AL ‘MAPEI’ BASTA CALLEJON: IL NAPOLI TORNA A VINCERE
A Reggio Emilia il Napoli tiene bene il campo e passa grazie alla zampata dell’andaluso. Ma nella ripresa i partenopei soffrono eccessivamente i tentativi del Sassuolo. Arrivano comunque tre punti che fanno sangue, in vista di tempi migliori
SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Gazzola (76’ Vrsaljko), Acerbi, Cannavaro, Peluso; Brighi (56’ Missiroli), Magnanelli, Taider; Floccari (72’ Pavoletti), Zaza, Sansone (Pomini, Polito, Ariaudo, Antei, Longhi, Terranova, Biondini, Chisbah, Gliozzi). All. Di Francesco.
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Zuniga, Raul Albiol, Koulibaly, Britos; Gargano (77’ Jorginho), David Lopez; Insigne, Hamsik (61’ De Guzman), Callejon; Higuain (70’ Duvan Zapata) (Andujar, Colombo, Mesto, Maggio, Henrique, Ghoulam, Inler, Mertens, Michu). All. Benitez.
Peruzzo (Schio)
Dobosz (Roma 2) – Tasso (La Spezia)
IV uomo: Tegoni (Milano)
Arbitri addizionali: Tagliavento (Terni) – Gavillucci (Latina)
Marcatori: 28’ Callejon.
Ammoniti: 22’ Brighi (S), 52’ Taider (S) e Gargano (N), 55’ Zaza (S), 74’ Gazzola (S), 78’ Jorginho (N).
Recupero: 0’ pt, 4’ st.
Angoli: 6-6
Non ci si aspettava certo da una goleada nella ridente Emilia dal Napoli. Nondimeno serviva vincere, e si è vinto. Ma il successo ottenuto dagli azzurri contro il Sassuolo non è esaltante, per quanto medicinale e utile alle sorti di un campionato partito maluccio. Conforta il modo con cui i ragazzi di Benitez hanno tenuto botta ai giovani italiani Di Francesco nel primo tempo, schiacciandoli e concedendo pochissimo. Destano perplessità, invece, quegli ultimi trenta minuti in cui gli azzurri hanno dissotterrato l’ascia concedendo campo ai loro avversari. E certe scelte tecniche a cui il tecnico ha messo mano nella ripresa, per quanto comprensibili, non hanno convinto molto (ne parleremo tra poco).
COME A UDINE, POI … – Per uscire dal momento-no, Rafa prova ad affidarsi ai migliori (se così si possono chiamare). In attacco tornano Higuain ariete, e Hamsik, Callejon e Insigne trequartisti. Torna anche la stessa mediana di Udine Lopez-Gargano; e, sempre come al ‘Friuli’ riecco Zuniga e Britos sulle fasce. Voglioso di vittorie e non più solo di complimenti, Di Francesco rivoluziona totalmente la rosa che ha conquistato il pari a Firenze. In difesa, a parte l’ex Cannavaro acclamato dai tifosi partenopei giunti al ‘Mapei’, ci sono Gazzola, Acerbi e Peluso. In mediana resta il solo ed eterno Magnanelli, affiancato dal rientrante Brighi e da Taider. E in prima linea, ancora assente lo squalificato Berardi, ci sono Zaza e Sansone a dar manforte a Floccari. Abbiamo tirato in ballo Udine. E in effetti la prima parte del copione odierno riecheggia per sommi capi, almeno inizialmente, quanto visto domenica scorsa. Il Sassuolo si chiude a riccio e pressa un Napoli che fa la partita senza eccellere. I partenopei tentano di attaccare, ma la mancanza di spazi bagna le loro polveri. Ciò si unisce, però, anche alla scarsa vena dell’attacco, non molto lucido e spesso impreciso. Marekiaro si conferma incartato, il Magnifico non tiene più fede al suo soprannome, Calleti non sembra farsi vedere; il solo Pipita prova a illuminare una manovra fiacca. Tipo al 4’, allorquando pesca proprio il suo ex compagno al Real in area; peccato che Hamsik raccolga male l’invito dell’andaluso cincischiando e consentendo a Gazzola di salvare sulla linea. Resta questo per molto tempo l’unico lampo di una prima frazione monocorde e dettata dallo stesso tema: azzurri in avanti, neroverdi dietro e pronti a ripartire. Le trame di questi ultimi, tuttavia, non sono proprio precisissime. Pochi i pericoli per Albiol e compagnia, quasi sempre attenti a frenare le elevazioni di Floccari e gli scatti di Zaza e Sansone, oltre alle frequenti incursioni di Taider. Merito soprattutto del dinamismo di Zuniga, a suo agio sul suo lato naturale, come pure delle buone coperture di Britos e Koulibaly. Ed è proprio il francese al 28’ a innescare l’azione che sblocca il risultato a favore degli azzurri: il difensore ruba palla a centrocampo, Hamsik (chiuso a vuoto da Cannavaro …) suggerisce per Higuain, il Pipita defilato in area vede Callejon dall’altra parte e lo spagnolo, controllato male dai distratti Peluso e Taider, infila Consigli di prima. Vantaggio giusto, non c’è che dire: nelle fasi precedenti il Ciuccio aveva tenuto tra le mani il pallino del gioco, anche se di guizzi se n’erano visti pochini. E i guizzi latitano anche in seguito, da una parte e dall’altra. Da una parte perché gli azzurri, bravi a mantenere il possesso e a scendere all’attacco, mancano di precisione nelle rifiniture. Dall’altra per la scarsa lucidità degli emiliani, i quali comunque ci mettono un po’ più di cuore e decisione, non affidandosi più solo al raziocinio di Manganelli e ai lanci lunghi dei difensori. Il Napoli arretra il baricentro correndo rischi minimi, sebbene qualche pericolo arrivi (sarà un caso …) dalle palle alte. Ma tutto scorre quieto fino al riposo.
SOFFERENZA INUTILE – E tutto pare filare liscio anche a inizio ripresa, a parte la mezza caciara che scoppia al 52’, quando Britos spizza (male) a campanile un pallone calciato in area da Zaza, la boccia s’impenna verso la porta e Taider ostacola Rafael con una mossa di kung-fu: l’algerino protesta, Gargano lo invita a calmarsi e i due si spintonano a vicenda beccandosi il giallo. Grinta nelle fila neroverdi, ma anche nervi; e ne fa le spese anche Zaza che protesta per un’inesistente fallo da penalty commesso a sue spese da Britos: ammonizione anche per lui. Dinanzi al forcing degli anfitrioni il Napoli cerca di agire di rimessa. Insigne riceve palla da corner corto e tira a giro col destro: Consigli deve impegnarsi per deviare (54’). Higuain riceve un passante da Callejon ma spreca a pochi passi dalla porta (55’). Intanto Di Francesco decide di rischiare il suicidio: fuori Brighi dentro Missiroli, meno legna più qualità. Ed è proprio l’ex Reggina al 61’ a far tremare i polsi ai tifosi campani con un destro liftato su tocco di Zaza: palla alta. Ma distratti Koulibaly e Albiol sui due attaccanti neroverdi. Al 65’ punizione per il Sassuolo: posizione non impossibile, eppure dal piede di Sansone parte una telefonata urbana a Rafael. Troppi rischi per Benitez e i suoi, sicché il tecnico spagnolo decide di fornire il reparto offensivo di maggior freschezza: out il solito spento Hamsik, in De Guzman. E in seguito viene richiamato da Don Rafè anche Higuain, un po’ in affanno nel secondo tempo, al posto di Duvan Zapata. Infine esce Gargano (perché, Rafa …?), sostituito dal redivivo Jorginho: è 4-3-3 in piena regola, con Callejon (sinistra) e Insigne (destra) a fiancheggiare il colombiano. Sull’altro fronte entra Pavoletti: ancora qualità per Di Francesco. Ed è proprio la punta livornese all’82’ a fallire la più clamorosa delle occasioni: capitan Magnanelli sventaglia in area da calcio piazzato e lo acchiappa bene, tra le maglie aperte e con Rafael che esce alla cieca, ma il suo colpo di testa termina fuori. Quattro minuti dopo è la traversa a dire no al Sassuolo: Rafael benedice un tiro di Peluso (che ci faceva da solo in area su batti e ribatti …?) smorzato da Zuniga, la traiettoria velenosa si ferma sul legno. Senza la grinta di Gargano e con Jorgi ancora fuori fase, il Napoli non gioca più. Vi ha rinunciato, al gioco, almeno a partire da mezz’ora prima del fischio finale. E quindi il Sassuolo spreme tutte le sue energie alla ricerca di un pari che varrebbe doppio. A ogni tentativo da corner o dalla palla piazzata i supporters partenopei tremano, e le coronarie rischiano di saltare anche in seguito visto che dalla propria metà campo non si riesce a uscire. A tenere botta ci pensa lo stesso Duvan, trasformatosi in difensore aggiunto. La sofferenza potrebbe diminuire se Insigne, anziché farsi anticipare il suo assist per il sudamericano, non tirasse direttamente verso Consigli. La spinta dei ‘burdel’ casalinghi si esaurisce, anche perché negli ultimissimi istanti vengono tenuti lontani dal Ciuccio. Alla stessa maniera di come questa vittoria, minima ma fondamentale, occorre a tenere lontana la crisi. La quale però non può dirsi conclusa. Resta, come restano le perplessità di cui sopra. Ma restano anche i tre punti, i secondi ottenuti in trasferta, importanti per smuovere la classifica e per ridare serenità a un gruppo troppo distratto, ma anche eccessivamente scosso da critiche e abbandonato dalla dirigenza. Dalla quale si attende ancora un pugno duro. Meno duro, forse, dopo questa vittoria.