SUPER? NO, GRAZIE

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Che io sia un campione l’avete sempre detto voi. Questa frase, devastante nella sua verità cristallina, l’ha pronunciata Mario Balotelli sabato sera, quando si è lanciato in un kamikaze unocontrotutti a Sky. Sguardo cupo e fisso nella telecamera, insolenza e risposte piccate a prescindere, un po’ come se fosse una specie di intervista di protesta. L’unica cosa che si è capita benissimo è che Mario è stufo marcio di tutto questo teatrino. Non è l’unico ad esserlo, ma di certo è l’unico che non potrebbe proprio parlare. 

 

Tu non capisci niente di calcio. Quest’altra perla qui, figlia dello stesso pulpito, ha come “vittima” Giancarlo Marocchi, colpevole di aver leso una maestà che si sente sempre più intoccabile. Bastano un paio di domande un po’ meno accondiscendenti e Balotelli parte come un treno, asfaltando chiunque gli si ritrovi di fronte. Dire tu non capisci niente di calcio ad uno che è pagato per parlare di calcio è un po’ come andare a scuola e tacciare di ignoranza il professore che ti sta interrogando, dopo che ti ha trovato impreparato. Oltretutto mai come stavolta gli opinionisti di Sky avevano ragione. Questo ragazzo è in una fase involutiva paurosa: è sempre più raro che vinca le partite da solo, e quando lo fa avviene solo da calcio piazzato. Quando non lo fa invece diventa una zavorra, si muove poco e male, gravita lontanissimo dalla porta con l’indolenza di chi non vuole altro che il pallone sul piede per giocarci da solo, e se non lo riceve apriti cielo. In sostanza un bambino viziato che vive di rendita e pretende pure rispetto senza se e senza ma. Roma-Milan è stata una delle peggiori performance degli ultimi tempi. Sempre fuori dall’area, un paio di progressioni di una decina di metri annullate subito da Castan e tanti improperi ai compagni di squadra. Già, perché se il piccolo Mario non ne imbrocca una la colpa è sempre di qualcun altro. 

 

E in un certo senso ha anche ragione: sono gli altri ad aver creato un mostro. La responsabilità va ascritta proprio ai suoi “nemici” giornalisti, che hanno contribuito a costruirgli a tavolino l’immagine di fuoriclasse, certificato come diamante purissimo prima ancora che potesse dimostrare di esserlo. Con tutti gli annessi e connessi del caso, per lui e per chi gli sta intorno. È da quando aveva 18 anni che raccoglie da terra milioni di euro solo perché “promette bene”. Ora va per i 25 e non solo ha smesso di promettere bene ma ha dimostrato anche limiti tecnico-tattici evidenti, che solo gli allenatori più testardi (leggi Prandelli) continuano ad ignorare bellamente, sulla scia di quell’exploit contro la Germania che però ormai sta per compiere due anni. Aveva grandi occasioni, Balotelli, fra queste c’era anche la possibilità di diventare un grande comunicatore e un’icona anti-razzista. Ebbene, oltre a dimostrarsi inadeguato ad ogni ruolo prestabilito sta anche sprecando tantissimo, in campo e fuori dal campo. Forse basterebbe solo assecondarlo e smettere di considerarlo un campione, smettere di pagarlo come tale e smettere di parlarne ogni minuto. Staremmo meglio noi e starebbe meglio anche lui.

 

 

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