PANDEV RISPONDE A FLAMINI: A ‘MEAZZA’ UN UTILE 1-1, MA IL NAPOLI SFIORA IL COLPO GROSSO

PANDEV RISPONDE A FLAMINI: A ‘MEAZZA’ UN UTILE 1-1, MA IL NAPOLI SFIORA IL COLPO GROSSO src=

MILAN (4-3-3): Abbiati; Abate (86’ De Sciglio), Zapata, Mexes, Constant; Montolivo, Flamini, Muntari; Robinho (75’ El Sharaawy), Boateng (36’ Niang), Pazzini (Amelia, Gabriel, Nocerino, Salamon, Bonera, Yepes, Antonini, Zaccardo). All.: Allegri.

NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Cannavaro, Campagnaro, Britos; Maggio (82’ Calaiò), Behrami, Dzemaili, Zuniga, Hamsik (70’ Armero); Pandev (66’ Insigne), Cavani (Colombo, Rosati, Grava, Donadel, Rolando, El Kaddouri, Mesto, Gamberini, Inler). All.: Mazzarri.

Arbitro: Rocchi (Firenze)

Guardalinee: Cariolato (Legnago) – Di Liberatore (Teramo)

IV uomo: Maggiani (La Spezia)

Arbitri addizionali: De Marco (Chiavari) – Bergonzi (Genova)

Marcatori: 29’ Flamini (M), 32’ Pandev (N).

Ammoniti: De Sanctis (N), Maggio (N), Cavani (N), Pazzini (M), Britos (N), Campagnaro (N), Mexes (M)

Espulso: Flamini (M).

Recupero: 1’ pt, 4’ st.

E’ andata bene, o quasi, più o meno come si sperava. Il Napoli torna a casa dalla Scala del calcio con un pari utile ai fini della classifica, lì dove i partenopei rimangono a +4 sul Milan. Un pari da salutare con soddisfazione comunque contenuta. Intanto perché ai rossoneri, che al San Paolo ne hanno segnate due, resta il vantaggio degli scontri diretti; e poi perché, con più coraggio e rabbia, e con delle scelte tattiche puntuali e meglio studiate, si poteva lasciare San Siro col bottino pieno, soprattutto alla luce della superiorità numerica conseguente all’espulsione di Flamini, ma anche in virtù della buona prestazione offerta dai nostri ragazzi e della loro forma fisica, in definitiva ripresa. Si poteva osare, dunque, e chiudere definitivamente il discorso-Champions. Una cosa è comunque certa: il periodaccio di Febbraio-Marzo è oramai messo alle spalle.

Nel Milan, Allegri, privo dello squalificato Balotelli e dell’infortunato Bojan, risolve all’ultimo momento il dilemma Niang-Boateng: in panchina il francese, dentro il ghanese, con Flamini in linea mediana spalleggiato da Montolivo e Muntari. Ma la vera novità dell’ultim’ora è la presenza dal 1’ di Robinho in attacco, al posto di El Sharaawy che parte dalla panca, ove resta anche De Sciglio, al quale sull’esterno sinistro viene preferito Constant. Sul fronte azzurro, Mazzarri riconferma la formazione che ha superato il Genoa: in difesa, dunque, presente Britos in luogo di Gamberini, nulla di nuovo né a centrocampo (ancora fiducia a Maggio e Zuniga sulle corsie laterali, Armero siede in panchina), né in attacco, lì dove il rigenerato Pandev affianca Cavani, con Hamsik trequartista. Dopo la sentita commozione per il ricordo del giornalista di Milan Channel Claudio Lippi, recentemente scomparso in un incidente motociclistico, il temutissimo arbitro Rocchi dà il via al grande evento. L’inizio è molto equilibrato: il Milan prova a fare la partita, ma il Napoli almeno all’inizio tiene bene il campo e al 3’ va al tiro con Maggio, la cui conclusione dal limite, sporcata dalla difesa rossonera, viene bloccata da Abbiati. Un minuto dopo, però, è il Diavolo a creare pericoli, dacché Boateng tenta la precisione da appena fuori area, Cannavaro smorza, De Sanctis respinge di riflesso dopodiché, su cross di Muntari, Behrami spazza via. Poi è ancora il ghanese, al 6’, a tirare su servizio di Mexes, mandando la sfera al lato alla destra di De Sanctis. I padroni di casa arrivano nuovamente vicini alla rete all’8’: angolo di Boateng, zuccata di Zapata e palla oltre la traversa. Soffre molto il Napoli, sia quando attacca che quando difende, specie sugli esterni: nel primo caso, perché subisce il pressing e le attente marcature dei milanisti, non riuscendo a trovare la profondità; nel secondo, perché le sovrapposizioni di Abate e Constant e l’imprevedibile movimento di Boateng costringono i gli azzurri a recuperi affannosi e difficili rientri. Il Milan tiene il pallino del gioco in mano e attacca: al 12’ è ancora Boateng, su traversone di Costant, a impattare bene di destro, spedendo la palla fuori. Poco dopo diventa protagonista, com’era prevedibile, il signor Rocchi: il braccio di Flamini su cross dal fondo di Hamsik è da rigore, ma il toscano fa finta di non vedere …. Nei minuti successivi, non accade molto: il Napoli prende le misure e prova a costruire qualcosa in proiezione offensiva, anche se manca di concretezza e precisione; a rendergli più difficile il compito, la pressione asfissiante degli uomini di Allegri, con raddoppi continui ed ermetici sui portatori di palla azzurri. Assente Cavani, almeno all’inizio; quando gli capita di tirare, al 27’, dopo aver soffiato palla a Muntari sulla trequarti, gli viene male: palla alta. Chi è vivo, invece, oltre ad Hamsik, è il solito Dzemaili, al quale tuttavia s’attacca proprio Muntari. Non succede nulla fino al 29’, quando, improvvisamente, Robinho prende palla defilato sulla sinistra, va verso il centro e tocca per Pazzini, l’ex viola ostacola l’anticipo di Britos forse fallosamente e sul rimpallo accorre Flamini che spara di prima col mancino e dal limite fredda De Sanctis. Le proteste dei partenopei, giustificate se non legittime, sono vane, al di là comunque del bel gesto atletico del mediano transalpino. Ma la reazione dei nostri è rabbiosa, immediata. Tre minuti ed ecco che Zuniga vede Hamsik smarcarsi sulla sinistra, lo slovacco scorge Pandev scendere in area, lo serve di prima con chirurgica precisione e il macedone entra, controlla e di sinistro fulmina Abbiati. Pari meritato, senza dubbio. Marekiaro si conferma assistman puntuale, Goran (che non faceva goal in trasferta da un anno …) continua a mostrare progressi nella concretezza, oltreché nella forma fisica. Intanto, per il Milan arriva una brutta tegola: Boateng, alle prese con una pesante botta alla gamba, deve lasciare spazio a Niang. Poco prima, il Napoli s’era reso pericoloso con Hamsik: la sua conclusione, da posizione defilata, è finita sull’esterno della rete. Gli ultimi minuti della prima frazione sono tutti degli azzurri, i quali mettono sotto pressione le difesa milanista, trascinati da un ispirato Hamsik, da un Pandev finalmente utile nel ruolo ricoperto, da uno Dzemaili dinamico nell’inserirsi. E a due minuti dal termine è di nuovo Cavani ad avere a disposizione il colpo letale: il lancio di Cannavaro lo pesca nel cuore dell’area e il Matador stoppa elegantemente producendosi in un lob che Abbiati neutralizza con un colpo di reni. Messo leggermente alle corde, il Milan tira comunque in porta, e per tre volta: prima con Muntari, di destro in acrobazia da 20 metri (39’); poi con Montolivo, con un rasoterra mancino dalla stessa distanza frenato da De Sanctis; infine al 46’ con Niang, sempre rasoterra: a lato. Con fiducia e cauto ottimismo da parte nostra, sia per la prestazione complessiva offerta nel primo tempo che per la reazione dei partenopei al goal di Flamini, si va all’intervallo.

La prima frazione è iniziata coi botti; la ripresa, al contrario, comincia nel segno di un equilibrio ancora più forte, di un annullarsi a vicenda: nessuna delle due compagini sembra prevalere sull’altra. A rompere gli indugi ci prova Pandev, siamo al 50’; in percussione centrale, il macedone trova lo spazio dai 25 metri per concludere: troppo centrale, para Abbiati. Quattro minuti dopo è il Milan a tentare, ancora da fuori area, ma anche il destro di Flamini, su suggerimento di tacco di Robinho, viene bloccato a terra dal nostro Morgan. A strappi, e sull’inerzia di un ritmo di gioco lento e spesso macchinoso (che però man mano si velocizza), i rossoneri provano a prendere in mano le redini del match; e mettono pressione al Ciuccio, provocando spesso apprensioni e costringendo i nostri a dover mettere la toppa al buco non senza difficoltà: a togliere le castagne dal fuoco prima Behrami, di testa in anticipo su Flamini, poi Maggio, spazzando via l’area dalla discesa di Constant. Il Napoli commette l’errore, già accaduto in altre circostanze, di rintanarsi in trincea e arretrare il baricentro, subendo con dannosa arrendevolezza il forcing di Montolivo e compagni, corroborato dal gran lavoro svolto sugli esterni da Niang e Abate, da una parte, e Constant e Muntari, dall’altra. Serve rialzare la cresta in avanti, cosicché Mazzarri fa accomodare in panchina un buon Pandev e getta nella mischia Insigne. Poco dopo, però, tra lo stupore generale leva Hamsik, il migliore in campo degli azzurri, e inserisce Armero, schierandolo al posto dello slovacco come interno sinistro: vorreste chiamarlo harakiri, vero? Logico porsi questa domanda, tuttavia, due minuti dopo l’ingresso dell’ex friulano, avviene un episodio che può scompaginare gli equilibri della partita: per un intervento assassino sulle gambe di Zuniga, proprio Flamini viene cacciato via da Rocchi. Giusta decisione, una volta tanto! Intanto, Allegri tenta il tutto per tutto con El Sharaawy al posto di un Robinho non sempre brillante. Dopo diversi minuti di nulla assoluto, al 78’ si rifà sotto il Napoli: Armero converge da sinistra e tocca per Insigne, il quale imbecca in area Cavani che controlla e tira di prim’intenzione, tutto col destro: a lato. Nel frattempo Mazzarri decide di giocarsela sull’onda della superiorità numerica: fuori Maggio, in leggero calo rispetto alle ultime uscite, dentro (udite udite …) Calaiò: Campagnaro e Zuniga diventano esterni alti, in mediana rimangono i due svizzeri più Armero largo a sinistra. Di contro, Allegri sembra voler pensare a limitare i danni, e leva il claudicante Abate (distorsione alla caviglia, si saprà poi) sostituendolo con il più fresco De Sciglio. All’88’ torna a farsi vedere il Milan: al termine di una prolungata azione, Montolivo riceva palla da Muntari e prova dai 20 metri, mandando a lato. Un po’ di nervosismo nel finale di gara, laddove Rocchi ci mette del suo perdendo la calma e somministrando cartellini gialli agli azzurri, una delle quali a Campagnaro: l’argentino era diffidato, salterà il Cagliari. E la tensione resta alta anche al fischio finale del direttore di gara, allorquando i giocatori provano a spiegarsi sugli episodi precedenti. Prima, però, che tutti vadano sotto la doccia, il Napoli ha un’ultima occasione per il colpaccio: traversone di Armero smanacciato da Abbiati con un bell’allungo, sulla respinta Campagnaro rimette al centro e Calaiò impatta bene di testa, ma manca di precisione: a lato. Peccato, perché con un uomo in più e con un attacco a tre punte, dinanzi a un Milan che nella fase finale ha tirato i remi in barca ed è calato di molto fisicamente, la stangata era possibile, specie se in campo fosse rimasto in campo Hamsik, e se Armero avesse giocato nella sua posizione naturale fin da subito. Ad ogni modo, il Diavolo aveva tanti archi alle sue frecce, e lo s’è visto: lo dimostra il fatto che il suo goal l’abbia realizzato Flamini, un centrocampista e che le migliori occasioni siano state create soprattutto dai colleghi di reparto del francese. Anche perciò, questo pari va preso comunque con soddisfazione, chiunque avrebbe messo la firma alla vigilia per uscire indenni da San Siro, con quattro punti di vantaggio sui rossoneri. Resta, è ovvio, l’handicap degli scontri diretti, ma le previsioni in vista delle ultime sei giornate di campionato, sono più che positive; l’impressione è che la nostra squadra abbia la giusta tensione per un finale di stagione che (c’è da sperarlo) può essere all’altezza della situazione e da seguire fino all’ultimo.

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