NAPOLI-AVELLINO 0-0
NAPOLI – AVELLINO 0-0 NAPOLI (3-5-2): Belardi; Terzi, Scarlato (26’st Accursi), Ignoffo; Abate (10’st Toledo), Corrent, Gatti, Corneliusson (24’st Montervino), Mora; Varricchio, Berrettoni. A disp.: Gianello, Accursi, S.Bonomi, Montesanto, Leandro. All.: Ventura AVELLINO (4-4-2): Cecere; D’Andrea, Criaco, Puleo, Moretti; Vanin, Cinelli (46’st Leone), Riccio, Rastelli; Ghirardello (46’st Millesi), Evacuo (7’st Morfù). A disp.: De Marco, Palermo, Fusco, Scicchitano. All.: CuccuredduARBITRO: Marelli di Como Assistenti: Fabbri-PetrellaNOTE: prima della gara, il signor Maurizio Ercolano, padre del compianto Sergio, ha letto un messaggio di pace alle due tifoserie. Spettatori 61mila circa, incasso 597.564 euro. Nessun ammonito. Angoli 5-5. Recupero: 1’pt, 6’st dall’inviato a NAPOLI. Non è stata una bella partita, ma prima di parlare di un paio di occhiali a modello del volto dell’Avellino e del suo tecnico, è bene partire da una considerazione. Se sabato sera al Delle Alpi c’erano 30mila ad assistere al match fra le prime due della classe in serie A, al San Paolo sono accorsi in 60mila per un derby che resta di serie C. E la serie C l’ha ben capita l’Avellino, che si è potuto immergere nella realtà della terza serie fin da giugno. Quello che è mancato al Napoli: gli azzurri non hanno saputo reagire ad una squadra quadrata, ben messa in campo e che il suo allenatore ha cambiato in corso d’opera con profitto. Il Napoli, da parte sua, è durato cinquanta minuti, prima di crollare atleticamente e psicologicamente. Non ci sono state emozioni fortissime, e non si può neanche dire che c’è un vincitore almeno ai punti. Ma l’Avellino, e questo è innegabile, ha meglio interpretato una partita snodatasi su novanta minuti spesso soporiferi, ma mai vissuti con eccessivi patemi dagli ospiti. Già, i due tempi. Il primo si è giocato al piccolo trotto, a farla da padrone è stata la paura di osare più che di offendere. D’altronde, il 4-4-2 di Cuccureddu a esterni alti ha ben mascherato un’ottima impostazione difensiva, che è riuscita ad arginare le folate del Napoli sulle corsie laterali. Certo è che D’Andrea non se l’è vista troppo bene con Mora, in compenso Abate non ha giocato con il turbo innestato come nelle precedenti uscite. Qualche pericolo invece per il Napoli, che non sempre è riuscito a guardare a vista Rastelli e Vanin, chiamato spesso dai compagni ad inventare soluzioni per Ghirardello ma soprattutto per Evacuo, mobile terminale offensivo dei lupi. Proprio il brasiliano ha aperto, dopo pochi minuti, la saga delle occasioni con un cross dalla destra che ha trovato il destro di Ghirardello sottoporta: Belardi, con qualche affanno, metteva in angolo. La risposta del Napoli ad un Avellino attento non si faceva attendere, e arrivava dopo cinque minuti con Mora, dopo un’intraprendente cavalcata sulla sinistra che lo portava ad un cross mal sfruttato da Berrettoni. L’ex punta della Lazio ha fatto molto movimento con Varricchio, che poco dopo colpiva di testa in area con la sfera di poco a lato. Si era detto che la chiave tattica sarebbero state le corsie laterali, così è stato. Il Napoli prendeva coraggio e si faceva ancora vivo, dopo il quarto d’ora, con una rovesciata di Scarlato sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Cuccureddu da parte sua ordinava di difendere a cinque, avendo paura di una crescita sul campo degli azzurri che pian piano hanno preso le redini del gioco. Qualche errore di troppo a centrocampo ha però contraddistinto una manovra in certi momenti sterile, e che non ha prodotto emozioni. Poche le azioni che le due squadre sono riuscite a costruire, le mani di Cecere si scaldavano in seguito in un paio di circostanze: prima con un tiro centrale di Varricchio, alla mezzora, quindi ancora con un destro del "Picchio" dal limite, pochi minuti prima del duplice fischio di Marelli, che costringeva il numero uno irpino a rifugiarsi in angolo. Nel mezzo delle due soluzioni dell’ex sangrino, un campanello d’allarme per il Napoli chiamato Vanin, sfortunato a non sfruttare un errato disimpegno difensivo. Nella ripresa la musica non è cambiata: squadre corte ma poca linfa alla manovra, da entrambe le parti. L’Avellino prima ha tremato, poi a cambiato e ha cominciato a tenere il campo molto meglio che nel primo tempo. Pochi minuti e su calcio di punizione una "torre" di Ignoffo consegnava a Varricchio una palla che la testa del "Picchio" spediva di poco alta. Poi l’Avellino: Cuccureddu è passato subito ad un classico 4-4-2, inserendo Morfù sulla destra e spostando Rastelli al fianco di Ghirardello. Subito i frutti di una saggia scelta: poco dopo il quarto d’ora, Ghirardello ha ciccato clamorosamente in area la palla del possibile vantaggio, E poco dopo ancora un mezzo infarto per i napoletani, visto che la solita bestia nera, alias Stefano Ghirardello, centrava il palo alla sinistra di Belardi colpendo di testa su cross dalla destra. Il Napoli è calato vistosamente e si è ritrovato senza idee, l’Avellino ha capito che poteva osare. Molto ben messi in campo i lupi, pressing a centrocampo e organizzazione difensiva più che buona. Al punto che il Napoli non è arrivato negli ultimi sedici metri per mezzora abbondante. Era ancora l’Avellino a farsi pericoloso con Morfù, che dalla distanza costringeva Belardi in angolo. Più nulla fino alla fine, se non la stanchezza palesata dai partenopei ed un controllo di palla attento da parte di Ghirardello e compagni, che hanno fatto ritorno a casa con in tasca un punto buono e prezioso anche se, a dire il vero, nel finale potevano crederci di più.