Castellacci: “Bolla tipo Cina o NBA impossibile in Italia. Potrebbe solo la Serie A”
Il professor Enrico Castellacci, ex medico della Nazionale ed oggi al Guangzhou Evergrande in Cina, ha parlato ai microfoni di Stadio Aperto, trasmissione in onda su TMW Radio:
“In questo momento sono a Guangzhou, nella sede della nostra società allenata da Fabio Cannavaro. E mi è servito un permesso del ministero per farlo, per questo non risultano casi in Cina: è tutta una bolla, le frontiere sono chiuse. Appena entri poi fai la quarantena in un hotel governativo nel quale si tengono controlli accurati. E non vi dico il calcio”.
Il protocollo italiano come lo valuta?
“Io fui molto critico, dissi che i protocolli vanno bene quando applicabili e quando non permettono interpretazioni diverse. Quello per le squadre italiane rende ancora valida la quarantena soft, fatto salvo il parere delle autorità sanitarie nazionali e locali. E questo è quello che è successo: l’azienda sanitaria di Napoli ha bloccato la squadra, perché costituzionalmente poteva. Come si fa a seguire un protocollo quando all’interno dello stesso c’è una deroga del genere? Da una parte ha ragione la Juventus a seguire il protocollo, così come il Napoli dall’altra a dire che ha fatto tutto la Asl. Paradosso: il protocollo è stato approvato dal Cts, che ha anche poi confermato l’autorità delle aziende sanitarie locali. Possibile che non ci sia uniformità di giudizio e procedimento? Non dico che serve essere come la Cina, perché qui c’è un sistema anche politico che permette tutto ciò, ma un minimo di chiarezza ci vuole, oppure qualsiasi Asl, se vuole, può fermare una squadra, e vi immaginate che confusione… Un protocollo per essere intelligente deve essere elastico, plastico, che possa dare uniformità”.