MONTOLIVO E LA PAURA DEI NOVANTA?

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Roma – Napoli. Il monito per tutti, l’occasione giusta per chi, come ben disse De Laurentiis parlando dei sapientoni qualche tempo fa, apre la bocca solo per dargli fiato. Peccato che dopo tante paroline da santoni, uomini di “cultura”, di “buon senso” e di “intelligenza” (?), a parlare sia anche chi lo spettacolo dovrebbe offrirlo in campo e non dinanzi a telecamere e microfoni.

Quanto è bravo Montolivo palla al piede! Salta l’uomo con leziosità, sembra quasi prenderti in giro; è uno spasso vederlo prendersi gioco degli avversari, anche se per una volta hanno la maglia azzurra. Ma se poi la “stella” Montolivo parla senza neanche conoscere minimamente la realtà partenopea (e, verrebbe da dire, del calcio in generale) finisce per incappare in brutte figure di dimensioni mastodontiche. Bravo con la palla e meno, anzi per niente, con le parole. Sarebbe stato più intelligente restare in silenzio, magari insieme a tante altre persone, brave a sorridere in tv con la faccia pulita e le mani sporche.

Napoli – Fiorentina a porte chiuse, sarebbe un toccasana per tutti: umiliare ancora una volta una città intera, prendersi ancora una volta gioco di uomini che rivedono con angoscia e vergogna le immagini di domenica scorsa, colpire senza pietà una popolazione che vive di pane e pallone come nessun altro. Forse, perché adesso non fa più paura la violenza o l’imbecillità di qualcuno, forse adesso fa semplicemente paura il pensiero di trovarsi davanti uno stadio pronto a gridare con rabbia la propria fede. Montolivo sa bene che in tale situazione non c’è Mutu che tenga e nemmeno le farloccate di qualche personaggio da strapazzo. Quel giorno ci sarà solo passione, voglia di rivalsa sul campo, la consapevolezza di dimostrare che la fede azzurra non si spegne così facilmente, la voglia di rivendicare il vero amore sotto il coro “Siamo noi, Napoli siamo noi”.

E’ bello parlare, sputare  idiozie e calunniate; è bello andare in tv e prendersi gli applausi dei “moralisti” senza cervello; è bello parlare sulla coscienza di chi ancora oggi, è costretto a pagare per l’invidia altrui. Probabilmente è proprio questo che scotta: tutta Italia ha ammirato il cuore e la passione partenopea, ma nessuno è mai riuscito ad emulare tanto ardore e questa consapevolezza fa male, così come fece male la risposta di Napoli quella sera del 3 luglio 1990, quando tre quarti della città partenopea esultò all’eliminazione del tricolore a discapito dell’Argentina. E’ bello parlare, quando nessuno è in grado di fare quel che va veramente fatto; la così sbandierata “tolleranza zero” andrebbe modificata in “tolleranza zero…verso i napoletani”, forse sarebbe più credibile. Alla luce di questa poco simpatica battuta dell’invidioso centrocampista bergamasco che di pallone capisce solo quel che gli fa comodo, verrebbe da chiedergli di continuare a giocare soltanto palla al piede. Perché di classe ne ha tanta, gli fa difetto però l’arguzia, avendo appena fallito una buona occasione per stare zitto e non mostrare agli occhi di tutti il timore di affrontare la tifoseria più bella d’Italia! Già, perché è Napoli, la tifoseria più bella e invidiata d’Italia e certamente non saranno i fatti di Roma a far crollare una simile passione. La gente partenopea ha risollevato la testa già altre volte, lo farà ancora ! E caro Montolivo quanto a Lei, forse avrebbe fatto meglio a stare zitto. Talvolta, come si dice, il silenzio è d'oro…

 

 

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