NAPOLI, LA SUPERCOPPA E’ TUA!!!

Il Napoli si vendica del furto di Pechino stendendo la Juve ai rigori. Due volte sotto (doppietta di Tevez), gli azzurri tornano in corsa grazie a Higuain. E dagli undici metri Rafael ipnotizza Padoin. Per i partenopei secondo successo nella manifestazione

JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner (79’ Padoin), Bonucci, Chiellini, Evra; Pirlo (67’ Pereyra), Marchisio, Pogba; Vidal; Tevez, Llorente (106’ Morata) (Storari, Rubinho, Ogbonna, Romagna, Mattiello, Pepe, Coman, Giovinco). All. Allegri.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Gargano, David Lopez (91’ Inler); De Guzman (106’ Jorginho), Hamsik (79’ Mertens), Callejon; Higuain (Andujar, Colombo, Britos, Henrique, Mesto, Duvan Zapata, Radosevic, Romano, Luperto). All. Benitez.
Arbitro: Valeri (Roma 2)
Guardalinee: Tonolini (Milano) – Manganelli (Valdarno)
Arbitri addizionali: Banti (Livorno) – Calvarese (Teramo)
IV uomo: Giallatini (Roma 2)
Marcatori: 5’ Tevez (J), 68’ Higuain (N), 106’ Tevez (J), 118’ Higuain (N).
Sequenza rigori: Jorginho (parato), Tevez (palo), Ghoulam (goal), Vidal (goal), Albiol (goal), Pogba (goal), Inler (goal), Marchisio (goal), Higuain (goal), Morata (goal), Gargano (goal), Bonucci (goal), Mertens (parato), Chiellini (parato), Callejon (parato), Pereyra (alto), Koulibaly (goal), Padoin (parato).
Ammoniti: 45’ Higuain (N), 69’ Pereyra (J), 76’ Callejon (N), 80’ Albiol (N), 83’ Mertens (N), 105’ Ghoulam (N), 108’ Tevez (J).
Recupero: 1’pt, 2’ st, 0’ pts, 0’ sts.
E rivincita di Doha fu! Due anni e quattro mesi dopo la vergognosa notte di Pechino, il Napoli si riprende il maltolto e strappa la Supercoppa italiana nel modo più thrilling e spietato possibile. Ha portato la Juventus fino ai supplementari dopo un inizio di partita balbettante, ha subìto il ritorno dei bianconeri, li ha raggiunti di nuovo quando essi già pensavano alla premiazione. E ai rigori ha avuto la meglio, grazie alla precisione dei suoi cecchini, ma soprattutto alla prontezza di un Rafael finalmente decisivo e bravo. Ha vinto il Napoli. Ha vinto Higuain, dormiente per quanto si vuole ma micidiale nelle chances da goal più nitide. Ha vinto Benitez, al suo decimo successo in carriera, infallibile nelle finali, preciso nel caricare a dovere i suoi giocatori. Ragazzi che avranno pur sempre dei limiti, e che tuttavia hanno mostrato di credere nella vittoria non mollando nemmeno un momento la possibilità di tagliare il traguardo. Bella la Juve, talvolta superiore soprattutto a centrocampo. Ma ingenua nel non chiudere la partita, distratta sulle puntate partenopee e venuta meno dal dischetto, lì dove le sue seconde linee (Padoin, nella fattispecie) hanno steccato.

MALE ALL’INIZIO, MEGLIO DOPO – Nel momento in cui a un’ora circa dal via spunta l’Undici ufficiale azzurro, si trasecola: a sinistra c’è De Guzman, Mertens parte dalla panca. Higuain e Hamsik ci sono, mediana operaia e contenitiva con Gargano e Lopez. Sul fronte juventino l’ex tecnico milanista piazza l’artiglieria pesante: in campo ci sono tutti, ma proprio tutti i migliori, a cominciare da Buffon per finire a Llorente. Morata non è titolare. Pronti via e per il Napoli, purtroppo, è già doccia fredda dopo soli 5’: David Lopez decide di darla a Tevez di testa, Koulibaly e Albiol danno vita al più fantozziano degli scontri sicché l’Apache ha tutto il tempo di prenderla, fuggire verso Rafael e bucarlo di destro. Peggior inizio non poteva esserci. E quel che viene dopo non è bellissimo poiché gli azzurri ci mettono un bel po’ per venire fuori dal guscio, sia emotivamente che tecnicamente. La Juve ha un centrocampo superbo, dotato di una straordinaria ubiquità: Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal sono sempre pronti a farsi vedere in proiezione offensiva, e non ci mettono molto a tarpare le ali agli azzurri (specialmente il cileno) quando questi cercano di ripartire. Quando cercano, appunto, perché spesso di ripartenze vere e proprie non se ne vedono da Gargano e soci. Del resto senza regista puro, oltreché senza concentrazione, non puoi combinare molto. Nel momento in cui, però, la Signora molla gli ormeggi, ecco che sui piedi di Hamsik capita la grande chance: lancio di Maggio, Chiellini liscia col testone e lo slovacco spara al volo cogliendo le gambe del difensore e il palo pieno (16’). Col passare dei minuti si vede un Ciuccio un pochino più intraprendente, ma non meno inconcludente essendo privo una fonte di gioco fissa e stabile. E non meno sorniona la Juventus, che al 22’ sfiora il raddoppio ancora con Tevez: Koulibaly si perde Marchisio e gli concede la torre per l’argentino, ma la cannonata di quest’ultimo stavolta trova i pugni di Rafael. E un minuto dopo è ancora l’ex City a mettere alla prova i riflessi del brasiliano, costringendolo a distendersi per deviare un suo sinistro velenoso dal limite. Sull’altro fronte scambio, tutto tra cognati, Gargano-Hamsik: mancino di Marek dal limite, sfera a lato. Ogni tanto Madama si fa vedere dalle parti di Albiol e compagni con frequenti sortite, e durante una di queste prima Pirlo fa una telefonata a Rafael da fuori area (31’, bella comunque la coordinazione al volo del regista bianconero), poi Lichtsteiner trova un bel pertugio laterale in cui infilarsi e impegnare nuovamente Rafael (37’). Chi invece non si sforza di uscire dalla mediocrità è Higuain. I suoi colleghi provano a giocarsela, ancorché timidoni e sfavoriti rispetto ai loro avversari, lui invece no. Si sveglia raramente. Quando ciò si verifica, accade un episodio che riporta alla mente i fantasmi di Pechino: Vidal commette l’unico errore della partita servendo il Pipita, il quale lancia la volata a Callejon fermato dal guardalinee Tonolini in un’offside alquanto discutibile. E quando potrebbe concludere a rete o si dà al liscio, oppure manda la palla alle stelle da buona posizione (34’). O ancora trova la pronta risposta di Buffon da una mattonella defilata (42’), e stavolta la sua botta non è male. Quando però a fine primo tempo si fa ammonire per un intervento leggermente proditorio su Tevez, non si può non comprendere quanto sia forte il nervosismo dal quale è attualmente pervaso. Ed è uno stato caratteriale che ovviamente danneggia il Napoli tutto, menomandolo e privandolo di un arsenale temibile. Un bel rammarico giacché, goal segnato e occasioni a parte, la Juventus domina sì, ma non eccessivamente. La solfa pare non cambiare alla ripresa delle ostilità: basso il giro palla del match, il che facilita le cose a una Juve già bastevole del vantaggio acquisito. Il Napoli mette pressione, quando può cerca di spingere. E si rende pericoloso al cospetto di una Signora che per un po’ tira i remi in barca. Al 53’, approfittando di una palla persa a centrocampo da Pirlo, Hamsik indovina il corridoio preciso per Callejon tra Bonucci e Chiellini, ma l’andaluso conferma il suo momento nero e grazia clamorosamente Buffon spedendo la palla a lato da dentro l’area. Sei minuti dopo è il turno di David Lopez, ben servito ancora da Hamsik al termine di una ficcante azione: alto il destro dal limite dello spagnolo. Ma è nulla in confronto a ciò che succede al 59’: nuovamente Marek pesca Higuain in area, e l’argentino s’inventa un incredibile lob che scavalca Buffon ma termina la sua corsa sul legno. Dall’altra parte, però, ecco un nuovo show firmato Koulibaly-Albiol, sulle cui gambe carambola un traversone di Evra: il rimpallo mette in ambasce Rafael che rimedia in angolo (62’). Non è l’unico break bianconero a interrompere il forcing azzurro, visto che proprio Evra manda in tribuna un tiraccio da fuori (66’). Il tutto poco prima che Allegri tolga uno stanco Pirlo facendo posto a Pereyra, con Marchisio che diventa playmaker. Neanche il tempo di mettere piede in campo, tuttavia, che l’ex friulano si perde lo scatto rapido e micidiale di De Guzman, l’olandese è preciso nel metterla in mezzo, e stavolta Higuain solo soletto non può fallire: stacco imperioso di testa, Buffon battuto nel sette (68’). La rete è meritata per lo sforzo profuso e per le buone cose mostrate dai partenopei, bravi a non mollare la presa e a credere in sorti migliori. Ma non molla la presa nemmeno la Juventus, in particolar modo Llorente. Nel giro di pochi minuti (72’ e 75’) il basco, prima di piede poi di testa sfiora il goal: Rafael lo blocca nella prima occasione, quanto alla seconda è la precisione a mancare. Poco dopo Benitez mette mano alla mossa Mertens: il belga prende il posto di un Hamsik un po’ eclissatosi nel corso dei minuti. L’ex PSV stenta a entrare in partita, e peraltro finisce sul taccuino di Valeri per un brutto fallo su Padoin, entrato tra le fila bianconere in luogo di Lichtsteiner. Il Napoli cala, pagando dazio per la faticata rimonta e rintanandosi troppo in trincea. Riparte poco, e se lo fa viene meno nell’ultimo passaggio, dando spago ai recuperi juventini. Madama avrebbe modo di chiudere i conti sulle ennesime dormite azzurre. Tutti pensano a Marchisio, Vidal è libero di colpire a freddo Rafael, ma lo grazia mandando fuori (85’). Un rimpallo favorisce uno scambio Pereyra-Llorente-Tevez concluso da un tiro dell’Apache di poco a lato (89’). Niente da fare: come a Pechino, si va all’overtime.

BOTTA E RISPOSTA SUL FILO DI LANA – E all’inizio dei supplementari c’è una novità sul fronte partenopeo: non c’è più Lopez, ecco Inler. E purtroppo riecco anche il Napoli opaco della prima frazione regolamentare. Sull’onda della calma acquisita in precedenza, Madama gioca con sicurezza e nei primi dieci minuti spara a rete una quantità infinita di cartucce. Tevez manda alto dal limite in avvio. Pereyra tenta il piazzato da fuori trovando la risposta di Rafael (95’). E infine, al minuto 100, Evra centra rasoterra, la palla attraversa tutto lo specchio della porta finché Vidal non ci arriva col piattone destro: Koulibaly ci mette una bella pezza evitando la capitolazione. La quale però è nell’aria, poiché il Ciuccio abbassa troppo il baricentro, e non affonda in fase offensiva data la scarsa o addirittura nulla spinta delle ali, in particolare di un Mertens mai entrato in gara. Ed è così che, poco dopo il cambio di campo, Pogba elude la molle opposizione di Maggio e Inler e suggerisce ancora per Tevez: destro immediato dalla lunetta, Rafael immobile non può nulla, la palla s’infila nell’angolino. Anche questa rete giusta e legittima, non c’è che dire. Restano quattordici giri di lancette, pochi ma non pochissimi per cercare di rimediare all’atteggiamento errato assunto fin lì. Ed è qui che, inespressa sino a quel momento, emerge la classe e l’esperienza dell’evergreen Buffon. E’ impeccabile il portiere bianconero nell’opporsi a Higuain, solo dinanzi a lui e pronto a concludere a colpo sicuro (115’). Come pure a evitare una figuraccia al suo compagno Bonucci, distratto su Callejon: lo spagnolo la tocca, Gigi devia col corpo (116’). Il Napoli insiste tambureggiando, fino a quando, a due minuti dal gong, Gargano scambia con Jorginho e la mette in mezzo, liscia Mertens ma non Higuain, il quale resiste alla carica di Padoin e supera Buffon in spaccata. Premiati gli sforzi anche ora per i chicos di Benitez. Niente recupero. Dunque, rigori!

… E RAFAEL REGALA LA COPPA! – Ad aprire le danze della lotteria è il Napoli con Jorginho. Ma Buffon si rifà la bocca: intuisce la conclusione angolata dell’ex veronese e devia. Dopo però sbaglia anche Tevez: Rafael è spiazzato, il palo lo salva. Pure Buffon è spiazzato da Ghoulam, solo che l’algerino la piazza sotto la traversa. Lo imita Vidal, rigorista doc: il portiere azzurro viene ingannato. Va benone anche Albiol: piattone destro, Supergigi battuto. Rafael prova ad irretire Pogba con mosse alla Grobbelaar, il francese avanza al piccolo trotto e lo uccella. Non fallisce Inler: alto nel sette a destra a spiazzare Buffon. Più o meno la stessa cosa che accade a Marchisio, sebbene sul lato opposto: niente da fare per Rafael. Higuain, già due volte a secco in campionato, stavolta non manca l’appuntamento: potente e preciso sulla destra, Buffon manca la presa. E così va anche a Morata, l’estremo difensore brasiliano non riesce proprio a essere decisivo. Si va a oltranza, e tocca a Gargano: piazzato a sinistra di Buffon, dentro! Ma dentro anche Bonucci, con Rafael nuovamente spiazzato. Quattro giorni dopo il Parma, Mertens si ripresenta dal dischetto, ma stavolta non gli va bene: tira male, a mezz’altezza, Buffon neutralizza. Sbaglia anche Chiellini: basso e lento, Rafael può persino bloccare. E’ nera la notte, però, per Callejon: tira male pure lui, respinge ancora Buffon. Ma forse lassù qualcuno ama i partenopei: Pereyra manda alto sulla traversa. E la sensazione cresce nel momento in cui dagli undici metri c’è Koulibaly: Buffon da una parte, palla sul palo e in rete. Dio c’è, e sta dalla parte del Napoli, anzi di Rafael che tanto lo invoca in ogni frangente: Padoin ci va pur’egli a mezz’altezza, il brasiliano ci mette il pugno consegnando agli azzurri il trofeo. E ricevendo gli abbracci di compagni e staff, i quali lo portano persino in trionfo! Il clima di Doha è di festa, Benitez può alzare il suo decimo trofeo in carriera. E in attesa che il nuovo anno regali una maggiore unità di intenti tra dirigenza e staff tecnico, sperando che il doblete Coppa-Supercoppa schiarisca le idee sulla politica societaria a chi di dovere, godiamoci la rivincita sulla Juventus. Miglior regalo di Natale non poteva fare, questo Napoli, ai suoi tifosi!

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