare le partite nel migliore dei modi, quindi credo faccia parte della ricerca di maturazione del grande giocatore. Mangia deve valutarlo a 360 gradi per poter dire a Prandelli che il giocatore è pronto, ma credo che nonostante tutto il ragazzo abbia realmente un grande futuro davanti a sé.”
Da Mazzarri a Benitez, lo spagnolo è l'uomo giusto per puntare seriamente allo scudetto?
“Se qualcuno avesse la facoltà di trovare l'uomo giusto tutti ne sarebbero alla ricerca. Napoli deve reagire all'addio di Mazzarri, non che Benitez possa essere inferiore perché è un tecnico di grande qualità, e se la piazza entra in sintonia con l'uomo e l'allenatore Benitez, può confermare i risultati di quest'anno, non so se possa migliorare perché obiettivamente la squadra azzurra ha fatto un campionato eccezionale”
Dal toscano allo spagnolo cosa cambierà nel Napoli oltre al modulo? Quali sono i punti di contatto e le differenze tra i due?
“Entrambi amano cercare il risultato attraverso una loro interpretazione di gioco. Hanno le idee chiare su come far sviluppare gioco alle loro squadre e credo che dipenderà molto dall'elasticità che riuscirà ad avere Benitez e soprattutto da quei campioni che arriveranno in questa annata per far rendere al meglio sia chi resta e sia chi arriverà. Mazzarri ha potuto disporre di uomini di cui ormai aveva una conoscenza interpersonale molto forte, Benitez dovrà fare in fretta con questi uomini, mi viene come esempio Cavani che nel caso in cui dovesse restare a Napoli dovrà ritrovare gli stimoli giusti, soprattutto dopo le tante chiacchiere e voci di trasferimento e personali. Insomma il tecnico spagnolo dovrà necessariamente trovare l'amalgama giusta e la sintonia con la squadra, con l'ambiente e con quanto è stato fatto. Riuscire a fare un grande risultato è importante e difficile, ma confermarsi non è mai facile.”
Benitez spesso ricorda di aver appreso a piene mani dalla scuola di Sacchi, cosa ci può dire dello spagnolo? Quali sono le sue caratteristiche peculiari?
“Studiare un grande allenatore come Sacchi non significa riprodurre o emulare quella situazione. Benitez ha interpretato al meglio i concetti filosofici del calcio che Sacchi ha avuto in testa in quegli anni e con i quali è diventato grande. La differenza e la personalità dei due allenatori ha determinato un calcio che ha un sottobosco similare ma caratteristiche un po' diverse. Nello spagnolo vedo molta serenità nell'espletare gioco nelle sue squadre, mentre Sacchi nel Milan e nella Nazionale imprimeva l'aggressività come elemento predominante accando ad una consapevolezza di fare gioco. Insomma Benitez ha studiato bene Sacchi per fare gioco e vincere le partite.”
E' sempre difficile sostituire un allenatore che è rimasto sulla panchina per 5 anni, cosa suggerisce a Benitez? Quale potrebbe essere il miglior approccio per rapportarsi con squadra e piazza?
“Da spettatore e dalla mia esperienza personale ritengo che Mazzarri dal punto di vista fisiologico abbia fatto bene ad andare via per il semplice motivo che obiettivamente si può tentare di usurpare il ruolo a Juve, Milan ed Inter solo se insieme ai campioni che già ha il Napoli ne acquisti altri, in caso contrario senza il Maradona di turno credo che il Napoli abbia ottenuto il top. Benitez è venuto in Italia entrambe le volte in situazioni particolari ma merita il meglio, così come il popolo napoletano che deve lottare nelle prime posizioni del campionato sia per la passione che per la storia che racchiude.”
L'ingaggio di Benitez ha lasciato qualche perplessità soprattutto relativa all'esperienza con l'Inter, secondo lei quale colpe ebbe il tecnico in quel frangente? Quali furono gli errori che portarono alle dimissioni?
“Benitez è un tecnico di grandissime qualità, la situazione nella quale si è trovato nell'esperienza neroazzurra è stata una casualità e credo che nessun allenatore avrebbe potuto fare bene, soprattutto nell'ambiente creatosi dopo Mourinho, e i fatti parlano di una crisi che è rimasta, vedendo anche i risultati di quest'anno.”
Per concludere in procinto del calciomercato le chiediamo un consiglio. Quale potrebbe essere il tassello fondamentale per garantire al Napoli il successo?
“Il Napoli avrebbe bisogno di un grande playmaker, un Pirlo della situazione che sappia giocare ed interdire ma soprattutto che sappia sviluppare gioco, perché le qualità di Hamsik e di tutti gli attaccanti del Napoli necessitano di partire anche dal basso nella maniera migliore e non solo con ripartenze. Il centrocampo del Napoli ha fatto un gran campionato e mi auguro che nessuno parta e che si riconfermino però con l'aggiunta di un centrocampista in grado di fare gioco. Questo è l'augurio che posso fare al Napoli, a Benitez e a tutto il popolo napoletano.”