Montolivo: “Col Napoli vittoria importante, crediamo al 3° posto”

Dopo un lungo stop di sei mesi per il grave infortunio alla tibia rimediato in un’amichevole tra Italia e Irlanda, finalmente il grande ritorno. RiccardoMontolivo, rientrato da un paio di settimane, ha riconquistato Milan e fascia da capitano: in una lunga intervista al Corriere della Sera, il capitano rossonero ha toccato più temi, partendo proprio dal suo ritorno. “Giocare quei 5 minuti contro l’Udinese è stato come un secondo esordio in Serie A: aspettavo solo quel momento. La tempistica dell’infortunio, 5 giorni prima di un Mondiale, è stata drammatica. Fondamentali sono state la mia famiglia e la mia seconda famiglia, il Milan. Il presidente Berlusconi mi è stato vicino personalmente”.
Sempre su Berlusconi, e sul terzo posto, Montolivo ha poi commentato così: “Sono d’accordo con il Presidente quando dice che questa rosa può competere per le prime posizioni, a patto che mantenga lo spirito che dicevamo, altrimenti è dura. Al Milan auguro la stessa cavalcata del girone di ritorno di due anni fa”.
Sul ruolo: “Credo di rendere al meglio da regista davanti alla difesa. Ma è stata sempre una mia forza saper interpretare più ruoli, quindi, senza nessuna polemica, gioco dove crede l’allenatore. Ho sempre cercato di dare geometrie alla manovra, forse sinora qualcosa sotto questo punto di vista ci è mancato”. Sul Milan di Inzaghi: “Guardiamo al futuro, a un Milan che punta all’Europa. Stiamo facendo un ottimo lavoro. Ora questo Milan deve guardarsi allo specchio e dirsi che cosa vuole diventare: è diverso da quello di un tempo, inutile negarlo. Ha qualità, ma non emergono se la squadra non mette in campo uno spirito fatto di intensità, sacrificio e determinazione. La qualità che tutti riconoscono a Inzaghi è di trasmettere una grande carica, è un motivatore. Ma impara anche in fretta: in pochi mesi è cresciuto tanto. È una spugna, assorbe i consigli di tutti. Ha una sua identità di gioco, ma credo che quando un allenatore è all’inizio abbia l’obbligo di ascoltare chi ha più esperienza”.
Sullo spogliatoio: “Il rispetto per le regole è sacro e imprescindibile, credo che tutto il gruppo sia maturato. L’addio di Balotelli non c’entra e penso che meno ne parliamo, più gli facciamo del bene. Credo sia cresciuto il senso di responsabilità verso questa maglia. Dopo un anno negativo come quello passato, tutti, io per primo, ci siamo chiesti cosa potessimo fare di più. Ora si percepisce un clima diverso, c’è armonia, il clima dell’anno scorso non aiutava”. Su alcuni compagni, tra il grande avvio di Ménez e le difficoltà di Torres e Pazzini: “Onestamente non mi aspettavo Ménez così efficace in zona gol, forse è l’allenatore che lo ispira. Torres e Pazzini? Devi capire qual è il momento giusto per fare due chiacchiere. In certi momenti qualsiasi parola può sembrare scontata e magari infastidire. Soprattutto i più giovani devono trovare il loro equilibrio. Penso, per esempio, a El Shaarawy e De Sciglio. È capitato anche a me: dopo l’exploit, c’è un momento di down. Non appena si trova un equilibrio, in campo e fuori, si torna su”.
Infine, sul momento del Milan, Montolivo ha concluso così: “La vittoria contro il Napoli è stata importante: serviva dare un segnale, all’esterno e all’interno. La sfida con la Roma? Proibitiva no, certo loro sono una squadra di altissimo livello. Ma la vera sfida è con noi stessi”.

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