Un rischio troppo grande
E adesso? Adesso che si fa? Sembrerebbe banale dire “ve l’avevamo detto”, ma purtroppo è andata proprio come non doveva andare.
E’ il minuto quarantuno del primo tempo quando Arkadius Milik, durante Polonia-Danimarca, si accascia al suolo dopo aver posizionato male il ginocchio per terra, da quel momento, sotto l’ombra del Vesuvio, si è iniziata a respirare un’aria diversa: giri di chiamate, ricerca su siti internet e l’attesa snervante della comunicazione ufficiale sull’entità dell’infortunio. Purtroppo nella notte, dopo aver effettuato la classica risonanza magnetica, è arrivata la sentenza: “lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro”.
Tutti si chiedono adesso chi sarà il sostituto del polacco e, come ben sappiamo, c’è un signore di nome Manolo che scalpita in panchina e che è pronto a prendersi il posto da titolare, come spesso abbiamo visto però, l’ex Bologna non ha dimostrato di avere le caratteristiche di una prima punta, poiché tutti ricordano il miglior Gabbiadini ai tempi di Benitez nel ruolo di esterno d’attacco.
La domanda che vogliamo porre agli addetti ai lavori è: perché? Perché puntare esclusivamente su Milik? Nel calcio può succedere di tutto e la prima sensazione che si ha è una gestione sbagliata nel mercato estivo dell’attacco. La strategia dei mesi estivi è stata chiara: puntare sulla fase difensiva e sul centrocampo andando ad indebolire leggermente l’attacco (inevitabile dopo la cessione di Higuain).
Ottimo il mercato della società, ma la domanda che riecheggiava nell’aria era sempre la solita: perché non prendere un’altra prima punta? Perché esporsi a questo inutile rischio? La sorte è stata sfidata, la società è stata purtroppo punita, forse solo adesso si è accorta di essersi presa un rischio troppo grande.