Mascherano, l’illusione estiva che esalta la difesa del Barcelona

MascheranoC’è una squadra in Europa che non vuole smettere di stupire. Passano gli anni, cambiano gli allenatori ma la scuola Barcelona continua ad essere lì, presente ed inossidabile. Anzi quest’anno continua ad abbattere record su record ed è così che dal 2005/06 a oggi i blaugrana hanno conquistato tre titoli, quattro finali e otto semifinali di Champions League, merito anche di Messi, ma soprattutto di un impianto di gioco collaudato che nonostante le attenzioni poco simpatiche di chi è pronto a celebrarne la fine, riesce costantemente ad evolversi e a trovare nuovi stimoli. Da Guardiola a Luis Enrique la struttura Messi-centrica dei catalani vive e sopravvive anche grazie ai co-protagonisti di questo progetto. Quest’anno accanto alla Pulce ecco Neymar e Suarez, l’MSN” che oltre ai gol in Liga che hanno permesso la riconquista del titolo, hanno consentito di raggiungere la finale di Champions: per Messi 10 gol e 5 assist; Suarez 6 gol e 3 assist; Neymar 9 gol e 1 assist. Un attacco stellare che però deve il suo rendimento ad una macchina perfetta e ad una difesa tornata ad essere solida.

L’enorme differenza rispetto agli ultimi anni è il rendimento di Gerard Piqué. Un paio di stagioni sottotono per il 25 enne ex United che però quest’anno ha preso finalmente il testimone lasciato da Carles Puyol e messa da parte la vita mondana (sposato con Shakira) è ritornato ai suoi livelli. Insuperabile nell’uno contro uno, concreto e attento in ogni situazione di gioco e infine il giusto apporto anche in fase realizzativa. Ma accanto a lui ecco il generale Mascherano, vero trascinatore e autorevole baluardo della difesa blaugrana. Il mediano, sognato dal Napoli per tutta l’estate, ha riscattato la delusione della finale Mondiale con una stagione da incorniciare: il rinnovo arrivato e che ha allontanato definitivamente l’ipotesi partenopea ha dato una linfa all’ex Liverpool che ha affrontato la stagione mettendo una doppia dose della solita  “garra”, affidabilità e cattiveria sportiva, che lo hanno sempre contraddistinto. La necessaria quantità che serve ad una squadra come quella blaugrana. Difficile giocare male accanto ad un mastino del genere che al termine della semifinale vinta contro il Bayern Monaco ha dichiarato “Siamo orgogliosi di raggiungere la finale di Champions, la quarta in dieci anni. Ci siamo rilassati senza volerlo per il punteggio, ma non accadrà più per nessuna ragione. Juventus o Real? Due grandi squadre, sarebbe arrogante scegliere tra due club di grande storia in Europa”. Umiltà ma allo stesso tempo determinazione nelle parole di Javier, uomo ovunque dell’Argentina mondiale e vero baluardo difensivo.

Ma la solidità e lo straordinario rendimento della difesa blaugrana ha il contributo anche di quei tre straordinari attaccanti. Suarez aveva già abituato il pubblico a questo tipo di lavoro sporco quando giocava a Liverpool, Messi e Neymar si sono pian piano adattati, convinti dai frutti che questo tipo di lavoro portava man mano sulla tavola blaugrana. Non di rado, ora, si vede la pulce in posizione di terzino che ruba palla e fa ripartire l’azione. La prima difesa parte dall’attacco e i giocatori catalani non sono da meno, un sacrificio che finora è stato ampiamente ricompensato senza polemiche, proteste o atteggiamenti da diva.

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