MARIO CVITANOVIC, IL CROATO DALLA RETROCESSIONE FACILE

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Mario Cvitanovic nasce il 6 maggio 1975 a Zagabria, allora in Jugoslavia, ora in Croazia. Cresciuto nelle giovanili della Dinamo Zagabria, una delle migliori squadre croate, è con questa stessa maglia che fa il suo esordio tra i professionisti a 20 anni. Mario, occupando la posizione di terzino sinistro capace di offendere (si noti bene, non con le parole!), diventa pian piano un punto fermo della Dinamo, tanto da essere convocato anche in Nazionale, con la quale disputerà in tutto 9 presenze, a cavallo tra il 99 ed il 2004. Nell’estate del 2000, a 25 anni, nel pieno della maturazione, è giunto per Mario il momento di lasciare il suo paese d’origine e di consacrarsi nel grande calcio, approdando nella Serie A italiana. A puntare deciso su di lui è il Verona, o almeno è così per la dirigenza scaligera che lo acquista, ma non per il tecnico Perotti che lo impiega solo per 16 volte, quasi mai dall’inizio. A fine anno il Verona retrocede in B. Cvitanovic, però, non ne fa un dramma, sa di valere e lo dimostrerà: così a giugno 2001 si sposta di pochi chilometri, da Verona a Venezia, sempre in Serie A. Quando a fine stagione, però, le presenze in laguna sono appena 7, nonostante la squadra retroceda in B, Mario comprende che forse la Serie A del bel paese è troppo per lui. Meglio provare in Serie B, tra le fila di una squadra gloriosa come il Genoa, magari cambiando anche ruolo per trovare più spazio. E così la sua duttilità, che gli permette di giocare indifferentemente con eguali risultati (tralasciamo quali siano) sia come difensore centrale che come terzino, lo premia e fra i Grifoni in serie cadetta inanella ben 33 presenze nella stagione 2002-2003. I rossoblù, però, che a fine stagione retrocedono sul campo ma che poi verranno ripescati per il caso Catania, quasi inspiegabilmente, decidono di non puntare più su Cvitanovic.

Ma al Napoli di Naldi non può sfuggire un’occasione tanto ghiotta e così ecco confezionato uno scambio con i fiocchi tra le due società gemellate: Francesco Baldini passa sotto la Lanterna, mentre il portiere Brivio e Cvitanovic approdano all’ombra del Vesuvio. Se il gemellaggio non si è rotto in questa occasione, vuol dire che si tratta di un legame veramente forte! I tecnici azzurri Agostinelli prima e Simoni poi, non riescono a sfruttare al meglio le doti del difensore croato, tanto da impiegarlo solo per 9 spezzoni di gara complessivi. A fine campionato, almeno a livello di squadra, c’è una consolazione per Mario: dopo 3 retrocessioni consecutive il Napoli si salva sul campo, per poi fallire direttamente nell’agosto del 2004. E fu così che dopo queste quattro esperienze sfortunate Cvitanovic decide di lasciare l’Italia per non farvi più ritorno. Per lui, in seguito, ci saranno prima 2 anni in Serie A belga al Germinal Beerschoot, poi il ritorno per una stagione alla Dinamo Zagabria, ed infine l’approdo nel 2007 nella Bundesliga tedesca all’Energie Cottbus, dove tutt’ora Cvitanovic gioca.

 

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