TORO “SFASCIATO” AL SAN PAOLO

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Il presidente del Torino nonché noto editore Urbano Cairo non sarà proprio al settimo cielo: il romanzo a cui tiene di più stenta a decollare. La storia recente del Torino infatti non riesce ancora a prendere la giusta fisionomia e oscilla periodicamente fra il successo e il fallimento. L’attuale progetto è ambizioso, sulla panchina siede una vecchia volpe come Novellino, uno che anche a Napoli ha lasciato solo ottimi ricordi. Eppure la campagna acquisti non è stata forse condotta nel modo più oculato e al tecnico è stata presentata una rosa che poco si adatta al suo credo tattico. Molti fantasisti, pochi uomini di fascia, tanti centrali di centrocampo: “Monzon” sta facendo le capriole per assemblare la formazione ogni domenica con risultati mai del tutto soddisfacenti.

Al San Paolo il buon Walter non torna nella miglior situazione: non potrà sedere in panchina perché squalificato, per di più si trova di fronte a un bel rebus. Dei quattro terzini di ruolo in rosa non ce n’è disponibile neanche uno, per questo diviene d’obbligo adattare altri due elementi. I prescelti dovrebbero essere il centrale difensivo Dellafiore (22), scuola Inter, e l’esterno offensivo Vailatti (21), giocatore che alla prima giornata segnò al debutto salvo poi infortunarsi gravemente. Eccolo tornato, gli toccherà la fascia destra della terza linea mentre il compagno agirà su quella opposta. Al centro i due “lunghi” Di Loreto (33) e Natali (28), calciatori che non brillano certo in quanto a velocità ma garantiscono sicuramente un’ottima solidità difensiva. In porta l’ottimo Sereni (32), uno dei migliori portieri italiani che finalmente ha modo di dimostrare il suo valore dopo anni di ostracismo lotitiano.

Il centrocampo conta sull’estro di Rosina (23), anch’egli adattato sulla destra; con la sua fantasia e imprevedibilità può scompaginare i piani di Reja da un momento all’altro. A sinistra Simone Barone (29), un altro costretto a fare gli straordinari in un ruolo non suo dopo aver conosciuto il successo come centrocampista centrale. Il centro del campo però è già occupato dal geometrico veterano Corini (37), uomo di carisma e personalità; insieme a lui Paolo Zanetti (25), mediano di corsa che ricorda un po’ il più celebre omonimo Cristiano.

In avanti aspetta palloni giocabili il pericolosissimo Di Michele (31), uno dei giocatori più tecnici dell’intera serie A. Di Michele dovrebbe essere la spalla del più “pesante” Bjelanovic (28) che quest’anno non ha ancora ingranato ma è un discreto uomo d’area di rigore. In alternativa potrebbe esserci Ventola (29), tecnico ma anche abile nel gioco aereo, quasi un omologo dell’attaccante slavo. Il tocco di imprevedibilità potrebbe venire da Recoba (31). Il “Chino” ha avuto qualche problema fisico ma sta tornando alla grande, i due gol di Coppa contro la Roma lo dimostrano. Per lui potrebbe esserci spazio nella ripresa o dall’inizio al posto di Rosina. Proprio agli uomini più tecnici dovrà fare attenzione il Napoli, gente come Rosina e Di Michele possono cambiare volto alla gara con un lampo. D’altro canto l’assenza di esterni di ruolo potrebbe essere un handicap per i granata così come la non eccelsa proprietà nello scatto breve dei centrali difensivi, che potrebbe esaltare una scheggia come Lavezzi.

Probabile formazione (4-4-2): Sereni; Vailatti, Di Loreto, Natali, Dellafiore; Rosina, Corini, P. Zanetti, Barone; Di Michele, Bjelanovic (Ventola).         All. Novellino

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