Rivincita con pokerissimo: Lazio colpita e affondata!

Prestazione sontuosa del Napoli che serve la cinquina vendicando la bruciante sconfitta della scorsa stagione. Riscatto per Higuain (doppietta), a segno anche Allan, Insigne e Gabbiadini: è il primo successo in campionato

NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Hamsik (60’ David Lopez); Insigne (74’ El Kaddouri), Higuain (65’ Gabbiadini), Callejón (Rafael, Gabriel, Maggio, Strinić, Henrique, Chiricheş, Valdifiori, Chabolah, Mertens). All. Sarri.

LAZIO (4-3-1-2): Marchetti; Basta, Mauricio, Hoedt, Radu; Parolo, Onazi, Lulic (46’ Felipe Anderson); Mauri (46’ Milinkovic-Savic); Keita, Matri (74’ Djordjevic) (Berisha, Guerrieri, Konko, Gentiletti, Patric, Braafheid, Cataldi, Oikonomidis, Onazi, Kishna). All. Pioli.

Arbitro: Damato (Barletta)

Guardalinee: Manganelli (Valdarno) – Meli (Parma)

Arbitri addizionali: Irrati (Pistoia) – Candussio (Cervignano del Friuli)

IV uomo: Costanzo (Orvieto)

Reti: 14’ Higuain, 35’ Allan, 47’ Insigne, 59’ Higuain, 78’ Gabbiadini.

Ammoniti: Lulic e Mauricio (L), Koulibaly (N).

Recupero: 0’ pt, 2’ st.

Finalmente Napoli! Doveva essere rivincita sulla Lazio, e tale è stata. Ma nessuno, nemmeno il più gaudente degli ottimisti, si sarebbe aspettato una squadra così spumeggiante, precisa, mortifera, assetata di goal, punti e vittoria. Higuain mette da parte quattro mesi d’inferno, cancellando il ricordo di quel penalty tirando alle stelle sopra Marchetti. Allan si trasforma in mediano goleador, Insigne si scatena e Gabbiadini mette con finezza l’arancia sul bicchiere. Il tutto per un pokerissimo che spegne la Lazio e Pioli, eterna bestia nera degli azzurri. E che regala il primo successo in campionato per Sarri e soci. Altra scorpacciata dopo quella col Brugge. Dieci reti messe a segno in tre giorni. Le nubi delle settimane scorse si stanno diradando, nel segno di un gioco finalmente a immagine e somiglianza del tecnico e di una condizione psico-fisica apparentemente invidiabile. Le assenze della Lazio non possono costituire un attenuante. La compagine due volte Campione d’Italia è, più o meno, la stessa capace lo scorso anno di strappare a Fuorigrotta la Champions agli azzurri. E stasera, pur rimanendo simile negli effettivi, ha fallito. Per la gioia di un Napoli che di strada ne deve fare ancora. Ma pare aver intrapreso il giusto cammino.

TUTTO PERFETTO … – Sul fronte biancoceleste, già rimaneggiato di Klose, de Vrij, Biglia e Morrison, Pioli fa i conti con la mala sorte che gli ha privato di Candreva alla vigilia. E rispetto al pari-beffa di Dnipro ne cambia cinque, affidandosi a Radu e Basta sugli esterni e alla coppia centrale Mauricio-Hoedt a far mucchio dinanzi a Marchetti. Torna Mauri trequartista, davanti a Parolo, Onazi e Lulic in mediana e dietro al tandem Keita-Matri. Invece Sarri ha davvero capito che il 4-3-3 è il modulo giusto per il Ciuccio. E dopo averlo sperimentato felicemente contro i belgi, decide di rispolverarlo cambiando solo di due undicesimi il collettivo ‘europeo’. Allan rileva Lopez e Insigne dà il cambio a Mertens. Valdifiori si riaccomoda in panca, ancora fiducia ad Albiol. In attacco ovviamente non può mancare Higuain. Ed è lui stesso a lanciare il primo campanello d’allarme ai capitolini dopo cinque minuti: l’assist di Insigne è buono, il Pipita si allunga con la punta e Marchetti devia di baguer in corner, senza sapere come. Reazione Lazio poco dopo: Basta trova il pertugio per crossare e Keita solo soletto spreca calciando alto. E’ una timida gherminella, perché al 14’, rubando palla ai distratti biancocelesti, Higuain sgomita regolarmente con Hoedt e sferra un destro secco dal limite: Marchetti resta immobile a guardare la palla in rete. Il gioiello dell’argentino sciocca gli aquilotti, incapaci di reagire e di imbastire manovre pericolose, oltreché di pressare. Gli azzurri giocano sul velluto e sembrano stare davvero bene, sia fisicamente che mentalmente. Gestiscono bene la palla in mediana, velocizzano la fase offensiva, hanno la meglio nelle contese a due. E spesso e volentieri giungono dalle parti di Marchetti, o da lontano (tiro dal limite di Hamsik al 23’: il portiere blocca) o addirittura da vicino: Higuain pesca Insigne in area, ma Lorenzo incespica trascinandosi sul fondo (26’). Il raddoppio però è nell’aria e al 35’ arriva puntuale: il Magnifico vede Allan tagliare al centro, Hoedt si appisola nuovamente e l’ex friulano fa due passi prima di fulminare Marchetti di piatto destro. E poco dopo (37’) il frattese potrebbe persino triplicare se Mauricio non ci mettesse provvidenzialmente il ginocchio sul ‘suo’ destro a giro. Al 41’ tenta ancora lui, dal limite, dopo un’irresistibile serpentina: Marchetti blocca. Poi a salvare il numero 22 laziale ci si mette di nuovo Mauricio, bravo allo scadere ad anticipare Higuain su traversone di Callejon. Napoli mai fermo dunque, tonico e in salute. Lazio abulica e molle, per di più miope. Tutto ciò nonostante il suo tecnico in corso d’opera passi al 4-2-3-1 cercando di sfruttare la corsa di Keita sulla destra.

… SINO ALLA FINE – Alla ripresa delle ostilità Pioli si affida al suo miglior arsenale: Felipe Anderson e Milinkovic-Savic in luogo di Mauri e Lulic. Tuttavia il ritorno in campo è da incubo per lui, e da sogno per il Napoli. Nessuno contrasta Higuain, nessuno gli impedisce di saltare in progressione Mauricio e Radu prima di sparare in piena area su Marchetti. E nessuno si cura di Insigne, lesto a deviare a porta vuota sulla respinta imprecisa dell’estremo difensore. Il tutto dopo soli due minuti! La zampata di Lorenzo ammattisce la Lazio. Che, sì, cerca di reagire affidandosi all’estro dei singoli, Keita in testa, ma lo fa sulla forza dei nervi e della precipitazione. Costretti a inseguire, fiaccati dal costante pressing corto dei partenopei bravi ad aggredire a reparti stretti, i biancocelesti crollano definitivamente al 58’, puniti ancora da Higuain. Hysaj lo pesca bene, il Pipita corre verso la porta, brucia ancora Hoedt, elude Mauricio e fulmina Marchetti con una botta imprendibile. Colpita al cuore, la Lazio caccia fuori l’orgoglio e sfiora la rete della bandiera con Milinkovic-Savic ben servito da Anderson: a lato (64’). Il tutto poco prima che il pubblico conceda la standing ovation al Pipita sostituito da Gabbiadini. E Manolo cerca il suo momento di gloria al 69’, sparando però altissimo da una mattonella più da cross che da tiro. Due minuti dopo Insigne, su passaggio col contagiri di Jorginho, controlla magistralmente e fucila a colpo sicuro: i pugni di Marchetti negano il pokerissimo. Che però arriva al 78’, artefice Gabbiadini: Allan disegna un corridoio senza ostacoli per l’ex doriano, il quale si beve il pessimo Hoedt e tocca col mancino quel tanto che basta per infilare Marchetti in uscita. Il tutto al termine di un’azione tanto elaborata quanto fluida, dettata da un possesso palla pratico e ordinato. Lo stesso messo in mostra in precedenza (e per tutti i 90’), anche quando il vantaggio è già corposo. Contornato dalla bella prova di Hysaj, pronto a mordere le caviglie avversarie, anticipare e stantuffare sulla fascia. Dalle positive proposizioni di Jorginho. Dall’ordine trigonometrico di Allan. Dalla personalità di Koulibaly, finalmente senza sbavature. Tollerabile la rilassatezza finale, allorquando Albiol lascia scappare Keita sul quale si oppone come saracinesca Reina. Sul successivo corner (l’unico di tutta la partita per i biancocelesti!) Mauricio svetta più in alto di tutti, la traversa lo ferma. E’ l’ultimo brivido di una partita che riconcilia Napoli col calcio. E forse anche con Sarri. Il quale molto probabilmente ha trovato la quadratura del cerchio al suo giocattolo. Almeno così si spera. Le premesse stavolta sembrano positive. E lo pensano anche i tifosi, festanti dopo tanto, troppo tempo.

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