PRESENTAZIONE DI “MANUALE D’AMORE 2” AL CINEMA MED. IL PRODUTTORE PARLA ANCHE DI CALCIO
E’ partita ufficialmente la “tournè” del nuovo film di produzione della Filmauro “Manuale d’amore 2”. Nel pomeriggio al “Med Maxicinema” di Napoli, è andata in scena la presentazione del film di Giovanni Veronesi interpretato da Carlo Verdone, Monica Bellocci, Riccardo Scamarcio, Fabio Volo, Sergio Rubini, Antonio Albanese, Claudio Bisio, Barbora Bobulova e Elsa Pataky; presenza maschile sul palco allestito per la conferenza stampa dove gl’ospiti presenti (Verdone, Scamarcio e Volo) accompagnati da Aurelio De Laurentiis e il regista Veronesi, hanno tracciato con semplicità il secondo atto di “Manuale d’amore”; in conferenza non sono mancati attimi di polemica e di discussioni sul tema “Napoli”, trattato perlopiù dal presidente del consorzio partenopeo.
Il film tratta quattro punti fondamentali della vita quotidiana, ovvero l’Eros che vede protagonista Scamarcio sopraffatto dall’amore per la splendida Bellocci; la Maternità, tragicomica odissea di una giovane coppia costretta a ricorrere alla fecondazione assistita per avere un figlio, con protagonista Fabio Volo e Barbara Bobulova; il Matrimonio tra una coppia gay che decide di andare in Spagna per sposarsi, interpretati da Sergio Rubini e Antonio Albanese, e in Amore Estremo tra un cinquantenne, interpretato da Carlo Verdone, stanco della routine matrimoniale, viene travolto dalla passione per una donna molto più giovane di lui, protagonista Elsa Pataky.
Estrapoliamo alcune parole dei protagonisti e del presidente De Laurentiis riguardante il film; ecco come il regista, Giovanni Veronesi, risponde aspramente ad una definizione di “film panettone”: “Dire che questo <> a mio parere, è una grandissima offesa; noi cerchiamo di mettere in atto una commedia italiana di buon gusto e di primo livello, così com’è stato fatto per il primo film, dire una cosa del genere rischia di portare il film in seconda fascio, screditandolo e non di poco”; il regista è stato poi completato nella sua affermazione da Carlo Verdone: “Dicendo così ci ammazzate, questo è un film che tratta vita quotidiana e le difficoltà che questa vita può portare unitamente ad emozioni e sentimenti”. Il regista, poi, lascia la parola a Riccardo Scamarcio, mette in luce le difficoltà di alcune scene sul set: “Il mio ruolo è molto importante per far capire che, probabilmente, in un ospedale può accadere anche qualcosa che in genere non si aspetti, è stata dura fare la scena erotica con Monica, prima di tutto perché sono state cinque ore in posizioni e movimenti non proprio facili, e non dimentichiamo che recitiamo e recitare una parte del genere con Monica Bellocci, non è affatto semplice…”.
Interviene, in seguito De Laurentiis che promuove l’internazionalità del film: “Io amo “Manuale d’amore”, perché è il simbolo dell’internazionalizzazione del cinema italiano, in Spagna hanno riprodotto il primo film solo in 60 sale, ma quando ho inviato il secondo mi sono accorto che a Febbraio, verrà riprodotto in quasi 200 sale, e questa è una cosa meravigliosa, anche perché dobbiamo stare attenti alla Cina che cresce e al colosso statunitense che avanza. Muccino produttore? Non parlo di altri film, ma la sua volontà di de-provincializzarsi è da ammirare, magari l’avesse fatto anche Sorrentino…”
Al termine della conferenza stampa, De Laurentiis si concede alla stampa per parlare di Napoli, toccando punti importanti quali la situazione attuale, il mercato e la questione stadio: “Io la classifica non la guardo perché ci sono partite da recuperare e ancora un intero girone di ritorno, è presto per valutare anche se non nascondo la mia soddisfazione; per quanto riguarda il mercato, Marino sa cosa fare, non sperperiamo soldi, perciò vogliamo acquistare gente non solo per risolvere i problemi attuali, ma anche per il futuro. Calaiò multato? Beh, questi sono affari interni, mi sento amareggiato da questa espulsione ma c’è da dire che non esisteva cattiveria nel suo intervento, Pià resta a Napoli! Non mi piace vedere giocatori di mia proprietà che vanno a giocare per altre società. Per quanto riguarda lo stadio San Paolo, io posso farci ben poco perché non è di mia proprietà. Anche se potessi mettere più di 200 persone a controllo non risolverei niente perché comunque se lo stadio resta sempre aperto può entrare di tutto ed è difficile poi riparare”; infine il presidente si lascia andare in un sorriso di soddisfazione e di ironia sulla questione che riguarda la prima sconfitta della Juventus a Mantova: “La loro sconfitta porta la consapevolezza ulteriore di avere un buon organico e la mentalità giusta per vincere, capire che la palla e rotonda e non basta chiamarsi Juventus per vincere”
Si ringrazia la collaborazione fotografica di Giulia Graziano