OSTAGGI DELL’ONORE

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Sarà per Manuela Arcuri, sarà per la deriva malavitofila che sta prendendo una particolare tipologia di scarti umani, sarà quel che sarà. Comunque sia, bisogna fare attenzione: di questi tempi termine come “onore” e “rispetto” difficilmente identificano elogi davvero positivi. Molti nemici, molto onore, diceva qualcuno. Ed è proprio così, specialmente se quei nemici sono nemici della logica comunemente intesa. 

 

Onore alla Nocerina, onore ai nocerini. Così si chiude l’ultimo delirio onanistico di una categoria troppo spesso incompresa, ma altrettanto spesso vittima inconsapevole delle proprie manie di protagonismo a tutti i costi. La casta ultras è usata, bistrattata e non di rado confinata al ruolo di bestiame da pascolo, nella migliore delle ipotesi. Ci sarebbe da scrivere interi trattati sul modo in cui le varie organizzazioni governative del calcio si servono della macchina delle tifoserie organizzate per mungere quattrini dalle più svariate tipologie di annessi e connessi. Tutto vero, tutto giusto, finché non si varca il confine, finché non si limita l’altrui libertà di volersi guardare una partita in santissima pace, nella tranquillità del proprio posto allo stadio o in tv che sia. Gioire per un gol, a maggior ragione se contro gli antagonisti di una vita, è una soddisfazione senza prezzo. Ed è ingiusto che questa legittima necessità sia castrata da un gruppetto di individui che si arrogano il diritto di decidere per un’intera squadra, per un’intera città. Onore alla Nocerina, onore ai nocerini. Come se i nocerini fossero soltanto loro, quelli che hanno forzato la sospensione di una partita di calcio utilizzando (con concreta probabilità, le indagini sono in corso) atteggiamenti che di solito sono propri della malavita organizzata. Chissà, magari fra i tifosi della Nocerina c’era anche qualcuno meno “onorevole”, qualcuno che voleva solo guardarsi una partita di calcio pura e semplice, senza morti e feriti fasulli. Alla fine le vittime della situazione sono sempre quei tifosi lì. E ti pareva. 

 

In tutto questo casino c’è persino qualcuno che se l’è presa con i giocatori che non hanno portato avanti il loro lavoro, lasciandosi intimorire dalle minacce. Si fa presto a fare i ribelli da poltrona quando fra le pressioni non ti ci ritrovi tu. Provateci a negare la “proposta” di certi soggetti e poi girare ancora indisturbati per la città: potete star sicuri che non passereste dei bei quarti d’ora. È comprensibile il senso di umiliazione per chi è sceso in campo e ha inscenato la farsa, rassegnando poi le dimissioni per conservare la dignità. Probabilmente per rispetto a chi quella partita voleva guardarla e non ha potuto guardarla, per rispetto a chi per quella partita ha comprato un biglietto. Ecco, questo ad esempio è un tipo di rispetto giusto, senza colori di sorta, un rispetto che con quel tipo di onore ha ben poco a che vedere.

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