VARGAS VICE-CAVANI? NO, GRAZIE

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Nel momento in cui, come vuole la leggenda, ha pregato Mazzarri chiedendogli quasi in lacrime di restare a Napoli a tutti i costi, può darsi che tra sé e sé EduVargasabbiapensato: “Un momento, mica questo qui mi farà giocare da prima punta quando c’è da sostituire Cavani?”. Non possiamo leggere nella testa del cileno, ma a giudicare da quanto accadutogli domenica sera è lecito ritenere che Turboman potrebbe anche aver fatto questariflessione inquietante. La stessariflessione partorita nella mente dei tifosi e di noi addetti ai lavori quando nelle calde settimane d’agosto il calciomercato azzurro scivolava indolente, tra acquisti non del tutto utili alla causa (vedi ai nomi Mesto e ElKaddouri), senza che arrivasse il vice-Cavani. Una pedina fondamentale, dacché non si può pretendere dal buon Edi chesia sempre in condizioni fisiche ottimali e mai in debito di energie. Specie quando il suo modo di giocare non è quello del centravanti classico, bensì quello dell’attaccante bravo a segnare ma anche a tenere palla in modo da far salire la squadra, soprattutto stando spalle alla porta, e ad essere in continuo movimento sul fronte offensivo al fine di non dare punti di riferimento agli avversari. I nomi dei candidati all’onorevole titolo di “riserva del Matador” non mancavano. Giammai si poteva pretendere che un Gilardino o un Pazzini si abbassassero a tanto; un Floccari in rotta di collisione con la Lazio sarebbe andato bene, mentre a Giugno c’era stata (e che diamine, dottor Bigon!) la possibilità di far giungere in riva al Golfo un certo Maxi Lopez, il quale aveva pubblicamente dichiarato di essere interessato al progetto-Napoli.

Invece no. Di comune accordo tra società e allenatore (sarà vero?) si è deciso di puntare su Vargas. Preoccupa che tra gli opinionisti c’è chi ha accolto con favore la riconferma del giocatore, considerando possibile il suo impiego come punta centrale. E per quale motivo? Perché, pur non avendo le caratteristiche fisiche per tale funzione, è veloce abbastanza da svariare da una zona all’altra della metacampo avversaria, qualificandosi, dunque, come l’attaccanteadatto al tipo di gioco di Mazzarri. Niente di più sbagliato, naturalmente. Per capire la reale utilità che può apportare al Napoli, basta confrontare tra quel che il cileno ha realizzato a Palermo e ciò che invece ha fatto con la Fiorentina. Al ‘Barbera’ Vargas è rimasto in campo 17 minuti, giocando da seconda punta al posto di Insigne uscito in precedenza. Occupando quel ruolo, il suo ruolo naturale, ha permesso al Napoli di rispostare il suo baricentro in avanti e all’88’, partendo dalla corsia esterna destra com’è solito fare, ha saputo crearsi lo spazio permettendo a Dzemaili di suggerirgli la palla che ha poi crossato per l’incornata vincente di Cavani. A Palermo, pertanto, e sebbene per poco, Vargas ha mostrato le cose che gli vengono meglio, proprio perché ha giocato nella posizione che preferisce di più. Veniamo, invece, al match di domenica. Meno minuti (13), ma abbastanza per mostrare un netto regresso rispetto alla gara precedente. Con Cavani stanco e ripiegato a dar manforte alla difesa, Turboman è stato balzanamente schierato da Mazzarri come prima punta:una mossa che, più dell’appagamento collettivo, spiega come mai negli ultimi scampoli i partenopei si siano trincerati là dietro. Non avendo il fisico né tantomeno il know-how della punta centrale, l’ex stella dell’Universidad ha reso evidente la facilità con cui, posto in quella posizione, si è lasciato anticipare dai suoi marcatori senza riuscire a tenere il pallone e, quindi, impedendo alla squadra di risalire dalla difesa e spezzare l’accerchiamento avversario. Ecco, contro la Fiorentina più che in ogni altra occasione, Vargas ci ha fatto capire che il compito delcentravanti nello scacchiere mazzarriano non lo può proprio svolgere. Schierarlo in quel punto del campo risulterebbe pesantemente deleterio, per lui stesso e per l’efficacia dell’intero gioco del Napoli.

Sarebbe una gran gioia per noi sapere chi nella Triade ha preso la decisione finale di tenerlo in rosa. De Laurentiis, in nome della linea verde e per non mandare in fumo l’investimento. Oppure Bigon e Mazzarri, erroneamente convinti che lo sventurato giocatore avesse le potenzialità per diventare un attaccante completo. Quest’informazione forse la otterremo a fallimento di Vargas avvenuto, se fallimento sarà. Nell’immediato possiamo già emettere una sentenza certa: Turboman non è adatto a fare la prima punta, nella maniera più assoluta. E poiché il mister un minimo di sale in zucca ce l’ha, egli stesso non deve più azzardarsi a ripetere un simile esperimento. Conoscendo il sudamericano da ormai nove mesi, dovrebbe porlo nel ruolo a lui più congeniale: seconda punta, preferibilmente in posizione defilata sulla destra. Seconda punta, ok, ma che succederà adesso che torna Pandev e Insigne diverrà l’alternativa principale al macedone? C’è il rischio che Vargas torni nel dimenticatoio? Sì, purtroppo c’è. E non per suoi demeriti, ma per colpa di chi l’ha voluto acquistare. E se davvero Edu non riuscirà a combinare nulla di positivo da qui a Gennaio, chi ha fatto il danno avrà l’obbligo di rimediare. Mandando il ragazzo a fare esperienza lì dove può avere il suo spazio e mettendo a disposizione di Mazzarri un vero e valido vice-Cavani.

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